Seguici su

Conti pubblici

IOLE VELTRI: IL Governo sentenzia: per i 3,2 milioni di lavoratori della P.A solo 6 euro

Pubblicato

il

Ospitiamo oggi un’amica, una nuova scrittrice, una bravissima giornalista. Le sue tematiche economiche sono di stampo micro ma molto interessanti ed assolutamente coerenti con la linea editoriale di questo sito.

Buona lettura.

***********************************************************************************************************************

La sentenza della Corte Costituzionale n 178/15 era stata chiara: aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti i cui contratti sono bloccati dal 2011.

La replica del Governo arriva dopo quattro mesi e sul piatto mette circa 200 milioni di euro per il rinnovo contrattuale previsto nella prossima Legge di Stabilità.

Si è concluso cosi’ almeno per il Governo il capitolo relativo alla questione dell’adeguamento dei contratti pubblici fermi ormai da 6 anni, che ancora una volta si è sconfessato. Era aprile quando lo stesso ministero dell’Economia nel documento su “Analisi e tendenze della spesa pubblica” presentato insieme al Def (Documento di economia e finanza) quantificava la cifra che avrebbe dovuto sborsare il Governo per lo sblocco dei contratti in base agli aumenti dei dati Istat: 13 miliardi spalmati in tre anni. Nel merito venne fuori un progetto che indicava una spesa di 1,7 miliardi di euro per il 2016, di 4,2 miliardi per il 2017 e di 6,7 miliardi per il 2018.

Ad oggi le cifre sono ben diverse e sembrano quasi suonare come una beffa. A pagarne le spese sono solo i dipendenti pubblici che dal rinnovo del contratto percepiranno un aumento di stipendio di circa 6 euro al mese. E se la verità a volte è peggio di un pugno in faccia, in questo caso i pugni che riceveranno i dipendenti pubblici sono due, il secondo è proprio perchè dovranno attendere l’entrata in vigore dei decreti attuativi della legge delega numero 124 del 2015(Riforma P.A) prima di vedere quei sei euro mensili addebitati sull’estratto conto, che quindi forse non arriveranno nemmeno l’anno prossimo.

Sebbene il Governo si sia seduto al tavolo della trattativa con i sindacati per rinnovare, finalmente, il contratto scaduto nel 2009, i sindacati della P.A., Fp-Cgil, Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa, sono oggi tutti sul piede di guerra. Gli stessi in modo unanime, promettono una ‘lotta dura’ affinchè sia ripristinato il diritto dei lavoratori statali ad un adeguamento degli stipendi congruo, come stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale, aggiungendo che questi 7 euro di aumento sono solo ‘una provocazione’.

Iole Veltri

Screenshot_16

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito