Attualità
Investire “Verde” e “Corretto” non rende. La triste verità
Vespasiano aveva ragione sul denaro. Oggi vediamo una triste verità: investire “ESG”, cioè ecologico e “socialmente corretto” non rende. E, purtroppo, nonostante quello che desiderano certi leader, i ritorni economici sono importanti.
Per fare un esempio, quello che una volta era il secondo più grande fondo quotato in borsa che investe in società sostenibili dei mercati emergenti, ora è solo un mucchio di delusioni e sogni infranti.
In soli due giorni, l’ETF iShares ESG MSCI EM Leaders ETF (LDEM) ha perso il 91% del suo patrimonio totale, crollando brevemente sotto i 70 milioni di dollari (dagli oltre 800 milioni di poco prima della vigilia di Natale). Praticamente ha chiuso…
Fonte: Bloomberg
Come riporta Bloomberg, i dati mostrano che solo un detentore delle azioni di LDEM possedeva abbastanza per tenere conto di un deflusso così ripido: Ilmarinen, il fondo pensione con sede a Helsinki che aveva effettuato un investimento di 600 milioni di dollari nel fondo quando venne lanciato nel 2020 si è ora ritirato. I suoi investitori vogliono pensioni, non promesse, e il ETF ha avuto performance molto deludenti non solo rispetto al Benchmark
Fonte: Bloomberg
Ma perfino rispetto all’indice S&P 500,
Fonte: Bloomberg
Se poi i finlandesi avessero investito in un ETF “Cattivo”, che rispecchia le società che investono su petrolio e gas naturale, come il Lyxor Stoxx Eu600 Oil & Gas si sarebbero portati a casa un utile del 34% in un anno. Questo si avrebbe incrementato le pensioni finlandesi
Un altro fondo BlackRock, iShares ESG Aware MSCI EM ETF (ESGE) rimane il più grande ETF che investe in società sostenibili dei mercati emergenti, con $ 6,2 miliardi di attività. Peccato che anche questo fondo, dalla sua creazione a gennaio 2021, abbia perso il 5,4%.
Secondo la società emittente, il patrimonio gestito negli ETF sostenibili e nei fondi indicizzati di iShares a livello globale “è raddoppiato di anno in anno in oltre 180 soluzioni di fondi sostenibili”. Peccato che questi fondi saranno “Nobili”, ma non abbiano la resa.
Sono passati 2000 anni, ma il motto “Pecunia non olet” creato dall’imperatore Vespasiano è attuale ancora oggi.
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