Abbiamo finalmente i dati preliminari relativi all’inflazione in Italia a dicembre, su base annua, e c’è ben poco di cui stare allegri, sia per la cifra in senso assoluto, sia per la sua componente principale.
Il tasso di inflazione annuo in Italia è accelerato al 3,9 per cento a dicembre 2021, la lettura più alta da settembre 2008, dal 3,7 per cento del mese precedente e in linea con le stime preliminari. I prezzi di cibo e bevande analcoliche sono aumentati (2,9 per cento contro 1,5 per cento a novembre), spinti al rialzo da alimenti non trasformati (3,6 per cento contro 1,5 per cento), alloggi e servizi pubblici (14,4 per cento contro 14,1 per cento) e ristoranti e hotel (3,5 per cento vs 2,7 per cento). Allo stesso tempo, i prezzi dei prodotti energetici sono cresciuti a un ritmo più lento, ma enorme (29,1 per cento contro 30,7 per cento), ma solo per un rallentamento nella crescita, ma pur sempre crescita, dei prezzi per i prodotti energetici non regolamentati (22 per cento contro 24,3 per cento). Il tasso annuo di inflazione core, che esclude l’energia e gli alimenti non trasformati, è salito all’1,5% dall’1,3% di novembre, ma resta bassissimo, indice che si tratta di un fattore esterno, non di un’eccessiva crescita economica. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4 per cento da un aumento dello 0,6 per cento del mese precedente. Allo stesso tempo, l’indice armonizzato è avanzato del 4,2% sull’anno e dello 0,5% sul mese.
Appare evidente come il sole, soprattutto dalle lettura dell’inflazione Core, cioè senza alimentari freschi e energia, che la dinamica è legata ai prezzi dei carburanti, del gas, del prodotti petroliferi etc. Non c’è una dinamica salariale, non c’è eccesso di attività economica: semplicemente ci hanno presentato una bolletta della luce e del gas stratosferica, e la stiamo pagando. Quindi, al contrario degli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, quando l’inflazione, anche più elevata, era seguita da un aumento dei salari, anche se magari non perfetto, e quindi alla fine veniva anestetizzata questa volta ve la trovate tutta sui portafogli, e si traduce secca in una calo della vostra capacità di acquisto. Siete tutti più poveri rispetto all’anno precedente.
Ovviamente quest’effetto povertà si è trasferito sulle vendite al dettaglio e sui consumi, che stavano già languendo e pure senza Omicron, con un calo a novembre. Vedremo dicembre, ma sarà deludente
Le colpe di chi sono? Si fa preso a fare un elenco:
- Di chi ha impostato la politica energetica europea facendo la transizione carbonica (cioè imponendo nuove tasse sulle emissioni di CO2), senza fare nessuna valutazione d’impatto del Covid-19 sui consumi energetici. Nessuno, veramente nessuno, né a Bruxelles, né a Roma, si è preso la briga di fare delle ipotesi, di creare degli scenari , su quello che avrebbe potuto succedere post Covid alla ripresa dell’Economia. Si è andato avanti comunque, come un treno, e queste sono le conseguenze.
- Di chi sta impostando una politica aggressiva contro la Russia dopo aver reso dipendente i paesi europei dal gas russo. Praticamente ci stiamo strozzando con le nostre mani. O meglio stanno strozzando voi perché vi assicuro che chi gestisce queste decisioni non ne subisce la minima ricaduta.
Quindi avete tutti i dati per capire, se volete.
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