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Analisi e studi

Tempesta sull’Euro: Inflazione in caduta libera in Francia, Paesi Bassi in fiamme. La moneta unica al bivio

Una frattura economica scuote l’Europa. Mentre l’inflazione francese crolla a sorpresa allo 0,7%, quella olandese esplode al 4,1%, oltre 5 volte superiore. Scopri la verità nascosta dietro i numeri e perché questa divergenza drammatica minaccia di mandare in cortocircuito la BCE e il futuro stesso dell’euro

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I dati recenti sull’inflazione in Francia e nei Paesi Bassi rivelano una realtà economica frammentata all’interno dell’area euro, evidenziando sfide significative per la moneta unica.

In Francia, a maggio 2025, l’inflazione annuale è scesa inaspettatamente allo 0,7%, il livello più basso da febbraio 2021, rispetto allo 0,8% di marzo e aprile, al di sotto delle attese dello 0,9%.

Questo rallentamento è stato trainato principalmente da un aumento più moderato dei prezzi dei servizi (2,1% contro 2,4%), con un calo dei costi di trasporto e una discesa più marcata dei prezzi delle comunicazioni.

I prezzi dell’energia sono diminuiti dell’8,1%, dopo un calo del 7,8% nel mese precedente, mentre l’inflazione alimentare è leggermente aumentata (1,3% contro 1,2%). I prezzi dei tabacchi sono rimasti stabili al 4,1%, e i beni manifatturieri hanno continuato a scendere dello 0,2%.

Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è scivolato dello 0,1%, con i costi dell’energia in calo per il quarto mese consecutivo, nonostante l’aumento dei prezzi alimentari. L’indice armonizzato europeo (HICP) è cresciuto solo dello 0,6% su base annua, il minimo da dicembre 2020, con un calo mensile dello 0,2%.

Ecco il relativo grafico:


Al contrario, nei Paesi Bassi, l’inflazione annuale è stata confermata al 4,1% ad aprile 2025, in aumento rispetto al 3,7% di marzo, toccando il livello più alto da oltre un anno e mezzo, pari al picco di dicembre.

A spingere l’inflazione sono stati soprattutto i costi di abitazioni e utenze, cresciuti del 4,5% (contro il 4% di marzo), il ritmo più rapido in cinque mesi. Anche i prezzi dei trasporti hanno accelerato (1,9% contro 1%), il dato più alto da dicembre scorso, così come quelli di arredamento e attrezzature per la casa (2,4% contro 1,9%) e di attività ricreative e culturali (3,9% contro 2,9%).

L’inflazione per cibo e bevande analcoliche è rimasta stabile al 3,9%, mentre i prezzi di abbigliamento e calzature sono diminuiti dello 0,1%. L’inflazione core, che esclude energia, cibo, alcol e tabacchi, è salita al 4,2% un livello che richiederebbe una stretta monetaria, il massimo da ottobre 2023, rispetto al 3,7% di marzo. Su base mensile, il CPI è cresciuto dell’1%, e l’indice armonizzato europeo ha registrato un aumento del 4,1% su base annua, rispetto al 3,4% del mese precedente.

Calcolare la media di questi dati è semplice e questo lo fa Eurostat per calcolare l’inflazione nell’Area Euro, con una semplice operazione matematica.

Ma questo esercizio matematico nasconde una verità più complessa. L’area euro sta cercando di unificare economie profondamente diverse, con inflazioni che divergono in modo netto anche in regioni vicine come Francia e Paesi Bassi, entrambe nel cuore dell’Europa centro-settentrionale.

La differenza è abissale: l’inflazione olandese è oltre cinque volte quella francese (4,1% contro 0,7%). Questa disparità solleva una domanda cruciale: come può una moneta unica funzionare efficacemente in un contesto in cui le dinamiche dei prezzi sono così divergenti?

Le cause di queste differenze sono molteplici: dalla struttura dei mercati energetici e dei servizi, alle politiche nazionali, fino alle diverse risposte alla crisi economica globale. In Francia, il calo dei prezzi dell’energia e dei servizi ha frenato l’inflazione, mentre nei Paesi Bassi i costi abitativi e di trasporto spingono i prezzi verso l’alto. Queste divergenze non sono solo numeri, ma riflettono realtà economiche vissute in modo diverso dai cittadini. Un euro che vale “meno” in un paese rispetto a un altro erode il potere d’acquisto e crea tensioni sociali, rendendo difficile per la Banca Centrale Europea adottare una politica monetaria che soddisfi tutti.

L’area euro, con la sua moneta unica, si trova di fronte a un paradosso: unire economie sotto un’unica valuta richiede convergenza, ma le divergenze inflazionistiche mostrano quanto siano ancora lontane. Questo rende difficile l’applicazione delle politiche monetarie: la Francia avrebbe bisogno di uno stimolo, perché l’inflazione mostra un’economia in affanno, mentre i Paesi Bassi necessiterebbero una stretta per riportare l’inflazione sotto controllo. Qualsiasi decisione prenderà la BCE, sarà comunque sbagliata per qualcuno.


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