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In tre anni, la Borsa Italiana ha recuperato 300 miliardi di euro di valore

Nel giro di tre anni, che coincidono con quello del governo guidato da Giorgia Meloni, il mercato azionario italiano non solo ha recuperato le perdite del 2022, ma ha raggiunto nuovi massimi, con un ruolo sempre più centrale delle società quotate nella creazione di valore complessivo del sistema imprenditoriale nazionale.
Dal 2022 a oggi, il valore delle quotate è salito di 301,1 miliardi, da 577,8 miliardi a 807,9 miliardi, in crescita del 59,4%. Più nel dettaglio, l’andamento del valore delle società per azioni italiane nel periodo 2021-2025, infatti, mostra una fase di contrazione seguita da una crescita solida e continua, con dinamiche differenziate tra totale delle spa e società quotate.
Nel 2022 il valore complessivo delle società per azioni scende a 2.802 miliardi di euro, in calo di circa 210 miliardi (-7,0%) rispetto ai 3.012 miliardi del 2021; nello stesso periodo, il valore delle società quotate registra una flessione ancora più marcata, passando da 619 a 507 miliardi di euro, con una riduzione di 112 miliardi (-18,1%).
La tendenza si inverte nel 2023, quando il valore totale risale a 3.311 miliardi, con un aumento di 509 miliardi (+18,2%), mentre le quotate crescono a 578 miliardi, in aumento di 71 miliardi (+14,0%).
Nel 2024 la crescita prosegue: il valore complessivo delle spa sale a 3.589 miliardi, con un incremento di 278 miliardi (+8,4%), e quello delle società quotate raggiunge 657 miliardi, in aumento di 79 miliardi (+13,6%).
L’accelerazione più intensa si registra nel 2025, quando il valore totale delle società per azioni arriva a 3.936 miliardi di euro, crescendo di 347 miliardi (+9,7%), mentre il valore delle società quotate supera gli 808 miliardi, con un incremento di 151 miliardi (+23,0%).
Nel complesso, dopo la brusca correzione del 2022, il mercato azionario italiano ha imboccato una traiettoria di espansione robusta, con le società quotate che hanno mostrato una capacità di recupero e di crescita superiore alla media del sistema.
Osservando l’universo complessivo delle società per azioni, quotate e non quotate, emerge come nel 2025 il valore totale del capitale abbia registrato una crescita molto significativa, salendo a 3.935,5 miliardi di euro, con un aumento di 346,8 miliardi rispetto al 2024, pari a una variazione del 9,66%.
All’interno di questo perimetro, il sistema imprenditoriale italiano continua a mantenere una chiara trazione familiare: le famiglie rafforzano ulteriormente il proprio ruolo, portando le partecipazioni da 1.609,7 miliardi a 1.736,1 miliardi di euro, con un incremento di 126,4 miliardi (+7,85%), pur registrando una lieve riduzione della quota percentuale dal 44,86% al 44,11% del capitale complessivo.
Crescono in modo consistente anche le partecipazioni degli investitori stranieri, che aumentano di 102,5 miliardi (+14,12%), passando da 725,8 a 828,3 miliardi di euro e salendo al 21,05% del capitale totale delle spa.
Le imprese rafforzano la propria presenza con un aumento di 55,1 miliardi (+10,37%), da 531,8 a 586,9 miliardi, mantenendo una quota sostanzialmente stabile attorno al 15%.
In aumento anche le partecipazioni delle banche, cresciute di 48,1 miliardi (+9,44%), da 509,0 a 557,0 miliardi, così come quelle delle assicurazioni e dei fondi pensione, salite di 6,5 miliardi (+9,30%), da 69,4 a 75,8 miliardi.
Lo Stato e la Banca centrale incrementano le proprie quote di 8,1 miliardi (+6,65%), arrivando a 130,0 miliardi, mentre gli enti locali registrano un aumento più contenuto, pari a 357 milioni (+2,70%), da 13,2 a 13,6 miliardi.
In lieve flessione, invece, le partecipazioni degli enti di previdenza, che scendono di 208 milioni (-2,61%), da 8,0 a 7,8 miliardi di euro.
Nel complesso, la crescita del valore delle società per azioni non altera in modo sostanziale gli equilibri proprietari: l’Italia resta un Paese in cui il capitale è saldamente radicato nelle famiglie, affiancate da una presenza straniera in espansione e da un rafforzamento selettivo degli investitori istituzionali.
«I numeri raccontano una storia positiva che riguarda tutto il Paese. La crescita del valore delle società per azioni, che supera ormai i 3.900 miliardi di euro, non è un dato astratto o riservato ai mercati finanziari, ma rappresenta una ricchezza reale che rafforza il sistema economico nazionale, sostiene imprese, lavoro e risparmio e contribuisce alla solidità complessiva dell’Italia. Un mercato che cresce è un Paese che genera valore e opportunità diffuse.” commenta in dati Paolo Longobardi, il presidente di Unimpresa
“Allo stesso tempo l’aumento- aggiunge Longobardi- significativo delle quote detenute da investitori stranieri, in particolare nelle società quotate, è la conferma che l’Italia è tornata a essere attrattiva sui mercati internazionali. I capitali esteri non arrivano per caso: scelgono contesti stabili, affidabili, con fondamentali solidi e una prospettiva di medio-lungo periodo. Questo significa che il nostro sistema economico viene percepito come credibile e competitivo, nonostante le difficoltà del quadro globale. La sfida ora è trasformare questa fiducia in investimenti produttivi, innovazione e crescita dell’occupazione. Valorizzare il capitale che entra dall’estero e quello che resta saldamente nelle mani di famiglie e imprese italiane deve diventare una priorità della politica economica, perché solo così la ricchezza generata dai mercati potrà tradursi in benefici concreti per tutto il Paese»









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