Conti pubbliciEconomia
In manovra 3,5 miliardi in piu per le imprese, piu risorse a Zes unica e transizione 5.0

Attorno all’ora di pranzo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è presentato di persona in Senato. Il titolare del Mef ha annunciato ai senatori della commissione Bilancio l’arrivo di un nuovo emendamento che di fatto fa lievitare la Manovra di Bilancio di 3,5 miliardi. Una mossa che ha sorpreso considerando l’attenzione del ministro per il controllo dei conti.
Risorse destinate a venire incontro alle richieste delle imprese sulla durata dell’iper-ammortamento, su Transizione 5.0 e sui crediti d’imposta per gli investimenti nella Zona economica speciale unica del Sud, che il governo ha di recente esteso e che sta incontrando un successo al di là di ogni piu rosea aspettativa.
«Abbiamo avuto domande oltre previsioni su Zes e Transizione 5.0, riteniamo ragionevole dover coprire», ha spiegato. Ma parlare di nuove risorse per il mondo produttivo vuol dire anche trovare le necessarie coperture. La strada da percorrere passa per le assicurazioni, che quindi dovranno dare un contributo aggiuntivo alla Manovra oltre a quello già previsto. Di fatto si tratta di un anticipo, sotto forma di acconto, del contributo al servizio sanitario nazionale che le compagnie versano sotto forma di maggiorazione sulle polizze per la responsabilità civile. La misura era già nel pacchetto allo studio dei tecnici intenti nei mesi scorsi a definire in che modo il mondo della finanza avrebbe dovuto contribuire alle risorse per finanziare la legge di Bilancio. Tra gli emendamenti ancora attesi ci sono infine alcune norme sulla sicurezza sul lavoro e una riformulazione delicata dell’emendamento sulle riserve auree di Banca d’Italia.
«Siamo a posto. Nella riformulazione che ho presentato a nome del Governo riteniamo che la questione si possa considerare chiusa», ha detto sulla questione Giorgetti, uscendo dall’Ufficio di presidenza della commissione Bilancio del Senato. Su quest’ultimo punto, infatti, il ministro ha portato avanti un negoziato con la Banca centrale europea con l’obiettivo (pare riuscito) di trovare un compromesso che consentiva di mantenere nel testo il principio – caro a Fratelli d’Italia – secondo cui le riserve auree «appartengono al popolo italiano», ma ribadendo al tempo stesso che continueranno a essere gestite e detenute da Bankitalia, nel rispetto della sua indipendenza e dell’autonomia prevista dai Trattati europei.
l nuovo maxi-emedamento viene incontro alle richieste del mondo delle imprese, nel giorno, peraltro, in cui l’Italia ha ricevuto il plauso della direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. «Grazie alla forte posizione attuale dell’Italia, esiste un’opportunità concreta di guidare l’Europa verso una maggiore competitività», ha spiegato la numero uno dell’istituzione. L’ex commissaria europea si è complimentata con Roma per la riduzione del deficit, che porterà il Paese fuori dalla procedura Ue per disavanzo eccessivo con un anno d’anticipo. Chiede però al governo uno sforzo ulteriore sulle riforme.
Pochi giorni fa, infatti, il presidente della Confindustria, Emanuele Orsini era stata chiarissimo in questo senso ” «Non c’è solo il rigore. Va bene l’Irpef, ma la ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef o con le pensioni. La fai generando del lavoro e rendendo l’Italia competitiva». In questa direzione il modello è la Zes Unica per il Sud, «che ha generato posti di lavoro e che con quegli stessi denari impegnati ha fatto raccogliere in due anni con l’Iva generata dagli investimenti. Una misura semplice che ha anestetizzato la pubblica amministrazione». La stessa richiesta era arrivata a proposito del rifinanziamento della misura Transizione 5.0, in occasione del tavolo di venti giorni fa al Mimit, alla presenza di tutto le categorie del mondo delle imprese e e dei ministri Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti e Tommaso Foti, che avevano rassicurato in merito a questo maxi emendamento del governo.
Due misure che stranamente hanno seguoto quasi un identico percorso, prima criticate oltremodo e poi invece ritenute fondamentali. La Zes unica, misura fortemente voluta dall’ex Ministro degli affari Europei, ora vicepresidente esecutivo della Ue, Raffaele Fitto, che ha creato una struttura di missione ad hoc guidata brillantemente dall’avvocato Giosy Romano e che sta rappresentando un volano di crescita per tutto il mezzogiorno d’Italia. E la seconda che dopo un naturale rodaggio ed alcune semplificazioni apportate dal ministero guidato da Urso, ha dovuto fare i conti con un rapida accelerazione delle richieste che ha prosciugato i 2,5 miliardi disponibili, nonostante uno stanziamento iniziale maggior.









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