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In Cina c’è un boom di sofferenze bancarie e mutui impagati. Famiglie in crisi

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I default dei mutuatari cinesi sono saliti a livelli record dallo scoppio della pandemia di coronavirus, evidenziando la profondità della recessione economica del Paese e gli ostacoli a una piena ripresa, secondo i dati riportati da FT.

Secondo i tribunali locali, un totale di 8,54 milioni di persone, la maggior parte delle quali di età compresa tra 18 e 59 anni, sono ufficialmente inserite nella lista nera dalle autorità dopo aver mancato i pagamenti su tutto, dai mutui immobiliari ai prestiti commerciali. Si tratta di un’importante indicazione delle difficoltà in cui stanno incorrendo le famiglie cinesi.

Questa cifra, equivalente a circa l’1% degli adulti cinesi in età lavorativa, è in aumento rispetto ai 5,7 milioni di morosi all’inizio del 2020, poiché i blocchi pandemici e altre restrizioni hanno ostacolato la crescita economica e distrutto i redditi delle famiglie. Abbiamo 3,84 milioni di persone in più che sono diventate morose nei pagamenti.

Il crescente numero di inadempienti renderà ancora più difficile rafforzare la fiducia dei consumatori nella Cina, la seconda economia più grande del mondo e una fonte cruciale di domanda globale. Inoltre, getta i riflettori sulla mancanza di leggi sul fallimento personale nel paese che potrebbero attenuare l’impatto finanziario e sociale dell’impennata del debito.

Secondo la legge cinese, ai soggetti inadempienti inseriti nella lista nera viene impedito di svolgere una serie di attività economiche, tra cui l’acquisto di biglietti aerei e l’effettuazione di pagamenti tramite app mobili come Alipay e WeChat Pay, il che rappresenta un ulteriore ostacolo per un’economia afflitta dal rallentamento del settore immobiliare e dalla scarsa fiducia dei consumatori. Inoltre queste persone diventano dei veri e propri paria sociali in un paese in cui il 92% dei pagamenti è effettuato elettronicamente tramite QR code.  La vita per i mutuatari inseriti nella lista nera può essere difficile poiché devono affrontare decine di restrizioni imposte dallo stato. Agli inadempienti e alle loro famiglie viene impedito di accedere ai lavori pubblici e può anche essere loro vietato l’uso delle strade a pedaggio.

Il processo di inserimento nella lista nera viene attivato dopo che un mutuatario viene citato in giudizio dai creditori, come le banche, e quindi non rispetta una successiva scadenza di pagamento.

La crisi del debito personale fa seguito alla corsa ai prestiti da parte dei consumatori cinesi. Secondo l’Istituto nazionale per la finanza e lo sviluppo, un think tank con sede a Pechino, il debito delle famiglie in percentuale del prodotto interno lordo è quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni, raggiungendo il 64% a settembre. Però ora questa crescita è ormai legata al debito: la dinamica salariale si è praticamente fermate, gli immobili calano di valore e quindi le famiglie non riescono più ad arrivare a fine mese con lo stipendio, ma non possono spesso neanche vendere i beni per liberarsi dai debiti.

Poi c’è un problema di disoccupazione giovanile che colpisce proprio chi ha redditi più bassi perché ha stipendi inferiori, ma ora si trova anche nella situazione, drammatica, di non avere neppure queste entrate.

La China Merchants Bank ha dichiarato questo mese che i crediti inesigibili derivanti da pagamenti con carta di credito scaduti da 90 giorni sono aumentati del 26% nel 2022 rispetto all’anno precedente. La China Index Academy, una società di consulenza con sede a Shanghai, ha segnalato 584.000 pignoramenti in Cina nei primi nove mesi del 2023, quasi un terzo rispetto all’anno precedente.

Come abbiamo scritto la legge fallimentare cinese è estremamente restrittiva, soprattutto in un paese con poco contante come quello attuale, e proprio l queste limitazioni impediscono a molti di lavorare, quindi di ripagare i debiti. Un burrone di disagio, paura e povertà che coinvolge sempre più famiglie.

 


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