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Il vero incubo logistico mondiale? Che all’attuale caos nei porti west coast USA si unisca uno sciopero

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Prima di tutto se pensate che la crisi logistica USA, con decine di navi bloccate fuori dal porti di Los Angeles e Seattle, che aspettano giorni prima di essere scaricate, e dopo con i container che restano giorni nei depositi portuali poi impiegano ancora giorni per essere poi smazzati e distribuiti. Tutta questa crisi si riverbera anche su di noi:

  • i container bloccati non sono disponibili su altre tratte;
  • le navi bloccate, portacontainer o dry, non sono disponibili su altre tratte.
  • quindi le altre tratte, anche quelle europee, vedono di riflesso aumentare i costi dei noli.

Perché c’è questa congestione?  Per un mix di disastri logistici per il covid:

  1. le infrastrutture portuali, soprattutto le gru, sono insufficienti alle procedure di scarico;
  2. i tir, che prima trasportavano due o te carichi al giorno dal porto a fuori, con autisti già sottopagati, ora ne riescono a portare via solo uno, con ore e ore di coda in diversi colli di bottiglia logistici. Le paghe a cottimo, già basse, diventano insufficienti, spariscono gli autisti, e la situazione peggiora;
  3. i sistemi automatizzati di carico dei porti sono fragili e fanno perdere ancora più tempo;
  4. I container tolti dai porti devono essere scaricati in magazzini intermedi, dove il personale, già sottopagato, ora scarseggia .

Insomma vi sono diversi colli di bottiglia, non è un problema solo di gru e di navi, ma richiederà un tempo molto lungo per essere risolto. Quindi chi si aspetta che la crisi arrivi almeno a metà 2022 ha perfettamente ragione. 

A quel punto potrebbe aggiungersi una seconda crisi. Secondo Bloomberg, se la congestione portuale non viene alleviata entro la metà del prossimo anno, i lavoratori portuali sindacalizzati potrebbero scioperare alla scadenza del contratto, complicando ulteriormente la congestione portuale.

La scadenza di circa 15.000 contratti di lavoratori portuali della costa occidentale il 1° luglio 2022, creerà un enorme strappo nell’arretrato delle navi e nella congestione dei container a terra. Quando l’International Longshore and Warehouse Union (ILWU) ha discusso i contratti nel 2014, i porti della costa occidentale hanno dovuto affrontare mesi di rallentamenti. Quindi nel momento in cui la crisi attuale potrebbe sembrare vicino alla fine, scoppierebbe un altro bubbone che rallenterebbe il sistema portuale per altri mesi.

Tutto questo ha ovviamente delle ricadute pesantissime sul costo dei prodotti importati negli USA e sulla loro disponibilità, da un lato innescando una spinta stagflazionistica, dall’altro creando una forte penuria che può lasciare vuoti certi scaffali dei negozi.

 

 

 


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