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Il Sultano ha buttato la maschera ed odora di sangue.

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erdogan

 

http://www.imolaoggi.it/2015/11/25/capo-dei-servizi-segreti-turchi-la-nato-aiuti-isis-a-combattere-linvasione-russa/

Altro nuovo amico, un simpatico tipetto, stavolta.
Hakan Fidan è nientepopodimeno che il capo dei servizi segreti turchi.

hakan-fidan-turchia
Ha indetto una conferenza stampa chiedendo l’intervento della Nato a favore dell’ISIS, contro “l’aggressione russa”.

Davvero

Ecco le sue testuali parole, tradotte come meglio si può:

L’ISIS è una realtà e dobbiamo accettare che non possiamo sradicare una organizzazione così bene organizzata e popolare come lo Stato Islamico.
Comunque io prego i miei colleghi occidentali di rivedere le loro convinzioni sulle politiche islamiche , ritirarsi dalle loro mentalità ciniche e contrastare i piani di Vladimir Putin di sconfiggere i Rivoluzionari Islamisti Sririani”.

Conclude auspicando l’apertura di una ambasciata dello stato islamico a Istambul.
Beh, perlomeno adesso ufficialmente sappiamo da che parte sta Edorgan.

Quindi decidiamoci, la Nato è a favore o no dell’ISIS?
La Turchia fa parte della Nato , o no?
Gli attentatori di Parigi sono i buoni?

Houston, abbiamo un problema.

P.S. mi sa che è meglio evitare viaggi in Turchia, a qualsiasi costo, per qualche tempo.

RISCHIO CALCOLATO

 

Finalmente sono usciti allo scoperto e purtroppo non è una bufala . Il capo sei servizi segreti Turchi invita  i paesi Nato a schierarsi con la Turchia alleandosi all’ISIS per combattere la Russia. Il fatto che la Francia in Siria stia combattendo l’ISIS con la Russia sembra non sia un problema.

 

http://www.ilnord.it/index.php?id_flash=7642#.VlchGN1fxgY.facebook

ERDOGAN FA ARRESTARE I GIORNALISTI CHE HANNO SVELATO TRAFFICO D’ARMI PER L’ISIS

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 26 novembre – ISTANBUL – La procura di Istanbul, ”sollecitata” da Erdogan, ha richiesto oggi l’arresto per Can Dundar, direttore del quotidiano di opposizione laica Cumhuriyet, e Erdem Gul, a capo della redazione di Ankara, per un’inchiesta in cui il giornale rivelo’ il passaggio di camion carichi di armi dalla Turchia alla Siria. Quell’inchiesta, documentata, ha messo in difficoltà il regime al potere in Turchia, che usa con la libertà di stampa sistemi spicci: far arrestare chi osa mettere in dubbio quanto dice il rais.

Da tempo si sapeva che il principale canale di rifornimento dell’ISIS passava per la Turchia. Una coraggiosa giornalista turca che lo ha documentato sparì dopo 2 giorni e pagò con al vita al propria mancanza di discrezione. Tuttavia l’attenzione dell’opinione pubblica si è più concentrata sul sostegno finanziario salaffita che veniva dalla penisola arabica e sull’iniziale appoggio americano in funzione antiAssad ( cioè contro il principale alleato dell’Iran e della Russia) che non sul fatto che retrovie rifornimenti campi di addestramento dell’ISIS si trovassero dietro al frontiera turca. A ben guardare la politica di Erdogan in effetti è lineare all’interno ed all’estero. All’interno distruggere lo Stato Laico di Ataturk dando una legittimazione religiosa al proprio potere che assume sempre caratteristiche dittatoriali. All’estero ricostruire i fasti del Sultanato nei territori che gli erano appartenuti. Per far questo usa l’ISIS: davanti al caos ed all’orrore prima o poi la pavida opinione pubblica occidentale avrebbe accettato, anzi delegato l’esercito turco a riportar l ‘ordine in quelle regioni.
Obama non era un ostacolo: già ricattabile per l’aiuto iniziale all’ISIS, è inchiodato ad una politica ambigua per paura di perdere la Turchia come membro Nato. In fondo si rivede lo stesso schema anche in Libia:  il governo filoturco di Tripoli si offre di combattere l’ISIS piazzato a ridosso del governo legittimo rifugiatosi a Tobruk ( e sostenuto dall’Egitto) in cambio del riconoscimento dell’Occidente.
Ma se la strategia era questa a cosa è dovuta questa improvvisa accelerazione degli avvenimenti?
Dobbiamo partire dall’offensiva antiISIS dell’anno scorso fallita ovunque tranne in un posto : sul confine siriano- turco dove i Curdi minacciano dai due lati la zona in mano ISIS a Nord Est di Aleppo che è anche il principale canale di rifornimento del movimento terroristico, non è caso è stato il teatro dell’abbattimento del SU24  russo e dove si concentrano i raid di Putin. Davanti alla minaccia curda la Turchia replica proponendo una zona di sicurezza in Siria per tener lontano l’ISIS, da occuparsi con l’esercito turco,  pardon del Sultano, che così invece ne garantirebbe i rifornimenti. Ma l’intervento di Putin fa saltare tutto.
Così il nostro piccolo Cavour col turbante tira fuori un piano B. Far scontrare la NATO coi Russi. L’abbattimento del SU24 è stato nel migliore dei casi un agguato: lo sconfinamento è durato qualche minuto tant’e vero che l’aereo è caduto chilometri dentro il territorio siriano. Lo stavano aspettando. Naturalmente gli ipocriti a cominciare di quelli che siedono alla Casa Bianca han poi parlato di un diritto a difendersi dall’intrusione di un aereo da guerra straniero. Peccato che di sconfinamenti così la stessa Turchia ne abbia fatti ai danni della Grecia nel solo 2014 ben 2200 . Cosa dovevano fare i Greci? Abbattere 2200 aerei turchi?
Se poi è vera la notizia dell’Alto Comando Curdo di una paio di Jet provenienti non identificati dalla Turchia e lì tornati dopo un profondo raid in Siria il giorno dopo, si ottiene il quadro di una provocazione alla Russia pianificata al fine di ricorrere alle clausole di mutuo soccorso della Nato.

 

foto di People's Defense Units YPG.

Gen. Comm. Statement Regarding Unidentified Planes Flying Over Jazeera Region, Rojava, Syria

Immediate Release for the Media and Public Opinion
STATEMENT 20151125_02

ROJAVA, Syria (November 25, 2015) — On Tuesday night November 24 between 8 and 9 pm, two unidentified military helicopters were spotted in the sky of Alian District north of Qamishlo city in Jazeera Canton, Rojava, Syria. The two planes were later followed while flying over the town Rimelan and Tel Adas Petroleum Station (Gerziro) and the village of Gerziarat, and then headed north towards the Turkish border.

We the People’s Defense Units (YPG) warn against these irresponsible actions, in case of repetition, we will conduct the necessary response to target any violations of this kind.

General Command
People’s Defense Units YPG
November 25, 2015

 

Così la Nato si ritroverebbe in guerra con la Russia in Siria a fianco di Turchia ed ISIS…pazzesco.
Non credo che il piano del piccolo Sultano andrà in porto: Putin replicherà,  ma non nei modi e nei tempi di cui Erdogan ha bisogno. Il tempo di Obama sta scadendo e il nuovo presidente quasi sicuramente repubblicano e probabilmente Trump, non credo ne seguirà certo le impronte. ( che portano al baratro e non certo alla pace). Ma il quadro che si prospetta proseguendo la politica di Erdogan è quantomeno inquietante; lo scontro tra una coalizione fondamentalista sunnita guidata da Erdogan ( coprendente ISIS ed AlQueida) con una coalizione sciita che comprende Hezbollah libanesi, lealisti siriani, sciiti iracheni ed un Iran capeggiata dai radicali Ajatollah di Quoom dopo il tramonto di Alì Sistani. Gli unici possibili alleati per l’occidente sembrano i Curdi, come ha recentemente osservato Luttwak, ma questo implica una rottura con la Turchia che li bombarda. La Merkel sembra aver già scelto, avendo qualche milione di turchi in casa … cosa faranno gli altri europei’
Una cosa bisogna riconoscere ad Erdogan: ha scelto bene il momento per giocare le sue carte: l’Occidente non ha mai avuto una leadership più incapace ed incompetente: partendo dalla Casa Bianca ed arrivando all’Eliseo, dalla testardaggine prussiana alla bottega del Salsicciaio italiano.


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