Difesa
Il sabotaggio dei pager non era improvvisato: grande attacco dell’aviazione israeliana contro Hezbollah
L’attacco a cercapersone e walkie-talkie pare sia stato solo una fase di un programma più ampio offensivo contro Hezbollah, che ora vede come sua seconda fase un attacco aereo molto esteso, che punta alla distruzione dei lanciamissili.
L’esplosione dei cercapersone non è stato un evento improvvisato, ma apapre sempre più come parte di un’operazione complessa e coordinata contro Hezbollah.
Questa volta non c’è stata, non casualmente, alcuna conferenza stampa, ma l’IDF nella notte tra giovedì e venerdì ha portato a termine il secondo più grande attacco ufficiale contro Hezbollah dell’anno. Gli attacchi sono arrivati fino a Beirut.
La distruzione da parte dell’aviazione di 100 lanciatori di razzi di Hezbollah e di 1.000 razzi, principalmente nel sud del Libano, non è solo un altro contrattacco, ma ha conseguenze strategiche per le capacità di Hezbollah.
Un attacco israeliano ‘normale’ elimina decine o meno di razzi. Questo significa che l’attacco è stato mirato sui grandi depositi e sui lanciatori.
Questo numero di razzi, soprattutto nel sud del Libano, ha un impatto significativo su ciò che Hezbollah può fare per contrastare Israele per gli eventi di questa settimana.
Sebbene Israele non si sia ancora preso pubblicamente il merito delle esplosioni di ordigni di massa di martedì-mercoledì, che hanno ferito circa 3.000-4.000 agenti di Hezbollah, tra cui comandanti di alto livello, oltre a molti civili, Hezbollah e il mondo intero hanno dato per scontato che fosse Israele e, da mercoledì, i funzionari israeliani hanno probabilmente deciso che era inutile contenere una situazione comunque destinata ad esplodere.
Gli obiettivi erano i lanciatori dei razzi. Hezbollah, ad inizio del conflitto, aveva 150 mila razzi di vario tipo, ma non 150 mila lanciatori. Colpendo i lanciatori si rendono inutili gran parte dei lanciatori.
A questo punto è evidente che l’attacco abbia cercato di capitalizzare la confusione seguita all’attacco tramite dispositivi elettronici, che sicuramente ha danneggiato la capacità di comunicare dei miliziani. Tutto questo è avvenuto dopo che Hassan Nasrallah, leader di hamas, ha promesso una dura vendetta contro Israele.
Poche settimane fa sembrava che la situazione nel nord potesse rimanere tranquilla e che ci si potesse avviare a una de-escalation. Mai situazione fu più illusoria.
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