Energia
Il Regno Unito nazionalizza l’operatore della rete elettrica
National grid cede l’ESO, l’Operatore di Sitema Elettrico britannico, che viene nazionalizzato e diventerà NESO. Perché tanti saranno gli investimenti di rete per poter sorreggere la transizione energetica
National Grid ha raggiunto un accordo per la vendita del suo Electricity System Operator (ESO) al governo per 630 milioni di sterline, aprendo la strada al passaggio della divisione alla proprietà pubblica.
La società di servizi FTSE 100 ha dichiarato venerdì di aspettarsi che la transazione venga completata il 1° ottobre, quando il governo e il regolatore Ofgem intendono istituire il National Energy System Operator (NESO). L’ESO di National Grid gestisce la sala di controllo che bilancia la domanda e l’offerta di energia in tempo reale. La sua vendita avviene dopo l’approvazione dell’Energy Act nell’ottobre 2023, che consentirà all’ESO di diventare una società pubblica che agirà come operatore di sistema e pianificatore indipendente del Regno Unito.
Il governo ha dichiarato che il NESO “svolgerà un ruolo fondamentale nel sostenere la sicurezza energetica del Regno Unito, la transizione verso la rete zero e la riduzione delle bollette dei clienti”.
La società sarà presieduta da Paul Golby, ex amministratore delegato di E.ON UK.
National Grid ha dichiarato che il valore finale della vendita del suo ESO sarà soggetto ai “consueti aggiustamenti di chiusura”.
L’azienda gestisce reti energetiche su entrambe le sponde dell’Atlantico e ricava la maggior parte dei suoi introiti da tariffe regolamentate applicate alle bollette energetiche.
Il Segretario all’Energia Ed Miliband ha dichiarato venerdì: “La giornata di oggi segna una pietra miliare per il sistema energetico britannico, in quanto portiamo l’operatore del sistema nella proprietà pubblica per fornire una competenza imparziale e completa sulla costruzione di una rete adatta al futuro”. “Il nuovo operatore del sistema energetico nazionale ha un ruolo enorme da svolgere nella realizzazione della nostra missione di rendere la Gran Bretagna una superpotenza energetica pulita”.
“Si tratta di un altro passo avanti compiuto da un governo che ha fretta di ottenere risultati per i cittadini britannici“.
John Pettigrew, amministratore delegato di National Grid, ha commentato: “Non vediamo l’ora di collaborare con il NESO per continuare a portare avanti la transizione energetica del Regno Unito, accelerando la decarbonizzazione del sistema energetico per le economie digitali ed elettrificate del futuro”.
A maggio, National Grid ha annunciato un aumento di capitale di 7 miliardi di sterline come parte degli sforzi per raddoppiare la spesa in conto capitale nei cinque anni fino a marzo 2029, che si prevede ammonterà a 60 miliardi di sterline.
L’annuncio è arrivato in concomitanza con una serie di risultati annuali in cui l’azienda ha dichiarato che l’utile operativo è sceso dell’8% a 4,5 miliardi di sterline, attribuito a “oneri eccezionali non monetari”. Lo stato doivrà sostenere gli ingenti, e non eccessivamente redditizi, investimenti nel rinnovamento della rete che dovrà fare fronte alle nuove esigenze delle energie rinnovabili.
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