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Il programma di Javier Milei in tredici punti, e la nostra valutazione

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Il numero di voti raccolti dall’economista iperliberista, Javier Milei nelle primarie in Argentina, prima passo del processo elettoriale presidenziale, hanno messo in evidenza il malessere profondo del paese sudamericano.

Però il suo programma è realizzabile praticamente senza portare a un disastro sociale? Si può cancellare veramente la banca centrale? Quali sarebbero le conseguenze? Cosa ci dice questo programma sull’economia e sulla finanza moderni, anche in Europa?

Abbiamo seguito l’analisi del programma fatta da Manuel Garcia Gojon, che lo ha spezzato in 13 punti, che qui vi presentiamo.

La prima misura consiste in una riforma organizzativa del governo, passando da 18 a 8 ministeri. I ministeri da includere sono quelli degli Interni, delle Relazioni estere, della Difesa, dell’Economia, della Giustizia, della Sicurezza, delle Infrastrutture e del Capitale umano. Inizialmente non saranno licenziati burocrati di carriera, ma saranno riassegnati, anche se il calo comunque prevederà delle riduzioni di posizione. Gli incaricati politici non saranno rinnovati e saranno ridotti al minimo. Tutti i privilegi dei dipendenti statali, come guardie del corpo e autisti, saranno eliminati, tranne nei casi in cui siano assolutamente necessari per motivi di sicurezza. Questa misura prevede anche l’avvio del processo di privatizzazione o chiusura di tutte le aziende statali. Una misura del genere porterà un bel po’ di confusione, ma anche la gara a farsi amico il nuovo capo. La chiusura delle aziende pubbliche, tutte indiscriminatamente, o la loro cessione non porterà vantaggi, come dimostra quello che ha fatto Prodi in Italia, anzi. Certo che , visti i pasticci del passato, gli argentini ne siano tentati.

La seconda misura consiste in una significativa riduzione della spesa pubblica. Per il primo bilancio, si cerca di eliminare voci di spesa pari al 15% del PIL, portandolo da un deficit a un surplus. Sul fronte delle entrate, si cerca di eliminare il 90% delle tasse, che raccolgono solo un importo pari al 2% del PIL ma hanno un effetto distorsivo. C’è anche l’intenzione di abbassare le tasse che rimangono. Ogni taglio comunque rischia di portare a una contrazione del PIL e al disagio sociale, se si tagliano spese socialmente utili. Sulla seconda operazione, sarebbe meritoria, ma vedremo la sinistro insorgere sugli zero virgola, esattamente come da noi.

La terza misura consiste nella flessibilizzazione delle norme sul lavoro. Il licenziamento di un dipendente è attualmente molto costoso in Argentina tra cause e risarcimenti. Questa misura mira a ridurre tali costi rendendo più facile per le aziende licenziare i nuovi dipendenti. L’aspetto controbilanciante di questa misura è l’implementazione di uno schema di assicurazione privata contro la disoccupazione. Con questa misura si cerca di portare l’occupazione formale nel settore privato da 6 a 14 milioni di posti di lavoro. Il passaggio da 6 a 14 milioni nel privato sembra più che altro un desiderio, nonostante le promesse privatizzazioni, che raramente aumentano i posti di lavro, anzi, quasi mai. Anche qui Società Autostrade potrebbe insegnare. Sarà interessante vedere l’impatto sociale, anche se non so come sarà applicabile

La quarta misura consiste nella liberalizzazione del commercio internazionale. L’obiettivo di questa misura è il libero commercio unilaterale nello stile del Cile. Ciò include l’eliminazione di tutte le tariffe di importazione e di esportazione e la riduzione delle restrizioni normative. Questo sicuramente daarà un forte stimolo all’Argentina, soprattutto al settore primario (materie prime-agricoltura). Il rischio è un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari sul mercato interno, perché si allineeranno a quelli internazionali, L’impatto sociale nel breve sarà negativo e forte, nel medio- lungo positivo. Se resiste…

La quinta misura consiste in una riforma monetaria. Questa misura prevede la possibilità di utilizzare qualsiasi merce o valuta straniera come moneta legale e la liquidazione della banca centrale, che porterebbe all’eliminazione del Peso argentino. Esistono piani alternativi per l’attuazione di questa misura, ma il principale è quello sviluppato da Emilio Ocampo e Nicolas Cachanosky. In termini di tempistica, ci vorrebbero tra i nove e i 24 mesi. La conversione avverrebbe al tasso di cambio di mercato. Una volta convertiti i due terzi della base monetaria, scatterebbe un conto alla rovescia per l’ultima data utile per la conversione.

Un’ulteriore sfida per questa misura è che la banca centrale ha remunerato passività pari a tre volte la base monetaria. Si tratta di un programma simile a quello della Federal Reserve, che prevede il pagamento di interessi sulle riserve per sterilizzare gli aumenti della quantità di moneta. La banca centrale ha in riserva alcune materie prime e valute estere, ma la maggior parte delle attività consiste in titoli di Stato che attualmente vengono scambiati a un terzo del loro valore nominale. Per accedere alla liquidità necessaria a liquidare la banca centrale, i titoli verrebbero trasferiti a un fondo che acquisterebbe la linea di credito necessaria utilizzando i titoli come garanzia. La linea di credito è già stata concordata in via confidenziale. Il prezzo delle obbligazioni è garantito in caso di eliminazione del deficit di bilancio, come specificato nella seconda misura. Una scommessa molto speculativa che potrebbe funzionare solo se le misure di Milei portassero fiducia

Milei dice che le banche centrali si dividono in quattro categorie: Cattiva banca centrale, come la FED, Pessima banca centrale, Pessima e Orribile banca centrale e Banca centrale argentina. Potremmo aggiungere una quinta categoria, la BCE, che è cattiva e non funge da banca centrale perché non gestisce e garantisce il debito pubblico. Comunque una BC che deve portare gli interessi al 118% , come il Banco de Argentina, dovrebbe farsi qualche domanda sulla sua capacità di gestire una moneta, o meglio dovrebbe farsela il governo. Il problema è che o l’inflazione argenina si allineerà a quella della valuta che sarà utilizzata, oppure sarà l’ennesimo esperimento monetario che fallirà.

La sesta misura consiste in una riforma energetica. Questa misura intende eliminare tutti i sussidi ai fornitori di energia attraverso una ricalibrazione dell’equilibrio finanziario per abbassare i costi al fine di mantenere la redditività delle aziende e minimizzare l’impatto sui costi per i consumatori. Questa misura apre la strada a sussidi sul lato della domanda per le famiglie vulnerabili. Inoltre, si cerca di migliorare le infrastrutture energetiche attraverso uno schema di dichiarazioni di interesse pubblico per progetti che verrebbero finanziati ed eseguiti dal settore privato, ma per i quali il governo potrebbe fornire una garanzia minima di entrate. La riforma richiede un equilibrio non facile fra aumento dei prezzi, che qualcuno pagherà, e aiuti e fra pubblico e privato. Una scommessa, ma interessante.

La settima misura consiste nel promuovere gli investimenti. Ciò avverrà attraverso un regime giuridico speciale per gli investimenti a lungo termine, con particolare attenzione ai settori minerario, dei combustibili fossili, delle energie rinnovabili, della silvicoltura e di altri settori. Per favorire gli investimenti, si cercherà anche di eliminare le restrizioni sui cambi e le tasse sulle esportazioni. Una serie di mosse per attrarre investimenti esteri, francamente infischiandosene dei Net Zero e puntando ad ottenerli.

L’ottava misura consiste in una riforma agraria. Questa comprende l’eliminazione del differenziale di cambio tra il tasso di cambio ufficiale e il tasso di cambio di mercato attraverso la liquidazione della banca centrale, l’eliminazione di tutte le tasse e trattenute sulle esportazioni, l’eliminazione dell’imposta sul reddito lordo, l’eliminazione di tutte le restrizioni al commercio estero, comprese le quote e la necessità di autorizzazione, la promulgazione di una nuova legge sulle sementi e il miglioramento delle infrastrutture stradali attraverso le imprese private. Sicuramente si assisterà ad un boom della produzione, ma occhio alle ricadute sociali per l’eliminazione dei doppi prezzi interni.

La nona misura consiste in una riforma giudiziaria. Questa misura include la designazione di un Ministro della Giustizia con il consenso del ramo giudiziario, nonché la nomina di un giudice della Corte Suprema senza affiliazioni politiche per riempire l’attuale posto vacante, vietando ai membri del ramo giudiziario di impegnarsi in politiche di parte e promuovendo l’indipendenza di bilancio del ramo giudiziario. Inoltre, si cercherà di implementare i processi con giuria e i procedimenti orali in tutto il Paese. Inviterei Milei a venire in Italia per capire come la divisione fra poteri da lui auspicata sia realizzabile come l’allevamento di unicorni. I giudici diventeranno, come sempre in questi sistemi, la mano politica di una parte o dell’altra. Magari lui spera diventino la sua. Comunque strano che la sinistra italiana lo critichi..

La decima misura consiste in una riforma del welfare. Inizialmente verranno mantenute le attuali prestazioni sociali. L’obiettivo è quello di passare a lungo termine a un sistema privato in cui gli utenti pagano per i servizi sanitari e scolastici che consumano. Nel breve periodo si punta a fornire programmi di protezione del reddito per mitigare la povertà estrema, programmi nutrizionali, programmi educativi per i genitori sulla stimolazione cognitiva, una maggiore copertura per la scuola materna, incentivi per la laurea, programmi per l’integrazione delle persone con disabilità, la promozione dell’accesso al credito privato e l’eliminazione di tutti gli intermediari nella fornitura di welfare. La sanità privata ha dimostrato ampiamente di non funzionare negli USA, non si capisce come l’esperimento fallimentare debba essere importato in Argentina senza uguali risultati. Sistemi misti esistono in tutti i paesi dove la sanità, più o meno, funziona. La promozione dell’accesso al credito, senza aiuti pubblici, è la promozione del debito privato, stile USA. Il resto è un mix di cose anche interessanti, ma velleitarie. Questa è una delle sue parti più deboli.

L’undicesima misura consiste in una riforma dell’istruzione. L’obiettivo è quello di andare verso un maggior grado di libertà nella scelta dei curricula, dei metodi e degli educatori. La misura prevede anche il lancio di un programma pilota di voucher scolastici. Verrà inoltre stabilito un criterio di valutazione per le scuole, in modo che possano competere per ottenere incentivi. Se privatizzo la scuola e trasformo gli studenti in clienti avrò un’esplosione delle università più facili e somaresche, con il precipitare della preparazione collettiva. Anche qui gli USA insegnano molto. Il voucher può funzionare solo se accompagnato a uno stretto e severo sistema di esami statali, con una classifica delle istituzioni per completezza e profondità della preparazione.

La dodicesima misura consiste in una riforma sanitaria. L’obiettivo è trasferire la sovvenzione dell’assistenza sanitaria dall’offerta alla domanda, per consentire una maggiore libertà di scelta e di concorrenza. Questa misura prevede la fornitura delle prestazioni sanitarie esistenti sotto forma di voucher, in modo che non vi sia alcuna restrizione nei confronti di un fornitore specifico. I risultati sono un bel punto interrogativo, soprattutto per un paese grande come l’Argentina. Per chi vive fuori da Buenos Aires o dai grandi centri urbani la possibilità di scelta sarebbe spesso puramente teorica.

La tredicesima misura consiste in una riforma della sicurezza. Questa misura include riforme delle leggi sulla sicurezza interna, sulla difesa nazionale e sull’intelligence, nonché una riforma del sistema penitenziario per incorporare ibridi pubblico-privato e intensificare il perseguimento del traffico di droga. Forse la proposta più banale.ù

Ed allora?

Con una storia recente simile a quella degli italiani, gli argentini hanno assistito al fallimento di 40 anni di politiche economiche, anche peggio di noi , per cui ora si geettano nelle mani di chi propone una ricetta diversa con toni anche provocatori. La ricetta Milei è in parte quasi logica, in parte difficilmente realizzabile, in parte incomprensibile e pericolosa. La mia personale sensazione è che allla fne, per una buona metà delel sue proposte, Mieli si comporterà come il perfetto politico mediterraneo: promettendo una cosa e facendo l’esatto opposto, oppure non facendo nulla.

Milei rischia solo di essere l’ennesima proposta demagogica, ma di tipo diverso, che viene a vincere in argentina, per poi non realizzare nulla.

 


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