Attualità
Il PM Rossi che indaga su papà Boschi, mancando agli atti la conferma che il suddetto era indagato, dice “ho annuito con la testa”. Davigo, gli italiani possono fidarsi di questa giustizia?
Tutto vero. Avete capito che è successo? Nelle precedenti audizioni sullo scandalo della Banca Etruria fu chiesto al PM di Arezzo Rossi se il papà di Maria Elena Boschi fosse indagato: faccio notare che agli atti non esiste conferma di tale indagine, ossia il PM Rossi – il rappresentante della giustizia italiana oltre che degli interessi nazionali nel caso in questione – ha taciuto tale aspetto. Oggi che è venuto fuori che, effettivamente, Papa Boschi è indagato le cose si complicano: chiamasi OMISSIONE, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi rischia di finire nuovamente di fronte al Csm con l’accusa di aver mentito di fronte alla commissione parlamentare riguardo allo stato delle inchieste che conduce su Banca Etruria. Chiaramente, se ai tempi il PM Rossi avesse confermato l’indagine boschiana sarebbe scoppiato lo scandalo: il padre di una ministra e/o Segretaria alla Presidenza del Consiglio indagato, beh, questo avrebbe fatto immediatamente scattare o le dimissioni della figlia o polemiche a non finire sullo sponsor a Palazzo Chigi, Matteo Renzi.
Le immagini sono tratte dal Corriere della Sera, vedasi LINK
Dunque, che ha fatto il PM Rossi per cercare una via di fuga dalla figuraccia, in modo da non essere tacciato di aver nascosto la verità? Ricordiamo che un PM non può assolutamente nascondere la verità, o meglio non potrebbe. Ed ecco la trovata geniale del PM aretino: visto che la risposta affermativa manca agli atti ossia non c’è stata formale conferma verbale durante l’audizione che papà Boschi era indagato, si inventa la classica scusa che molti hanno utilizzato ai tempi dell’oratorio. Dice, si ma “…ho annuito…“.
Ascoltate, una cose del genere è inacettabile. Questa magistratura che il PM Rossi evidentemente ben rappresenta non è credibile. Capite, quella del PM Rossi è la stessa magistratura messa sotto accusa in questi giorni da Le Iene per non aver indagato a dovere sul suicidio (omicidio?) di David Rossi a Siena, cadendo dall’edificio di MPS. Idem, la medesima magistratura che fece fallire la Montedison di Gardini con una tangente pagata al giudice Diego Curtò (ed alla moglie Antonia Di Pietro, non scherzo, che mai spiegarono fino la provenienza dei soldi tangentizi), vicepresidente della sezione fallimentare di Milano e collega del giustizialista [con gli altri] Davigo.
Ricordo che tale fallimento fece perdere a termine all’Italia decine di migliaia di posti di lavoro di pregio guarda caso poi andati ai francesi di EDF. Forse è un caso che venti anni dopo un parente diciamo abbastanza stretto del futuro procuratore capo di Milano, stesso cognome, fosse il capo dei legali dell’azienda acquisita da EDF spolpando Montedison? O che un soggetto considerato “amico” della magistratura milanese, lo stimato Guido Rossi oggi trapassato, abbia gestito tutte o quasi le acquisizioni pesanti francesi “che contano” in Italia? Chissà…. Come diceva Totò… Tutte casualità, ben inteso. Che però fanno tanto pensare. Sta di fatto che il giudice Curtò agli arresti finì in cella singola e TV a colori…
E come non ricordare il giudice Almerighi quando sosteneva in un suo libro (“Suicidi”) che le morti di Gardini, Cagliare e Castellari potevano forse essere non frutto di una uccisione di sè stesso.
Sta di fatto che quella del PM Rossi è la goccia che fa traboccare il vaso, almeno per chi scrive. E’ davvero troppo.
L’esempio del PM Rossi mi fa concludere che in Italia non ci si può fidare della giustizia, dei giudici. Evidentemente sempre tropppo proni al principio per cui la giustizia è sì uguale per tutti, ma relativa. Pronto a ricredermi, ben inteso: vedremo se tale PM verrà condannato, per quanto riguarda me ed immagino tre quarti degli italiani – noi che non capiamo di diritto, chiaro… – verrebbe da dire che se ci fosse vera giustizia il PM Rossi dovrebbe farsi qualcosa come 10 anni di galera per il puerile tentativo di coprire una sua eventuale, precedente grave mancanza, dall’alto del suo ruolo di inquisitore e di rappresentante dello Stato. Vedremo cosa dirà il CSM.
La lezione più grande però è un’altra: con una giustizia così volete davvero che gli stranieri vengano ad investire nel Belpaese? No, al limite possono fare come ci ha insegnato indirettamente Guido Rossi, venire in Italia per acquistare aziende a prezzi di saldo, se volete anche per depredare il Paese. E’ forse per colpa di esempi del genere – parlo del PM Rossi di Arezzo – che i giovani se ne vanno? Pensate davvero che l’Italia possa salvarsi con una giustizia così, che suppostamente dovrebbe rappresentare lo Stato di diritto? Siamo sinceri, sono proprio esempi come questi che dimostrano che l’Italia è destinata al fallimento.
E tutto sommato tutti gli italiani in questo temo concordino: un paese così si merita di fallire. Ben inteso, per fallire si intende anche che i magistrati non prenderanno mai le ricchissime e spropositate pensioni che sperano di incassare in senescenza, tra le più altedel mondo per la categoria, certamente le più alte d’Italia anche se i dati di dettaglio ormai non sono più pubblicati dal 2014, dopo che noi di scenarieconomici.it evidenziammo che sono proprio i magistrati e non i notai coloro che prendono le pensioni più alte in Italia (e mica di poco, vedasi LINK). Un paese che fa crack alla fine non paga le pensioni, soprattutto quelle alte.
Appunto, la vera lezione è che la Nemesi c’è sempre. Anche per chi deve giudicare.
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