Seguici su

FranciaPolitica

Il nuovo governo francese: quando prometti un motoscafo e ti presentano una carretta

Governo francese, le promesse tradite di Lecornu: una squadra extralarge piena di vecchie facce che fa a pezzi il centrodestra. La stabilità è già un miraggio.

Pubblicato

il

Alla fine, il tanto atteso nuovo governo francese è arrivato, ma l’entusiasmo è durato meno del tempo di un caffè. Sébastien Lecornu, il Premier che si era presentato come un “monaco soldato” pronto a tagliare il superfluo, ha partorito un esecutivo che assomiglia più a un’assemblea di condominio che a una squadra di governo snella e decisa.

Eccellente a parole il mercoledì, deludente nei fatti la domenica successiva. Lecornu aveva posto delle “condizioni” per restare, ma a giudicare dalla squadra messa in piedi, viene da chiedersi quali fossero. La parola data, in politica, è spesso la prima vittima.

Le promesse mancate: un elenco impietoso

Analizzando la nuova compagine, le contraddizioni saltano all’occhio e mostrano un governo molto Macron e poco Lecornu. Non serve essere degli analisti politici navigati per notare qualche “piccola” incongruenza:

  • Una squadra “ristretta”: Lecornu aveva promesso un governo agile. Il risultato? Ben 34 ministri più uno. Un numero pletorico, quasi caricaturale. Viene da chiedersi se fosse davvero indispensabile nominare un ministro delegato presso il ministro dell’Interno, la cui funzione principale sembra essere quella di garantire la parità di genere e dare una poltrona al MoDem di François Bayrou, sicuramente non noto per il suo impegno nel tema.
  • La promessa di rottura: Si parlava di volti nuovi e di un cambio di passo. La lista, però, sembra l’abbia scritta Emmanuel Macron in persona, nei bei tempi andati della sua maggioranza assoluta. Ritroviamo Amélie de Montchalin ai Conti Pubblici (bocciata alle legislative del 2022 e poi “parcheggiata” all’OCSE), due ex consiglieri di Macron promossi ministri e l’inamovibile Rachida Dati, che viene espulsa da LR, chiarendo la propria posizione di cocca macroniana. La nomina di Catherine Vautrin alla Difesa, altra favorita dell’Eliseo, ha lasciato di stucco gli alti gradi militari, data la sua presunta mancanza di interesse per la materia. Insomma alla fine di è nominato chiunque, purché vicino al presidente.
  • Niente ambizioni presidenziali: Lecornu era stato chiaro: chi punta all’Eliseo non avrà posto. E chi ti ricompare? Gérald Darmanin, amico del Premier, che non ha mai nascosto le sue mire presidenziali. Una nomina che puzza di “copinage” (clientelismo) lontano un miglio e che, per opportunità, sarebbe stato meglio evitare.

Un governo “calcolatrice” che fa implodere i partiti

Questo è un governo nato con la calcolatrice, un puzzle per accontentare tutte le correnti di una maggioranza sempre più fragile. L’obiettivo è raccattare qualche voto qua e là, come quello di Laurent Panifous (ex presidente del gruppo centrista Liot), la cui benevola neutralità potrebbe tornare utile in caso di mozioni di sfiducia.

Nel frattempo, il centro-destra de Les Républicains (LR) va in frantumi. Il partito ha prontamente espulso i sei membri che hanno accettato un incarico di governo, tra cui figure di peso come Rachida Dati (Cultura) e Annie Genevard (Agricoltura). Un terzo del partito potrebbe ora sostenere il governo, spaccando definitivamente una forza politica storica. Se il due Lecornu-Macron ha avuto successo in qualcosa, è stato nel distruggere il centro politico francese

Le opposizioni, da parte loro, affilano le armi e promettono battaglia, invitando i nuovi ministri a “non disfare le valigie“. Dopo il ciclone Macron, al di là degli estremismi, sulla politica francese rischiano di restare solo macerie. E ora, tocca ai socialisti iniziare il loro processo di implosione appoggiando il nuovo governo.

Marine Le Pen pronta a presentare una nuova mozione di sfiducia

Domande & Risposte

  1. Perché questo governo è considerato così debole? Questo governo nasce da un compromesso politico estremo, senza una chiara maggioranza assoluta in Parlamento. La sua composizione pletorica e la presenza di figure in continuità con il passato, nonostante le promesse di rottura, lo espongono a critiche di incoerenza. Inoltre, la necessità di cercare voti esterni per ogni provvedimento lo rende intrinsecamente instabile e vulnerabile alle mozioni di sfiducia che le opposizioni hanno già promesso di presentare.
  2. Cosa significa l’espulsione dei ministri da Les Républicains? È un evento di grande importanza che segna la probabile fine del gollismo come forza politica unita e autonoma. L’espulsione certifica una spaccatura insanabile tra l’ala del partito disposta a collaborare con Macron e quella che vuole rimanere all’opposizione. Questo indebolisce ulteriormente il panorama dei partiti tradizionali francesi, accelerando la polarizzazione politica e lasciando praterie aperte per le forze di Marine Le Pen a destra e della sinistra radicale.
  3. Quali sono i rischi per l’economia francese con un governo così instabile? L’instabilità politica genera incertezza, che è nemica degli investimenti e della stabilità economica. Un governo debole avrà difficoltà a far approvare riforme strutturali, a partire dalla legge di bilancio. I mercati finanziari potrebbero reagire negativamente, aumentando il costo del debito pubblico francese. Inoltre, la paralisi decisionale potrebbe impedire al paese di rispondere efficacemente a eventuali crisi economiche o shock internazionali, con potenziali ricadute negative sulla crescita e l’occupazione.
E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento