Energia
Il Niger espelle gli USA, le azioni legate all’uranio USA crollano. Vedrete cosa accadrà
Gli USA stanno cercando in ogni modo di restaurare l’accordo con il Niger. Le risorse naturali legate all’uranio sono importanti per gli USA, e questi non voglioni rinunciarvi facilmente.
Sei giorni fa il Niger ha dato lo sfratto agli USA, interrompendo l’accordo di collaborazione militare e quindi dando lo sfratto alle truppe degli USA, circa 1000 uomini, che stazionano nel paese. Per ora non c’è stata una notifica ufficiale, ma solo la comunicazione alla stampa e ai media, per cui qualche piccola speranza di accordo ancora rimane.
Perché questa decisione sta avendo delle implicazioni molto pesanti su qualche società nord americana. Le azioni della Global Atomic sono scese di quasi un terzo da quando i governanti militari del Niger, dove l’azienda sta sviluppando il suo progetto di uranio Dasa, hanno annunciato la fine dell’accordo con Washington
Nel pomeriggio di martedì, le azioni della società con sede a Toronto erano scese del 29% da venerdì a C$2,21 al pezzo, valutando Global Atomic a C$462,7 milioni. Il titolo ha toccato un minimo di 2,03 dollari martedì ed è stato scambiato in un intervallo di 52 settimane compreso tra 1,28 e 3,91 dollari.
Global Atomic prevede di iniziare la costruzione di Dasa per un valore di 424,6 milioni di dollari dopo giugno e di mettere in funzione la miniera entro la fine del prossimo anno, secondo uno studio di fattibilità aggiornato questo mese. Il colpo di stato militare di luglio ha portato gli Stati Uniti a sospendere i finanziamenti governativi per Dasa, ma l’azienda ha raccolto 15 milioni di dollari a gennaio vendendo azioni e afferma che cercherà di ottenere altri finanziamenti con un modello di raccolta di prestiti al 60% e di azioni al 40%.
Anche se non c0è un legame diretto fra l’uranio di Dasa e la presenza degli USA, è ovvio che la partenza degli USA viene a rendere molto più complessa la realizzazione del progetto di Global Atomics. Nella migliore delle ipotesi le forze armate USA sarebbe sostituite da qualcun altro che garantirebbe la sicurezza e con cui bisognerebbe trattare.
Però c’è anche l’ipotesi peggiore: nessuno sostituisce gli USA, la sicurezza degrada e il progetto diventa completamente irrealizzabile bruciando non tanto l’investimento di Global Atomics, di qualche decina di milioni di dollari, ma tagliando le forniture di uranio in un momento in cui tutti parlano di energia nucleare.
Per questo gli USA, cioè il Pentagono, stanno cercando in ogni modo di raggiungere nuovamente un accordo che mantenga le sue truppe in Niger. La base poi comunque è posizionata in modo strategico nel Sahel e permette di mantenere un piede nell’area. I colloqui vanno avanti e Washington spera ancora di metterci una pezza.
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