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Il MS5 manda i difensori del pareggio in bilancio in Corte Costituzionale. È game over.

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Sono rimasto sconcertato e gravemente amareggiato da quanto commesso dal movimento cinque stelle in merito all’elezione dei tre nuovi Giudici della Corte Costituzionale. Hanno firmato il Game over della democrazia.

Sapete la stima che ho per la base e per molti parlamentari ed europarlamentari del movimento, la passione con cui aderisco ad ogni iniziativa organizzata per la diffusione sulla verità di questa oscena dittatura finanziaria. Ma proprio per questo nessuno più di me può criticare aspramente e senza guardare in faccia nessuno chi manda in Corte Costituzionale tifosi puri del pareggio in bilancio.

Non so se Barbera e Prosperetti sostengano il pareggio in bilancio per mera ignoranza o grave malafede, ma resta il fatto che propongono come valido ciò che più di tutto ha spazzato via la nostra democrazia ed i nostri diritti costituzionali. Non si può mandare in Corte chi non comprende il ruolo costituzionale del deficit, non comprende la moneta e la contabilità pubblica, così non comprendendo la conseguente natura profondamente eversiva, in quanto lesiva della personalità giuridica della Repubblica, della modifica dell’art. 81 Cost. commessa da un traditore chiamato Mario Monti e dal suo manipolo di collaborazionisti (la cui maggioranza sono analfabeti giuridici che hanno votato solo ciò che gli è stato detto).

Questa è complicità in un colpo di Stato, non ci sono altre parole utilizzabili. Il ms5 non vuole i corrotti in Parlamento (giustamente), ma poi da le chiavi della consulta alla finanza. Come dire: pensiamo ai ladri di polli e lasciamo stare chi davvero si frega le nostre vite.

Chiedo alla base di reagire duramente, mettendomi a completa disposizione per ogni consulenza giuridica, difronte a questo pazzesco tradimento che, di fatto, mette la parola fine anche ai mie tentativi di difendere, nelle aule di giustizia la sovranità nazionale, appunto siamo al game over.

Tanto per dimostrarvi che non mi invento nulla e farci davvero del male, ecco la squallida difesa di Barbera al pareggio in bilancio pubblicata, purtroppo, su quella che dovrebbe essere una rivista di costituzionalisti (che non nomino per non fare pubblicità a chi tradisce la Costituzione) e non di amici della finanza speculativa:

“LA SENTENZA RELATIVA AL BLOCCO PENSIONISTICO: UNA BRUTTA PAGINA PER LA CORTE

Come è noto, con la “Sentenza Cartabia” (la n. 10 del 2015), la Corte aveva sancito la illegittimità costituzionale della “Robin Tax” ma nel contempo, stabilendo effetti pro futuro, aveva escluso il rimborso delle imposte pagate dai contribuenti, in nome degli equilibri di bilancio valorizzati dal nuovo art. 81 Cost. Essa aveva suscitato diversi dubbi, il principale dei quali così riassumibile: come conciliare la dichiarazione di illegittimità con la non applicazione retroattiva degli effetti della stessa, in particolare a quanti avevano promosso la questione incidentale davanti alla Corte? Dubbio non banale (e forse superabile; a ben altre ardite ricostruzioni la Corte ci ha abituato nei suoi sessanta anni di attività). Per il resto, trovavo pienamente condivisibili le parole della Corte in ordine al potere della stessa di regolare gli effetti delle proprie decisioni, atteso che “l’applicazione retroattiva della presente declaratoria di illegittimità costituzionale determinerebbe anzitutto una grave violazione dell’equilibro di bilancio ai sensi dell’art. 81 Cost.”. D’altro canto – aggiungeva la Corte – “già con la sentenza n. 260 del 1990, tale principio esige una gradualità nell’attuazione dei valori costituzionali che imponga rilevanti oneri a carico del bilancio statale”.

Bello vero? E Prosperetti? Anch’esso ha criticato la sentenza sulle pensioni così guadagnandosi il posto in Corte:

“La pensione garantita dallo Stato non può essere avulsa dalle congiunture economiche (omissis…)”.

Anche per questo “giurista” i diritti vengono dopo il denaro. Il fatto che la sovranità monetaria sia una prerogativa fondante degli Stati, che dunque non possono tecnicamente fallire, come ben ricorda l’ex Presidente della Corte Zagrebelsky, è ovviamente fatto ignoto ai nuovi imbarazzanti nominati a quello che una volta era l’organo di massima garanzia dello Stato.

Cari amici pentastellati, avete capito cosa avete combinato?
Questo è il game over!


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