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Il “Momento Sputink” in cui gli USA hanno paura

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I tre test cinesi, avvenuti fra la scorsa estate e l’inizio dell’autunno, di armi ipersoniche, una delle quali è caduta a poco più di trenta km  dal bersaglio prefissato, sono stati una sorpresa per tutto il mondo.  Ad essere stati maggiormente colpiti sono stati proprio gli USA:  “Non abbiamo idea di come siano riusciti a farlo”, ha detto al Financial Times un funzionario americano anonimo che ha familiarità con il test.

Il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, in un’intervista a Bloomberg TV questa settimana ha alluso al fatto che sia simile “a un momento Sputnik”, riferendosi al lancio del primo satellite artificiale, Sputnik 1 , che lasciò gl USA a bocca aperta per l’imprevisto avanzamento scientifico dell’avversario sovietico e, soprattutto , la sua capacità di lanciare missili strategici intercontinentali. Da un giorno all’altro gli USA si scoprirono indifesi, ed ora è lo stesso.

Prima di tutto: perchè una testata ipersonica è più pericolosa di un nomrale missile strategico? Come mostra questo tweet, il missile ipersonico non solo è veloce, ma non raggiunge l’orbita terrestre, per cui è identificabile dai sistemi di difesa e allarme e anti-missile solo negli ultimi istanti del suo viaggio, rendendoli praticamente inutili. Per fare un altro parallelo storico, siamo tornati alla crisi dei missili di Cuba, ma senza Cuba.

Milley, che è anche il generale del disastroso ritiro da Kabul, ha affermato: “Quello che abbiamo visto è stato un evento molto significativo, un test di un sistema d’arma ipersonico. Ed è molto preoccupante”. “Non so se è un bel momento Sputnik, ma penso che sia molto vicino a quello. Ha tutta la nostra attenzione”.

Ovviamente Xi Jinping è raggiante, come riporta direttamente perfino la ndtv:

Le capacità strategiche della Cina sono state migliorate dallo “sviluppo a grandi balzi” nelle attrezzature e nelle armi militari, ha affermato Xi Jinping.

Zhang Youxia, vice presidente della CMC, ha anche affermato che la Cina dovrebbe perseguire l’autosufficienza nella tecnologia e fare una spinta “a tutto campo” per accelerare la modernizzazione e costruire un esercito di “livello mondiale”, secondo il rapporto.

Quest’ultima affermazione dovrebbe far impensierire un po’ anche i russi, se non altro per la potenziale concorrenza sui mercati mondiali delle armi che si troveranno ad affrontare. Nel frattempo è però Washington a non dormire sonni tranquilli, anche perché si è scoperta diversi anni indietro rispetto a Pechino, le cui armi “Sembrano sfidare le leggi della fisica”.


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