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Il ministro della Giustizia di Macron sarà processato per le accuse mosse dalla magistratura di sinistra

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Il ministro della Giustizia di Emmanuel Macron dovrà affrontare un tribunale speciale per presunti conflitti di interessi e abuso d’ufficio, e questa è la prima volta in cui un membro in carica del governo francese si presenta davanti all’organismo. Per ora il primo ministro Borne lo appoggia.

Éric Dupond-Moretti, ex avvocato difensore di celebrità che è stato una scelta non convenzionale come ministro da parte del presidente francese nel 2020, dovrà comparire lunedì davanti al tribunale speciale focalizzato sulla cattiva condotta ministeriale e composto da tre giudici e 12 membri del parlamento.

Il caso è incentrato sulla questione se Dupond-Moretti abbia abusato della sua posizione per regolare vecchi conti con magistrati e pubblici ministeri con i quali si è scontrato durante i suoi decenni come avvocato difensore. Un’accusa pesante per chi ricopre un ruolo pubblico.

Rimarrà al suo posto durante i 10 giorni del processo, ma questo metterà in luce come Macron ami tenersi attorno i ministri anche quando inquisiti.

“Perché dovremmo chiedere a un ministro di dimettersi . . . quando non è stato condannato per nulla o giudicato colpevole di nulla?» Ha detto venerdì il portavoce del governo Olivier Véran alla BFMTV francese. Il ministro della Giustizia potrà svolgere il suo lavoro durante l’udienza, ha detto Véran.

Il caso – inizialmente innescato in parte dalle denunce presentate da un sindacato di sinistra che rappresenta i giudici che si opponeva alla nomina di Dupond-Moretti – metterà alla prova anche il tribunale speciale, la Cour de Justice de la République (CJR). I critici sostengono che l’organismo è eccessivamente politicizzato e inefficace perché i parlamentari siedono accanto ai giudici, creando una commistione che non risolve, ma accentua i problemi. Fosse stata una corte puramente politica o giuridica sarebbe stato meglio.

“La situazione è molto strana. C’è un ministro in carica giudicato per conflitti di interessi da persone con cui ha un conflitto di interessi”, ha affermato Paul Cassia, vicepresidente di Anticor, un’organizzazione anti-corruzione che, insieme a due sindacati di giudici, ha presentato la denuncia prime pretese contro Dupond-Moretti. “Ciò che rimproveriamo a Éric Dupond-Moretti è di aver utilizzato una funzione pubblica per soddisfare interessi privati”, ha aggiunto Cassia, che testimonierà al processo.

Dupond-Moretti, un oratore combattivo noto per aver difeso il commerciante disonesto della Société Générale Jérôme Kerviel e il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, ha negato ogni illecito. Se giudicato colpevole rischia cinque anni di carcere e 500mila euro di multa.
Una delle accuse contro di lui riguarda la questione se, una volta in carica, si sia sufficientemente ritirato da un caso contro un altro magistrato con il quale si era precedentemente scontrato.

L’altro problema legale che gli viene rinfacciato ruota attorno al fatto che, giorni prima di diventare ministro della Giustizia, aveva intentato una causa sostenendo che l’ufficio del procuratore per i crimini finanziari aveva invaso la sua privacy accedendo ai suoi tabulati telefonici e a quelli di altri avvocati mentre indagava su una presunta corruzione da parte dell’ex presidente Nicolas Sarkozy. Dupond-Moretti ha ritirato la sua denuncia quando è stato nominato al governo. Ma subito dopo ha avviato un’indagine disciplinare su tre giudici presso la procura per i crimini finanziari.

Macron ha deciso di mantenere Dupond-Moretti, anche con un mini-rimpasto a luglio. Il periodo in carica del ministro è stato caratterizzato da un aumento storico del budget del dipartimento di giustizia per finanziare personale extra giudiziario e giudici nel tentativo di ridurre i ritardi che affliggono le procedure legali, nonché misure per alleviare il sovraffollamento delle carceri.

Dupont Moretti ha quindi guidato sinora il ministero con una  certa conscenza e capacità nello svolgimento del proprio lavoro, ma, forse per questo, non può essere gradito allla magistratura sempre potentemente politicizzata, anche Oltralpe. Vedremo se Macron difenderà a oltranza il proprio ministro o lo lascerà affondare.

 


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