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Economia

Il Golgota del Bilancio francese: 34 miliardi di Tasse in più e Secca Violazione delle Norme Europee

Barnier pensa di far approvare con un teorico rapporto deficit /PIl del 3%, ma si tratta di un risultato ottenuto con un paio di trucchi molto interessanti…

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In un contesto economico caratterizzato da previsioni che indicano un PIL francese di 2.800 miliardi di euro per il 2024, con una crescita moderata prevista per il 2025, emerge un dibattito cruciale sulla compatibilità delle recenti manovre fiscali con le normative dell’Unione Europea. La Legge di Bilancio del governo Barnier si basa su tante tasse e sulla violazione delle normative europee, sulle quali magari Bruxelles chiuderà un occhio. 

La recente maratona parlamentare francese, conclusasi alle prime ore di venerdì con il voto sugli emendamenti alla prima parte del Progetto di Legge Finanziaria (PLF), ha evidenziato significative tensioni tra le ambizioni nazionali e gli obblighi comunitari. Il testo, profondamente modificato rispetto alla versione originale del governo, presenta ora elementi che sollevano serie questioni di compatibilità con il quadro normativo europeo.

Il Nodo del Deficit

La revisione parlamentare ha portato a una riduzione significativa del deficit previsto per il 2025, da 142 miliardi a 85 miliardi di euro. Questa cifra, che rappresenterebbe meno del 3% del PIL previsto, potrebbe apparire inizialmente rassicurante rispetto ai parametri europei. Tuttavia, come sottolineato dal ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin, questo miglioramento dei conti pubblici si basa su elementi che destano seria preoccupazione dal punto di vista della conformità con le norme UE.

Inoltre non è la prima volta che il governo francese pone degli obiettivi di bilancio per non raggiungerli. Altrimenti non saremmo arrivati a sfiorare quasi il 6% di deficit.

Problemi di Conformità Normativa

Il problema è che l’opposzione ha messo in evidenza come questo miglioramento  sia “in gran parte artificiale” e si fondi su due elementi fortemente problematici:

  1. Un aumento massiccio delle imposte di 34 miliardi di euro rispetto al testo iniziale
  2. L’eliminazione pura e semplice dell’articolo 40 del PLF, che prevedeva un contributo francese di 23 miliardi di euro al bilancio dell’Unione Europea

Queste disposizioni sono state apertamente contestate come “contrarie ai trattati europei e ai trattati fiscali firmati dalla Francia, e totalmente incostituzionali”. Il problema è che gli articoli 291 e 292 regolano proprio gli obblighi verso la UE. nel momento in cui questi obblighi non si rispettano, o si afferma la superiorità del Diritto nazionale rispetto a quello europeo, perché la legge di bilancio viene a superare gli obblighi verso la UE. Tranne che Parigi non sia certa che Bruxelles non la disturberà.

La questione assume particolare delicatezza considerando che la Francia, come ha ricordato Charles de Courson, riceve circa 17 miliardi di euro all’anno dall’UE, di cui quasi 9 miliardi destinati agli agricoltori. Questa interdipendenza finanziaria sottolinea l’importanza di mantenere una coerenza con gli impegni europei assunti.

Secondo il relatore generale del bilancio, l’effettivo miglioramento delle entrate si attesterebbe intorno ai 12 miliardi di euro rispetto al bilancio iniziale. Questo dato va però confrontato con le nuove spese votate dai parlamentari, che secondo le stime della Commissione Finanze dovrebbero superare i 47 miliardi di euro. Quindi la realtà vera del bilancio francese rischia di essere ben diversa da quelola presentata da Barnier e che finirà a Bruxelles, e ci sarebbe un incremento del Deficit , non un calo, e quindi supereremmo il 6% di deficit/PIL, ma questo lo sapremo solo dopo…

La sfida per il governo francese sarà quella di trovare un equilibrio tra le ambizioni di riforma fiscale nazionale e il rispetto degli accordi europei. La credibilità finanziaria della Francia sulla scena internazionale dipenderà dalla sua capacità di risolvere questa complessa equazione, mantenendo al contempo i suoi impegni verso l’Unione Europea. Oppure tutto si risolverà in un gioco di prestigio in cui i soldi comapriranno nel processo di bilancio ora, quando verrà presentato al Parlamento e a Bruxelles, per poi sparire dopo. 

 


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