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Il Giappone inizia la discussione che deciderà il suo futuro energetico, fra crescita e Net Zero

Il Giappone inizia la più grande discussione per il prossimo futuro, affrontando il tema del proprio futuro energeetico e di come abbandonare le fonti al carbonio, pur ottenendo energia conveniente e stabile. Il nucleare è la risposta ?

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Il Giappone, povero di risorse, sta avviando le più importanti discussioni sulla politica energetica nella sua storia post Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra la necessità di aumentare la sicurezza energetica con fonti convenzionali e l’impegno a diventare un’economia a zero emissioni entro il 2050.

Il Ministero dell’Industria di una delle nazioni più industrializzate del mondo, che importa quasi tutte le materie prime che consuma, ha avviato mercoledì delle discussioni formali sulla sua futura politica energetica.

In seguito alla crisi energetica del 2022, che ha portato a prezzi del gas naturale da record, il Giappone è tornato a puntare sull’energia nucleare, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza energetica con la produzione interna.

Però il Paese importa ancora tutto il petrolio e il gas naturale che consuma, ed è il secondo importatore di GNL al mondo dopo la Cina, dopo aver occupato il primo posto prima del 2022.

Mix energetico giapponese 2022

I colloqui sulla nuova politica energetica porteranno alla prima revisione del piano energetico del Paese da quando il Giappone ha deciso di raddoppiare la produzione di energia nucleare, osserva Reuters.

Attualmente, i combustibili fossili rappresentano circa il 70% dell’elettricità del Giappone, il che sarebbe in contrasto con il suo obiettivo di zero netto.

Si stima che il Giappone sia il Paese con la quinta impronta di carbonio più grande al mondo, preceduto solo da Cina, Stati Uniti, India e Russia.

“Ho un forte senso di urgenza per il fatto che il Giappone si trova ora nel punto più difficile del dopoguerra per quanto riguarda la sua politica energetica”, ha dichiarato il Ministro dell’Industria giapponese Ken Saito, in occasione di un incontro di esperti del settore energetico e industriale che hanno avviato i colloqui sul nuovo piano energetico.

Attualmente, il Giappone sta riportando l’energia nucleare come fonte energetica chiave, cercando di proteggere la sua sicurezza energetica sulla scia della crisi energetica che ha portato all’aumento dei prezzi dei combustibili fossili, ma l’operazione non è facile anche perché molti reattori sono ormai vecchi e devono quindi essere sostituiti da realizzazioni più moderne.

Il Paese povero di risorse, che ha bisogno di importare circa il 90% del suo fabbisogno energetico, ha fatto un’inversione di rotta nella sua politica energetica nucleare alla fine del 2022, dato che la sua bolletta per l’importazione di energia è aumentata a causa della crisi energetica e dell’impennata dei costi di importazione del GNL a prezzi record. Questo ha messo in evidenza l’attuale assoluta fragilità energetica giapponese, completamente in balia del mercato.

 

 


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