Analisi e studi
Il Giappone alza i tassi seccamente, a fronte di un deciso rialzo dell’inflazione
Il Giappone ha rianzato i tassi d’interesse dello 0,5% mandandoli al massimo dal 2008. Questo perché l’inflzione, a sopresa , ha fatto un salto ed è arrivata al 3,6%. Una mossa che va un po’ contromano e che ha avuto effetti positivi sullo Yen. Però attenti all’inflazione.
Tempo di aggiustamenti in Giappone. La Banca del Giappone (BoJ) ha attuato il suo terzo rialzo dei tassi di interesse da quando ha posto fine ai tassi negativi nel marzo 2024, aumentando il tasso di riferimento a breve termine di 25 punti base allo 0,5%, il livello più alto osservato dal 2008.
La decisione, approvata con un voto di 8 voti a 1 (con il dissenso del membro del consiglio di amministrazione Nakamura), riflette lo slancio dei rialzi salariali e i consistenti progressi verso gli obiettivi di inflazione della BoJ. La banca ha inoltre segnalato possibili futuri aumenti dei tassi e una riduzione del sostegno monetario qualora i dati economici e sui prezzi dovessero allinearsi alle sue proiezioni.
Ecco il relativo grafico, per la verità molto semplice:
Questa mossa arriva in un contesto di aumento dell’inflazione in Giappone. Il tasso d’inflazione annuale è salito al 3,6% nel dicembre 2024, il punto più alto dal gennaio 2023, trainato principalmente da un forte aumento dei prezzi dei generi alimentari, che sono cresciuti del 6,4%, il ritmo più sostenuto in un anno.
Il 3,6 % è un valore particolarmente alto per il giappone e aiuta a spiegare l’attività della BoJ.
Un contributo significativo è arrivato anche dall’aumento dei costi dell’elettricità (18,7%), del gas (5,6%), dell’abitazione, dell’abbigliamento, dei trasporti, della sanità e delle attività ricreative.
Anche l’inflazione di fondo è salita a un massimo di 16 mesi del 3,0% , segnando una certa dinamica salariale..
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un aumento dello 0,6%, segnando un massimo di 14 mesi.
Ecco il relativo grafico
Nel suo outlook trimestrale, la BoJ ha rivisto al rialzo le previsioni sull’inflazione core per l’anno fiscale 2024, portandole al 2,7% rispetto alla precedente stima del 2,5%, citando come fattore chiave la crescente carenza di manodopera.
In prospettiva, la banca centrale prevede una moderazione dell’inflazione di fondo, con una previsione del 2,4% per l’anno fiscale 2025 e del 2,0% per l’anno fiscale 2026.
Nonostante le pressioni inflazionistiche, la BoJ ha leggermente abbassato le previsioni di crescita del PIL per il 2024 allo 0,5% dallo 0,6%. Le previsioni di crescita rimangono all’1,1% per l’anno 2025 e all’1,0% per l’anno 2026, ma è possibile che questa mossa abbia degli effetti sullaa crescita a b reve termine.
Nel frattempo, l’au Jibun Bank Japan Manufacturing PMI è sceso inaspettatamente a 48,8 nel gennaio 2025, indicando una continua contrazione dell’attività industriale per il settimo mese consecutivo.
Il calo, il più marcato da marzo 2024, è stato determinato dalla diminuzione della produzione e dei nuovi ordini, anche se l’occupazione ha registrato un leggero aumento. Questo calo è dovuto anche a una situaizone internazione più tesa in attesa di vedere gli effetti delle prime mossse del pressidente Trump.
L’inflazione dei costi di produzione è diminuita leggermente, mentre quella dei costi di produzione è rimasta invariata, e il sentimento delle imprese è rimasto positivo.
Di fronte a qquesto aumento dei tassi che va un po’ contromano rispetto al resto del mondo, lo Yen si è rinforzato leggermente nei confronti del dollaro. Del resto trumo non vuole un dollaro troppo forte, chiederà tagli dei tassi, ma vuole un dollaro molto folte.
Comunque quello che è successo in Giappone è da vedere come un campanello d’allarme per il resto del mondo
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