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Il Giallo della Ursa Major: reattori nucleari russi sul fondo del Mediterraneo diretti a Pyongyang?
Giallo nel Mediterraneo: la nave russa affondata trasportava reattori nucleari per Kim Jong Un? L’indagine svela un patto segreto Mosca-Pyongyang e un misterioso sabotaggio.

C’è un filo rosso, o forse dovremmo dire radioattivo, che collega le acque tra la Spagna e l’Algeria, i cantieri navali segreti della Corea del Nord e le forniture di munizioni al fronte ucraino. Una storia che sembra uscita dalla penna di Tom Clancy, ma che invece emerge dai rapporti del Maritime Executive e della stampa spagnola (La Verdad), gettando una luce sinistra su quanto accaduto nel dicembre 2024.
Al centro della scena c’è la Ursa Major, una nave da carico russa colata a picco in circostanze misteriose. Ufficialmente un incidente, ufficiosamente un atto di guerra non dichiarata che ha spedito sul fondale del Mediterraneo tecnologia nucleare sovietica destinata a Kim Jong Un.
All’epoca si riteneva che la nave fosse collegata allo sgombero del porto di Tartus da parte della Marina russa, ma ora emergono voci ben diverse. L’area dell’affondamento della nave è la seguente:
“Tombini” da 65 tonnellate e bugie da marinaio
Torniamo a quel dicembre 2024. La Ursa Major affonda dopo aver riportato esplosioni in sala macchine. L’armatore grida subito al terrorismo, ma è l’indagine delle autorità spagnole a rivelare il vero carico scottante.
Sulla poppa della nave, coperti da teli blu, c’erano oggetti ingombranti che non passavano inosservati alla ricognizione aerea. Interrogato dalla capitaneria di porto, il comandante Igor Vladimirovich Anisimov ha tentato un arrampicata sugli specchi degna di nota:
- Prima ha dichiarato che erano componenti per un progetto di rompighiaccio.
- Messo alle strette sulla densità anomala del carico, ha chiesto “tempo per riflettere”.
- Infine, ha partorito la versione definitiva: erano “chiusini fognari” (tombini).
Peccato che questi presunti tombini pesassero 65 tonnellate l’uno. Un po’ eccessivi per la rete fognaria di Vladivostok, ma perfetti per coincidere con le specifiche degli involucri dei reattori VM-4SG. Parliamo di reattori navali di epoca sovietica, raffreddati ad acqua compressa e quindi costruiti per agire ad alte pressioni, progettati per i sottomarini balistici della Guerra Fredda, vecchia scuola ma tremendamente efficaci.
Il “Pagherò” di Putin e il sottomarino di Kim
Perché Mosca dovrebbe spedire reattori nucleari in giro per il mondo su una nave cargo civile, senza dichiararli? La risposta è nella geopolitica del bisogno.
La Russia ha un debito strategico enorme verso la Corea del Nord. Pyongyang ha fornito milioni di proiettili d’artiglieria vitali per stabilizzare il fronte nel Donbass e riconquistare terreno in Ucraina orientale. E Kim Jong Un non accetta rubli svalutati; vuole tecnologia.
Pochi giorni fa, il regime nordcoreano ha svelato al mondo il suo nuovo sottomarino a propulsione nucleare. Gli analisti occidentali si sono chiesti come un paese isolato potesse compiere un tale balzo tecnologico in un tempo così breve, e non sappiamo se l’impianto di propulsione sià già sato installato. Ora, forse, abbiamo la risposta: il know-how, e probabilmente l’hardware stesso, parla russo. Se la Ursa Major non fosse affondata, quei reattori sarebbero probabilmente già installati nello scafo nordcoreano.
Ecco un riepilogo delle incongruenze emerse:
| Elemento | Versione del Capitano | Analisi degli Inquirenti |
| Carico | Componenti rompighiaccio / Tombini | Reattori nucleari VM-4SG |
| Peso | Non specificato | ~65 Tonnellate cadauno (Alta densità) |
| Destinazione | Vladivostok (Generico) | Probabile trasbordo per la Corea del Nord |
| Causa Affondamento | Incidente generico | Esplosione esterna (foro di 20 pollici piegato verso l’interno) |
Chi ha premuto il grilletto?
L’aspetto più inquietante, e tecnicamente rilevante, è la causa dell’affondamento. Si parla di un approccio cinetico. L’armatore ha riferito di tre esplosioni e, dettaglio cruciale, il capitano ha confermato la presenza di un buco nello scafo con i bordi piegati verso l’interno.
In termini balistici e navali, questo significa una cosa sola: l’esplosione è arrivata da fuori. Un siluro? Una mina magnetica piazzata da incursori? Un drone sottomarino?
Se la nave trasportava davvero reattori nucleari destinati a minacciare gli alleati USA nel Pacifico (Giappone e Corea del Sud), la lista dei sospettati che avrebbero avuto l’interesse e la capacità operativa di fermare quel carico si restringe a pochissimi attori statali dotati di servizi di intelligence e capacità navali di primo livello.
Qualcuno ha deciso che quei reattori non dovevano arrivare a Pyongyang. E ha agito.
Domande e risposte
Cosa trasportava realmente la nave russa Ursa Major?
Secondo le indagini spagnole basate sull’analisi visiva e documentale, la nave trasportava involucri per reattori nucleari navali di tipo VM-4SG, di progettazione sovietica. Questi componenti, del peso di circa 65 tonnellate l’uno, erano stati falsamente dichiarati dal capitano prima come parti di un rompighiaccio e poi, inverosimilmente, come tombini fognari. Si tratta di tecnologia critica per la propulsione di sottomarini militari.
Qual è il collegamento con la Corea del Nord?
Gli analisti ritengono che i reattori fossero il pagamento della Russia alla Corea del Nord in cambio delle ingenti forniture di munizioni d’artiglieria usate in Ucraina. La tesi è supportata dalla recente presentazione da parte di Kim Jong Un di un nuovo sottomarino a propulsione nucleare, il cui sviluppo ha beneficiato quasi certamente di assistenza tecnica e componentistica russa, rappresentando una nuova minaccia strategica per USA, Giappone e Corea del Sud.
Come è affondata la nave e chi è stato?
L’affondamento non sembra accidentale. Le perizie riportano un foro nello scafo con i bordi piegati verso l’interno, compatibile con un’esplosione esterna (attacco cinetico). Sebbene non ci siano rivendicazioni ufficiali, la natura sensibile del carico suggerisce un’operazione di sabotaggio condotta da un attore statale interessato a impedire la proliferazione nucleare nordcoreana. Le circostanze indicano l’uso di mine o vettori sottomarini.









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