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Il fallimento della Commissione nella Guerra Civile fra Von Del Leyen e Michel

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Il Sofagate, la ridicola messa in scena messa in piedi ad Ankara da Erdogan, con lui vicino al presidente del Consiglio Charles Michel e la Presidente della commissione Von Der Leyen è stata messa tranquilla su un divano distante è stato solo l’ultimo caso di una guerra fra Consiglio ed Commissione per affermare chi  il reale “Presidente dell’Unione” e dovrebbe rappresentarla a libello mondiale.

Quella lotta è tornata drammaticamente agli occhi dell’opinione pubblica lunedì, quando von der Leyen ha lanciato una sbalorditiva accusa di sessismo dinanzi al Parlamento europeo. In una forte testimonianza, ha coinvolto Michel nel suo downgrade diplomatico durante una visita congiunta in Turchia: “Mi sono sentita ferita e mi sono sentita sola, come donna e come europea”. Se la von der Leyen avesse viaggiato da sola, non le sarebbe stata negata una sedia durante l’incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğ e la UE avrebbe evitato un incidente imbarazzante che ha rivelato aspre tensioni e profonda sfiducia tra i suoi due alti funzionari. Perchè sarebbe bastato che Michel avesse lasciato sedere lei, e non ci sarebbero stati problemi.  Lo scena emblematica – all’estero, di fronte alle telecamere,  durante un viaggio inteso a presentare un fronte unico dell’UE in mezzo a relazioni tese con un partner geopolitico cruciale – è stata la tangibile immagine di una rivalità di lunga data tra i due leader in materia di politica estera. Tutto questo  ha danneggiato la reputazione internazionale dell’UE, sollevando dubbi sulla sua capacità di agire sulla scena mondiale e rinnovando le domande sulla profonda difettosità della sua struttura.

Von der Leyen, un ex ministro della Difesa tedesco che è la prima donna a guidare la Commissione, e il primo presidente in un quarto di secolo a non servire in precedenza come capo del governo, inizialmente ha proclamato la sua intenzione di guidare una “Commissione geopolitica”. E nella sua primissima settimana in carica, è volata in Etiopia per incontrare le controparti dell’Unione africana e segnalare un perno dell’UE al suo vicino continentale. Purtroppo Michel, che ha servito come primo ministro belga per cinque anni prima di rassegnare le dimissioni per diventare presidente del Consiglio, aveva i suoi piani per rappresentare l’UE all’estero. Nel febbraio 2020 ha fatto un viaggio in Etiopia per incontri a margine del vertice annuale dell’Unione africana.

La competizione tra i due presidenti era in pieno svolgimento. Ma in effetti, la tensione era emersa prima, praticamente dal momento in cui von der Leyen e Michel erano entrati in carica.

Abbiamo avuto dei casi in cui si è superato il muro del ridicolo. Il 19 gennaio 2020, Michel, von der Leyen e l’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri, Josep Borrell, hanno tutti partecipato a una conferenza a Berlino sulla guerra civile in Libia – una triplice apparizione imbarazzante dato il ruolo limitato dell’UE in materia di sicurezza. Abbiamo avuto due dichiarazioni, una di Michel ed una della Commissione, che hanno occupato per una istituzione praticamente inutile. In questo caso avrebbe , in teoria, dovuto parlare Michel, ma l’ostilità del team della Commissione è stato tale da produrre un inutile doppione.

Ovviamente l’incapacità operativa della Commissione, evidente sotto ogni punto di vista, lascia spazi enormi per Charles Michel. Se la Von Der Leyen si fosse rivelata efficace nell’affrontare la pandemia, se la sua politica di gestione dei vaccini fosse stata evidente, è ovvio che ne sarebbe risultata rafforzata e la sua leadership sarebbe indiscussa. Dato che per ora si è invece rivelata solo una pasticciona, è ovvio che qualcuno si presenti a coprire il vuoto di rappresentanza europea.

quindi non solo l’Unione è incapace, non sono non è democratica, ma è pure divisa da lotte di potere interne. Se c’è qualcosa di straordinario è il fatto che i cittadini non si siano ancora ribellati

 


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