Economia
Il dovere dello Stato? Difendere la manifattura. La decadenza dei colletti blu è quella della società
La crisi della manifattura nei paesi occidentali si tramuta anche in una crisi sociale, con perdita della solidità delle famiglie e precipitare della fertitiltà da un lato e delle prospettive di miglioramento sociale per le future generazioni dall’altro
Esiste una vera economia che va oltre le considerazioni sulla finanza, sui numeri dei rapporti debito PIL, quelli che fanno impazzire Bruzelles e il MEF, quella che entra nelle case delle famiglie, se ci sono, e ne decide i comportamenti: se sposarsi, se convivere, se avere figli, e così via. Oggi parliamo di questa economia.
Se avete tempo e voglia vi invito a leggere questa interessante ricerca economica: Quando il lavoro scompare: Il declino dell’industria manifatturiera e la caduta del valore del mercato matrimoniale dei giovani uomini, di Autorn, Dorn e Hanson, edito dalla American Economic Association.
Il concetto espresso è molto semplice: Quando la Manifattura scompare i Colletti blu, la classe operaia, si indebolisce e la struttura sociale scompare.
L’immagine iconica del lavoratore “colletto blu” – un tempo simbolo di forza, operosità e stabilità economica – si sta affievolendo. La delocalizzazione, l’automazione e la globalizzazione hanno portato a un inesorabile declino del settore manifatturiero nei paesi occidentali, con conseguenze che vanno ben oltre la semplice perdita di posti di lavoro. Questo declino, infatti, sta erodendo il tessuto sociale, creando un effetto domino che si ripercuote su famiglie, individui e generazioni future.
La Spirale della Precarietà
La chiusura di fabbriche e la perdita di lavori nella manifattura hanno un impatto devastante, in particolare sui giovani uomini. Un tempo, questi lavori offrivano un percorso chiaro verso l’età adulta: un salario dignitoso, la possibilità di creare una famiglia e di contribuire alla propria comunità. Oggi, la mancanza di opportunità condanna molti giovani a un futuro di precarietà e incertezza.
Questo è il concetto che questa ricerca riesce a confermare con i dati reali presi dall’economia USA e dalla crisi manifatturiera seguita al 1990, con la globalizzazione delle produzioni e il trasferimento all’estero di molte attività produttive, con ricadute sociali importanti.
Conseguenze Sociali a Catena
Uomini allo Sbando: La disoccupazione e la mancanza di prospettive portano a una crisi di identità maschile. Senza un ruolo definito nel mondo del lavoro, molti uomini perdono fiducia in se stessi e cadono vittima di depressione, abuso di sostanze e comportamenti criminali.
Dati a supporto: Tutto questo non è basato su sensazioni, ma su dati scientifici oggettivi. Infatti studi hanno dimostrato un aumento significativo dei decessi per overdose da oppioidi e suicidi nelle aree colpite dalla deindustrializzazione. (Case e Deaton, 2015, 2017; Pierce e Schott, 2016b)
Famiglie Disgregate: La precarietà economica rende gli uomini meno “appetibili” sul mercato matrimoniale e delle relazioni a lungo termine. Il calo dei matrimoni e l’aumento delle famiglie monogenitoriali, spesso guidate da donne con redditi più bassi, contribuiscono a una crescente disuguaglianza sociale. Tutto questo viene a impattare direttamente sulla fertilità femminile, cioè sul numero di figli per coppia, che viene a precipitare, innestando una crisi demografica che stiamo ben vivendo. Questo si può cogliere dalla seguente tabella:
Volendo fare degli esempi, nella “Rust Belt” americana, la percentuale di bambini che vivono in povertà è aumentata drasticamente negli ultimi decenni proprio in corrispondenza con la deindustrializzazione, con conseguenze negative sulla loro salute, istruzione e prospettive future.
Un’Eredità dello Svantaggio: I bambini che crescono in famiglie povere e instabili hanno maggiori probabilità di abbandonare gli studi, di avere problemi di salute e di rimanere intrappolati nel ciclo della povertà e di dipendenza e criminalità. Questo crea un’eredità di svantaggio che si tramanda di generazione in generazione. Le cosneguenze della distruzione della manifattura non scompaiono in breve tempo, ma minano profondamente le radici della società.
Secondo i dati dell’OCSE, i figli di genitori con un basso livello di istruzione hanno una probabilità tre volte maggiore di rimanere a loro volta con un basso livello di istruzione.
Oltre la “Rust Belt”: Un Fenomeno Globale
Il declino della manifattura non è un fenomeno limitato agli Stati Uniti. Anche in Europa e in altre parti del mondo, la chiusura di fabbriche e la perdita di posti di lavoro operaio/manifatturiero stanno avendo un impatto devastante sulle comunità. In Italia, ad esempio, la crisi del settore tessile e calzaturiero ha colpito duramente molte regioni, con un aumento della disoccupazione e della povertà.
Il dovere del Governo,, di qualsiasi governo, dovrebbe quindi essere di tutelare prima di ttto la manifattura, e di farlo con qualsiasi mezzo. La sparizione di questo settore o la sua forte riduzione vengono ad avere degli effetti negativi profonmdi e duraturi nel tempo che, fra l’altro, vengono a colpire le fasce più deboli e povere della società.
Se esistesse un vero movimento “Di Sinistra” dovrebbe mettere l’attività produttiva, l’apertura delle fabbriche e il loro mantenimento, al di sopra di qualsiasi altro obiettivo nazionale e internazionale: non dovrebbe esistere fedeltà a nessuna alleanza a nessun patto internazionale, nessun vincolo superimposto di bilancio, nessun valore finanziario, che dovrebbe superare questo obiettivo.
Poi non dimentichiamo Kaldor: la ricchezza della società deriva soprattutto dalal manifattura, e la produttività viene ad essere collegata direttamente ai volumi produttivi. Se si vuole una società ad alta produttività bisogna avere una forte manifattura.
Un Appello all’Azione
Uno stato che volesse investire nella propria sopravvivenza non potrebbe esimersi dal salvare la propria manifattura. Comportamenti come quelli di Stellantis che, per motivi finanziari, chiude le fabbriche o le riduce al lumicino non dovrebbero essere tollerati.
Voglio concludere con una frase presa direttamente dalla conclusione dello studio:
La contrazione dell’offerta di giovani uomini adulti economicamente sicuri, dovuta all’aumento della pressione commerciale, provoca un aumento dell’ozio maschile e della mortalità prematura, un declino del matrimonio e della fertilità, un aumento della frazione di madri non sposate e capofamiglia di famiglie monoparentali non conviventi e una crescita della frazione di bambini cresciuti in povertà.
Quando veramente i governi Occidentali abbandoneranno gli obiettivi secondari finanziari o cosmetici per concentrarsi nella propria semplice sopravvivenza sociale e sul benessere delle classi più popolari?
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