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IL COUNTRY REPORT DELLA COMMISSIONE? CHIEDE LE POLITICHE CHE STA PERSEGUENDO IL GOVERNO

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Nei media c’è una specie di Peana nel quale la Commissione avrebbe condannato le politiche italiane. In realtà devo aver letto un altro documenti, eppure quello che ho letto si chiama “Country report” ed è stato pubblicato ieri dalla Commissione (dopo averlo fatto leggere all’ANSA, alla faccia della parità di trattamento).

Il Country Report, quello vero, dedica un grande spazi ai problemi di carattere sociale. Ad esempio:

The uneven and gradual improvement of the labour market continued in 2018. The number of people in employment reached a record high by mid-2018. However, the employment rate remained well below the EU average, particularly for women and young people. Regional employment gaps also remain substantial.

Questa frase è stata presa direttamente dal riassunto iniziale. Praticamente si ammette che l’Italia ha un grosso problema di disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, ed è al di sotto della media UE. Proseguiamo.

Investment in human capital is a pre-requisite for boosting public and private investment. Investment in innovation would improve productivity and growth prospects in the
medium and long term. These investments would increase productivity in southern Italy in particular and also allow to address smaller firms’ weaknesses.

Bisogna investire nel capitale umano e quindi nell’innovazione tecnologica. Ora io non sarò un esperto, ma il cosiddetto, sbagliando,  “Reddito di Cittadinanza”, non è altro che un grande progetto di investimento nella preparazione e riqualificazione della forza lavoro. Un piano ambizioso, forse troppo, ma un piano realistico che va proprio nella direzione indicata dalla Commissione perchè nessuno ne parla, per questione di polemica politica, ma il RdC prevede proprio che il contributo vada a centri di formazione se questi formano persone che poi trovano lavoro.

Il country report poi pone in luce come vi siano dei forti passi avanti nella lotta alla corruzione, con lo Spazzacorrotti, mentre non vi è un passo avanti nello spostare la tassazione dai fattori di produzione . Problemi di implementazione sono invece indicati per: spostamento della tassazione dai fattori produttivi (Lavoro) e mancata revisione dei valori catastali, riduzione del peso del sistema pensionistico, lentezza della giustizia e restrizioni alla concorrenza.

Vediamo punto per punto:

a) Spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio: oltre a problemi di carattere costituzionale, secondo me, hanno una base di cattiva informazione. Una revisione dei valori catastali dopo 10 anni di calo dei valori immobiliari rischia di non vedere un aumento ma un calo del gettito. Se si volesse spostare la tassazione dal lavoro al capitale bisognerebbe colpire ciò che, attualmente, non è colpibile, cioè i grandi patrimonio mobiliari ed immobiliari che le grandi società hanno spostato all’estero. non è un caso che i maggiori gruppi industriali hanno le proprie sedi in Lussemburgo ed Olanda, dove non vi è tassazione alla plusvalenza ed i regimi sono molto privilegiati. L’osservazione della Commissione è giusta, ma dovrebbe portare a conseguenze ben diverse rispetto ad una tassazione di un patrimonio immobiliare stremato.

 

b) Spesa Pensionistica .Quota 100 viene a sanare una situazione francamente intollerabile e punitiva per gli italiani.

Italia e Grecia avevano le età pensionistiche più elevate dell’Unione, e sentirsi fare una predica in materia è abbastanza stupefacente. Il sistema pensionistico italiano è costruito per reggere bene, in situazione di piena occupazione, per cui, invece che rinviare Sine Die  la data della pensione, dovrebbe esserci un maggiore impegno dell’Europa sul lato della creazione del lavoro.

c) Lentezza della giustizia civile. Questo è un fattore oggettivo che dovrebbe essere affontato, ma senza scorciatoie come quelle che permettono al creditore di vender direttamente il bene del debitore. Giustizia rapida non vuol dire nè giustizia approssimativa nè la legge del più forte e comunque si sono fatti grossi passi avanti negli ultimi anni.

d) Restrizioni alla concorrenza: certo che fa un po’ sorridere questa osservazione quando il governo olandese ha appena incrementato la propria partecipazione pubblica del 12% in KLM solo per controbattere ad una mossa di Parigi. Insomma, signori, guardatevi un po’ in giro.

Il Country report non è la bibbia, è fatto da uomini che spesso non hanno neppure un’approfondita conoscenza della situazione italiana. Vedere come lo trattano i media, a mo di pagellina,è francamente ridicolo e svilente, ed indica il livello infimo dell’informazione italiana.

 

 

 

 

 

 


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