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Il Consiglio di Stato rade al suolo le concessioni balneari dal 2023. Altra categoria sul piede di guerra

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Il Consiglio di Stato demolisce, a termine, le concessioni balneari e mette un’altra categoria di piccoli e medi imprenditori sul piede di guerra con il governo e la UE. La corte amministrativa proroga le concessioni balneari solo fino al dicembre 2023 “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere“. Poi basta, queste andranno all’asta, qualsiasi sia la decisione del governo, con una chiara prospettiva di sua disapplicazione. Il Consiglio di Stato risponderà a Bruxelles e non a Roma.

Quindi il Consiglio di Stato ha dato  un ultimatum al legislatore, che anche stavolta, nel ddl concorrenza messo a punto dal governo, aveva  deciso di non decidere, e di procedere solo a una mappatura delle concessioni esistenti, senza però scegliere fra scontro con la UE, e quindi proroga, oppure messa all’asta.  “Dal giorno successivo, tuttavia, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza“. Quindi ora il Consiglio di Stato sembra spingere per uno scontro diretto con i balneari.

Tutto deriva dalla Bolkestein, la direttiva sui servizi che vorrebbe le concessioni e le licenze pubbliche, tutte, dalle balneari, ai tassisti, al commercio aambulante, messe all’asta a livello europeo. Le più ghiotte sono quelle balneari, magari da vendersi in grandi lotti che potrebbero interessare, ed essere alla portata, solo di grandi gruppi europei o mondiali del divertimenti, cancellando aziende italiane che li gestiscono da decenni. Il Consiglio di Stato fa capire che  dal 2023 disapplicherà ogni legge che vada contro la Bolkestein, rendendo quindi inefficace la legislazione nazionale. A quel punto il governo sarà disarmato, o manderà i carabinieri a far rispettare le proprie leggi.

Però questa non è l’unica categoria in conflitto con il ddl Concorrenza. Anche le licenze urbane dei taxi verranno messe all’asta, con la probabile chiusura di molte piccole attività e l’entrata dei grandi gruppi e dei NCC a livello urbano. I sindacati del settore hanno affermato che i tassisti avranno un “Natale amaro”, ma sicuramente lo scaricheranno con proteste contro le autorità. Queste si fonderanno con quelle contro il Green Pass e con le altre già in corso, proprio nel periodo natalizio. Auguri a tutti!!


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