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Il commercio mondiale rallenta, soprattutto dalla Cina: troppo espansionismo economico

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Il commercio mondiale sta mandando dei segnali sempre più negativi. Non si tratta solo di un problema bilaterale cino americano, con rapporti in progressiva degenerazione, ma di un problema più ampio, di cui si avvertono diversi sintomi.

Imprimo riguarda un paese dell’Unione, anche se piccolo, Malta, sede di Freeport, porto franco fra i maggiori nel Mediterraneo. La Maersk Shipping ha deciso di ridurre le proprie attività nell’area, riducendo il transito container del 65% e delocalizzando in altri porti nordafricani, per il forte calo nei flussi commerciali. Eppure malta era un noto essenziale della Belt and Road initiative, la strada commerciale dalla Cina all’occidente.

Invece i dati confermano che la rotta delle merci cinesi vero l’occidente non vede lo sviluppo degli anni precedenti:

 

Dopo un picco nel 2017 vi è stato un calo progressivo nonostante un picco ad inizio 2018. Un altro segnale del rallentamento commerciale proviene  invece dalla Cina.  In questo caso consideriamo il traffico aero, che sta dando dei dati piuttosto preoccupanti fra Cina ed Europa.

Questi sono i dati del traffico cargo da e per Hong Kong, le cui autorità forniscono questo tipo di dati. In questo caso, come vediamo , c’è una contrazione dell’ordine di diversi punti percentuali nel 2019.  Se consideriamo Londra abbiamo uno specchio di questa situazione in Europa:

Se consideriamo Memphis, un aeroporto americano, l’andamento è diverso

In questo caso l’incremento del 2018 non è stato dovuto al commercio con la Cina o con l’estero, ma all’incremento del commercio interno USA

In generale quello che si sta profilando è un rallentamento del commercio cino europeo o cino americano, non di per se un rallentamento mondiale, in quanto comunque gli USA  ancora crescono, anche se soprattutto internamente. Questo si valuta anche a livello di commercio globale:

 

Insomma il commercio si sta contraendo, ma non ovunque. Ad essere colpiti sono soprattutto i flussi dalla Cina, anche coerentemente con il timore di un eccessivo, ed invadente, espansionismo economico di Pechino. Del resto sono decine i progetti di investimenti cinesi e gli acquisti aziendali bloccati dai governi, o comunque avversati, a partire dal 2018, come mostra questa tabella:


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