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Il campo largo è per ora un semplice laboratorio locale

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Grande euforia dalle parti del Pd e della segretaria Elly Schlein per la vittoria a Genova e Ravenna, alle ultime amministrative di domenica e lunedi scorsi.  Vittorie nette, almeno a Genova e Ravenna, che però forse stanno suscitando reazioni un pò scomposte ed eccessive dalle parti del centrosinistra. In primo luogo perchè si tratta sempre di elezioni locali, che come si sa da tempo, hanno dinamiche particolari e seguono percorsi che non sono affatto sovrapponibili a quelli delle elezioni politiche nazionali.

In secondo luogo occorre riconoscere poi che nello specifico, sia Ravenna che Genova, sono da sempre feudi della sinistra. A Genova la vittoria di Marco Bucci nel 2017 ha spezzato una egemonia del centro sinistra alla guida di palazzo Tursi, sede del comune genovese, che durava dal 1990. Ed infine anche alle politiche, il Pd e il centro sinistra si sono mostrati molto forti nei grandi centri urbani ( in particolare nei centri storici o nei quartieri “nobili” delle grandi citta) molto meno forti invece in provincia e in periferia, dove invece la destra ha saputo da tempo meglio intercettare la delusione e le preoccupazioni delle fasce piu deboli della popolazione.

Si tratta di quel paradosso che vede le sinistre, un pò in tutto il mondo, che pare aver perso il contatto con quelle fasce di popolazione che storicamente invece dovrebbero essere lo zoccolo duro del suo corpo elettorale. alle ultime presidenziali americane, a Washington e New York i democratici hanno raggiunto percentuali bulgare, ma poi hanno perso nettamente nei piccoli centri e nei grandi distretti industriali. La sinistra pare aver perso la sua identità, rincorrendo l’elitarismo di una borghesia di maniera che ha visto la sua massima esaltazione nella cosiddetta cultura woke, il cui fallimento sta mostrando tutte le debolezze della sinistra mondiale, che fatica ora a trovare un nuova identità e a proporsi come valida alternativa per governare un mondo che sta cambiando radicalmente.

Ecco allora che per le vittorie del centro sinistra a queste amministrative si potrebbe arguire che una rondine non fa primavera. Perché se si analizzano bene i dati, si può vedere come mentre il centrodestra soffra nei grandi centri urbani, come Genova, Ravenna, ma anche Matera e Taranto, mentre in provincia il quadro cambia, perché per esempio a Rozzano, Subiaco, Ortona, Sulmona o Nola, la situazione si capovolge. Ecco allora che cosi come è giusto non sottovalutare eccessivamente il risultato per la maggioranza, allo stesso modo anche l’opposizione non dovrebbe lasciarsi andare ad eccessivi facili entusiasmi.

I sondaggi nazionali, per quanto possono valere, indicano un partito della premier stabilmente al di sopra del 30%, un dato ben maggiore di quello delle ultime politiche, e dopo due anni e mezzo di governo si può ben dire trattarsi di un dato importante. Confidare che le vittorie di Genova o Ravenna possano avere una valenza nazionale, rischia di essere un errore clamoroso. Le differenze nel cosiddetto campo largo, sono ancora tante e a livello nazionale è difficile pensare che, per esempio Carlo Calenda possa allearsi con i cinque stelle, cdi cui la recente congresso di Azione ha auspicato la sparizione. Ma anche tra il Pd, o almeno la consistente parte dei riformisti, e i cinque stelle le differenze e le divisioni sono molteplici e appare davvero complicato pensare che su queste basi si possa poggiare una credibile alternativa alla destra.

La sicumera della segretaria dela Schlein appare perciò un pò fuori luogo, al limite della spacconeria, considerando invece come i toni, post amministrative, siano stati assai piu miti da parte dei suoi alleati, Conte in testa, che evidentemente soffre la competizione con la segretaria del Pd. Perchè, e questo è il segreto di Pulcinella, il leader dei cinque stelle pare avere come obiettivo, in questo momento, piu quello di eliminare la segretaria Pd dalla corsa alla leadership del centro sinistra, che quello di lavorare alla costruzione di una credibile alternativa al centrodestra.

” Meloni cominci a preoccuparsi” ha detto  Schlein, dicendosi prontissima ad eventuali ( assai improbabili) elezioni anticipate. Ma probabilmente tutta questa sicurezza, come diceva qaulche giorno fa una fonte dell’ala riformista seduto alla buvette di Montecitorio, è in reltà uno stratagemma per coprire le tante insicurezze che si porta dietro da quando l’opposzione interna e esterna al partito sembracrescere di settimana in settinana. E in questo caso il rischio che si corre è quello di manipolare la realtà.


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