Una volta si diceva che i giornalisti dovevano essere i “Cani da Guardia” della democrazia a favore del popolo. Purtroppo questa funzione è sparita da tempo e i giornalisti o fanno servizi a favore del Potere, quello con la P maiuscola, o per la propria parte politica.
Il Potere odia la misura del 110%, quella che dovrebbe permettere agli italiani di ristrutturare il proprio bene più prezioso, la casa. Il Bonus è stato studiato male: l’applicazione troppo concentrata nel tempo, molto burocratico, cambiato in corsa innumerevoli volte. Però ha funzionato, mettendo in difficoltà tante aziende, il 43% del totale che vi ha lavorato, perché non riescono più a cedere i propri crediti.
In qualsiasi misura, anche quella più di successo, c’è qualche furbetto. Una patologia fisiologica, che deve essere combattuta con i normali mezzi che l’autorità giudiziaria ha a disposizione. Comunque le truffe nel 110% (al contrario del bonus facciate) sono state relativamente poche. Eppure Ranucci monta un servizio, che potete vedere qui sotto, in cui fa passare gran parte di chi lo ha utilizzato, come degli approfittatori quasi truffaldini:
Eppure non è così: i controlli sono strettissimi, le responsabilità dei tecnici elevate, e la misura funziona. Ne fa testo questa lettera aperta di un ingegnere pubblicata su Facebook, che merita di essere diffusa, e che presenta la realtà dei fatti di professionisti seri e onesti che, in realtà, sono stati ingannati dal governo.
Sono un libero professionista, titolare di uno studio di ingegneria che sin dalla prima ora si è occupato di pratiche superbonus 110% di cui al Decreto Legge n.34/2020, “Decreto rilancio”,convertito nella Legge n.77/2020.
Ho subito creduto nella validità di questa innovativa e straordinaria misura, sia come opportunità professionale sia per l’utilità sociale ed economica che ne sarebbe potuta derivare al paese Italia.
Sono un vostro affezionato telespettatore avendo da sempre apprezzato il vostro coraggio, la vostra indipendenza e le modalità operative tipiche del giornalismo di inchiesta.
Dopo aver visto la puntata di Report del 30.05.2022 “110 e lode”, sicuramente perché coinvolto professionalmente in prima persona ed anche perché, ritengo, molto ben informato sull’argomento, sono rimasto basito nell’ascoltare tante inesattezze, tante falsità e tante omissioni.
La sensazione che si ha (e sarebbe a dir poco preoccupante…) è quella di un servizio volutamente montato ad arte al fine di rappresentare una realtà distorta, fuorviante e calunniosa.
Non sono così ingenuo da pensare che giornalisti del vostro calibro e della vostra preparazione abbiano potuto trattare un tema così complesso, come quello del superbonus 110%, senza prima documentarsi sulla normativa, senza prima ascoltare un qualche addetto ai lavori, senza analizzare le continue e stressanti modifiche apportate alla normativa medesima, da chi e con quali conseguenze.
A prescindere da quali siano state le reali motivazioni che vi hanno indotto a trasmettere un servizio a mio avviso completamente errato nella forma e nella sostanza, con l’auspicio che i vostri errori siano stati commessi in totale buona fede, proverò a spiegare con dei concetti semplici come stanno realmente le cose e soprattutto come si sono evolute negativamente con il passaggio dal governo Conte a quello Draghi.
Il Decreto legge n.34/2020, emanato dal governo Conte, era in origine una legge estremamente rigorosa, innovativa e al tempo stesso rivoluzionaria, che affondava le proprie radici e ragioni in una strategia di medio-lungo termine dettata già da tempo dall’Unione Europea (Direttiva UE 2018/844).
In pratica, senza generare nessuna spesa per lo Stato, è stata capace di mettere in moto un grosso quantitativo di denaro; al 30 aprile 2022 siamo arrivati ad impegnare la somma di 30,19 miliardi di euro (fonte Ministero della Transizione Ecologica), utile sia per perseguire lo scopo di riefficientare il maggior numero di abitazioni italiane, con conseguente abbattimento dei consumi energetici (gas, carburanti, elettricità, ecc.), sia per far crescere il PIL nazionale con inevitabile crescita economica e sociale per tutta la nazione.
Il cardine principale della norma era quello di dare la possibilità a chiunque, mediante la cessione del credito, di effettuare i suddetti lavori previsti dal Decreto Legge n.34/2020, sia ecobonus 110% (efficientamento energetico) che sismabonus 110% (riduzione rischio sismico).
In pratica il cittadino cedeva il proprio credito alle Imprese ed ai Professionisti che a loro volta lo cedevano agli istituti finanziari per essere pagati, riconoscendo agli Istituti una percentuale per gli interessi.
E quando dico chiunque intendo tutti i cittadini di qualsiasi estrazione sociale e condizione economica (poveri, ricchi, disoccupati, pensionati, incapienti, lavoratori pubblici, lavoratori privati, ecc.).
Insomma, una volta tanto, una vera misura DEMOCRATICA, merce rara in questo paese malato.
La norma tuttavia esclude l’accesso al superbonus 110% agli edifici di pregio (posseduti certamente da persone facoltose) accatastate con categoria catastale A1 “abitazioni signorili”, A8 “abitazioni in ville”, A9 “palazzi e castelli”.
Ecco perché risulta assolutamente non veritiero e fuorviante quanto sostenuto nel servizio di Report in cui è stato lasciato intendere che il superbonus 110% in Sardegna veniva attuato nelle costose ville della Costa Smeralda.
Così come non veritiera è l’affermazione di Report quando nel servizio sostiene che il superbonus 110% è stato praticato prevalentemente da cittadini ricchi; impossibile fare affermazioni di questo genere perché nessuno oggi è in possesso di dati economici sui beneficiari della misura (ISEE), compreso ENEA ed Agenzia delle Entrate.
Nella nostra esperienza di studio, ad esempio, posso affermare che, pur non conoscendo le condizioni economiche dei vari clienti, tra i beneficiari sono ben rappresentate tutte le categorie sociali (pensionati, impiegati, professionisti, insegnanti, disoccupati, ecc.).
Altra regola prevista nella normativa de quo è quella che prevede che ogni cittadino possa intervenire su un massimo di due unità immobiliari di sua proprietà; è evidente che possono usufruire del superbonus anche le seconde case.
Nessun grande scoop, quindi, per il Dott. Luca Bertazzoni.
Così come non trattasi di scoop l’aver appurato che ad oggi sono stati effettuati più interventi su unità immobiliari indipendenti (villette e plurifamiliari) rispetto ai fabbricati condominiali.
Tale circostanza è facilmente spiegabile per le seguenti ragioni:
-Le due differenti tipologie edilizie hanno scadenze diverse, le monofamiliari a giugno 2022 (oggi settembre 2022) mentre i fabbricati condominiali a dicembre 2023.
I fabbricati monofamiliari sono di gran lunga superiori come numero rispetto a quelli condominiali.
I lavori sulle monofamiliari sono più semplici e più economici da fare rispetto a quelli condominiali.
I tempi d’esecuzione dei lavori per una monofamiliare sono pari a circa un terzo rispetto a quelli per un fabbricato condominiale.
E’ pertanto plausibile e logico che in questa prima fase temporale siano stati effettuati maggiori interventi sui fabbricati monofamiliari, così come da oggi sino a dicembre 2023 saranno effettuati interventi quasi esclusivamente sugli edifici condominiali.
Analizziamo ora gli aspetti economici di questa straordinaria misura.
Come detto in precedenza, questa misura non genera costi per lo Stato; essa prevede invece, nei 4 anni successivi, mancati introiti in termini di gettito fiscale.
La moneta fiscale, ovvero il meccanismo di cessione dei crediti d’imposta, essendo per le norme Eurostat un credito definito non pagabile, non viene considerato debito pubblico, ma previsione di mancato futuro gettito fiscale.
Tutti i costi per l’effettuazione dei lavori, gli acquisti dei materiali, le prestazioni professionali, vengono preliminarmente PAGATI con i propri soldi dalle Imprese e dai Professionisti incaricati.
In pratica lo Stato, pur non spendendo un solo euro, incassa introiti diretti immediati, introiti a medio termine e introiti a lungo termine.
Gli introiti diretti sono rappresentati dalle aliquote IVA (10% sui lavori e 22% sulle competenze professionali) che le Imprese ed i Professionisti, pur non avendoli incassati, devono comunque versare all’Erario e dalla tassazione cui Imprese e Professionisti sono soggetti per il fatturato prodotto (IRPEF, IRES, ecc.);
Nella sostanza le Imprese e i Professionisti devono versare allo Stato, nell’immediato, IVA, IRPEF ed IRES, mentre i loro crediti fiscali vengono spalmati e resi utilizzabili nei quattro anni successivi a far data l’emissione della fattura.
Gli introiti a medio termine sono rappresentati dall’economia che lo Stato Italiano andrà a conseguire negli anni per la riduzione di acquisto di gas metano (dalla Russia, dal Congo e/o dagli Stati Uniti) e di elettricità (dalla Francia e dalla Svizzera).
Basti pensare che in ogni intervento di ecobonus 110% vengono previsti non solo interventi di isolamento dell’involucro, ma anche la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica con annessa batteria di accumulo che rendono l’abitazione quasi autosufficiente energeticamente ed impianti solari termici capaci di produrre acqua calda sanitaria gratuitamente sfruttando la fonte rinnovabile del sole.
Gli interventi ecobonus si completano anche con la fornitura e posa in opera della colonnina di ricarica per le auto elettriche (le auto del futuro); di giorno l’impianto fotovoltaico ricarica le batterie di accumulo, la notte si ricarica gratuitamente l’auto elettrica che potrà circolare al mattino senza costi e senza inquinare l’ambiente delle nostre città.
A medio termine, quindi, avremo una sensibile riduzione del fabbisogno energetico da combustibili fossili del paese con riduzione dell’inquinamento atmosferico e conseguenti benefici sulla salute dei cittadini (riduzione della spesa sanitaria per lo Stato) nonché riduzione delle sanzioni da parte della Comunità Europea grazie alla riduzione di emissione di CO2.
Altri introiti a medio termine, a favore dello Stato, vengono determinati dall’aumento occupazionale generato nella filiera del superbonus 110% (+127 mila posti di lavori creati nel 2021, +44 mila posti di lavori creati nel primo bimestre del 2022).
La maggiore occupazione determina un minor numero di cittadini a carico dello Stato con inevitabili risparmi sulle misure di sostegno (reddito di cittadinanza, indennità di disoccupazione, esenzioni ticket per prestazioni sanitarie, esenzioni pagamento di tasse scolastiche, diritti ad alloggi di ERP, ecc.).
Altri introiti a medio e lungo termine saranno determinati dalla regolarizzazione dei fabbricati prima della effettuazione degli interventi del superbonus 110%.
La norma prescrive, infatti, per l’accesso agli incentivi statali, la regolarità formale dell’immobile sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista catastale.
Dalla mia personale esperienza le posso dire che circa l’80% delle pratiche di superbonus ha determinato delle sanatorie urbanistiche per piccoli abusi e degli aggiornamenti catastali con conseguente introiti per i Comuni (sanzioni e diritti di segreteria) e aumento delle rendite catastali che produrranno negli anni futuri aumenti dei redditi dei cittadini e maggior introiti per i Comuni relativi ai tributi locali (IMU, TARES, ecc.).
A seguito dell’aumento dell’attività edilizia-urbanistica generata dalle pratiche superbonus, molti Comuni hanno assunto personale nei propri Uffici Tecnici.
Gli introiti a lungo termine per lo Stato saranno, inoltre, generati dai futuri acquisti che i soggetti coinvolti nella misura (Imprese, Professionisti, Aziende fornitrici, Banche, Assicurazioni) andranno ad effettuare grazie ai maggiori utili conseguiti (auto, moto, barche, mobili, viaggi, ristorazione, abbigliamento, ecc.), il cosiddetto moltiplicatore economico.
Per come anche affermato da qualificati studi economici (London Business School, Centro Studi Consiglio Nazionale Ingegneri e le varie teorie keinesiane), la misura del superbonus 110%, non solo non costa nulla allo Stato, ma presenta un saldo positivo tra gli introiti generati ed i mancati introiti per i crediti fiscali non riscossi.
Stranamente, però, a questi risultati ricavati da una semplice analisi economica non è giunto né il Premier Draghi né la redazione di Report.
A conferma di quanto sopra esposto basti pensare che in un solo anno di attuazione della misura del superbonus 110% (anno 2021) il PIL del paese è aumentato del 6,6%, con conseguente riduzione del debito pubblico e notevoli risparmi sugli interessi monetari.
A fine anno 2021, tuttavia, il nuovo governo Draghi emana il Decreto antifrode n.157/2021 e successivamente il Decreto sostegni a gennaio 2022 che di fatto impediscono alle Imprese ed ai Professionisti di cedere i propri crediti agli istituti finanziari, bloccando sostanzialmente la misura ed innescando economicamente il rallentamento del PIL nazionale.
Cosa ancor più grave, a mio avviso anche anticostituzionale, rende le nuove regole retroattive ossia valide per i cantieri in corso o già terminati, mettendo in ginocchio coloro che, fidandosi di una legge dello Stato, hanno lavorato onestamente, con sacrificio, anticipando con i propri soldi lavori e forniture nel rispetto delle regole vigenti in quel preciso momento.
In pratica con il Decreto Sostegni, il governo Draghi, modificando le regole in corso, ha di fatto impedito la cessione dei crediti maturati dalle Imprese e dai Professionisti, dopo l’effettuazione dei lavori, agli istituti finanziari, determinando il blocco dei cantieri in corso, esponendo altresì le Imprese a possibili fallimenti.
“Fallire per troppi crediti per mano dello Stato…..”: questo è il servizio che un giornalismo libero ed onesto come Report dovrebbe fare, sia per onore del vero sia per una corretta informazione ai cittadini, dovere fondamentale per ogni giornalista.
Un governo serio può modificare o interrompere una misura, perché non ritenuta più valida o per ragioni politiche, ma deve consentire la chiusura dei lavori in corso di chi (cittadini, imprese e professionisti) ha iniziato le proprie attività con le regole vigenti al momento.
Di questa gravissima circostanza, lesiva della dignità dei lavoratori, nonché delle numerose manifestazioni fatte a Roma contro il governo Draghi, nel servizio di Report tuttavia nessuna menzione è stata fatta, al pari dei colleghi giornalisti di tutte le testate televisive e della carta stampata (pluralità dell’informazione e dovere della cronaca cercasi).
Nel servizio di Report, Lei Dott. Ranucci, si è altresì concesso la licenza di affermare, con assoluta leggerezza e disinvoltura, che Draghi ha bloccato le cessioni dei crediti per contrastare le frodi.
Ed ora veniamo a trattare la questione delle frodi, tante volte artificiosamente sbandierate nel vostro servizio televisivo.
Dopo le gravi affermazioni del Premier Draghi e del Ministro Franco sulle truffe perpetrate con il superbonus 110%, definite “..la più grande truffa della storia con 4,4 miliardi accertati..”, il M5S chiamò il Ministro dell’Economia a riferire in Parlamento.
Con onestà il Ministro Franco ha comunicato i dati riportati in audizione, alla Commissione Bilancio del Senato, dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate: su circa 4,4 miliardi di crediti d’imposta inesistenti individuati insieme alla Guardia di Finanza, il 46% riguarda il Bonus facciate 90% e solo il 3% il Superbonus 110%, mentre ilrestante 51%riguarda i vecchi bonus edilizi del 50% e 65%.
Pertanto ad oggi le truffe riguardanti il superbonus 110%, pari al 3% dei 4,4 miliardi di euro, corrispondono a circa 132 milioni di euro.
Il Bonus facciate 90% fu introdotto dalla Legge di bilancio 2020 e voluto dal Ministro dei beni culturali Dario Franceschini con la finalità di abbellire gli edifici delle città aumentando il decoro urbano.
I dati sulle frodi, forniti dal governo Draghi, sono facilmente spiegabili, in quanto le misure dei bonus casa del 50%, 65% e soprattutto del 90% non prevedevano nessun tipo di controllo, nessun coinvolgimento di Tecnici abilitati, nessuna asseverazione dei prezzi, nessun visto fiscale, nessuna polizza assicurativa, insomma niente di niente.
Per farle un semplice esempio, nel caso dei bonus edilizi diversi dal superbonus, la Sig.ra Maria chiamava direttamente una Impresa, si faceva effettuare dei lavori (ad esempio la sostituzione dell’impianto di climatizzazione o la manutenzione della facciata) ed a fine lavori l’Impresa, a suo piacimento, emetteva fattura acquisendo il credito ceduto dalla Sig.ra Maria che prontamente versava ad Istituto finanziario.
Il tutto senza il coinvolgimento di un Tecnico abilitato, senza nessun computo metrico, senza nessun prezzario di riferimento e soprattutto senza massimali di spesa.
E’ sin troppo evidente che una norma così mal fatta si presta molto facilmente a truffe di ogni tipo.
Cosa ben diversa per il superbonus 110%, dove, trattandosi di progetti integrati molto complessi, vengono mediamente coinvolti per ogni pratica circa 4 Professionisti differenti e più Imprese esecutrici.
Ci sarà un Tecnico che dovrà redigere il computo metrico all’interno del quale dovrà indicare le misure e le quantità esatte dell’edificio interessato, dovrà obbligatoriamente utilizzare i prezzari regionali o nazionali, dovrà asseverare, sotto forma di perizia giurata, di aver utilizzato i prezzi del prezzario regionale e, soprattutto, la normativa del superbonus prevede, per ogni capitolo di spesa, dei massimali superati i quali il cittadino deve integrare con propri fondi la spesa eccedente.
Inoltre, un Tecnico abilitato dovrà effettuare l’asseverazione sul portale dell’ENEA, comunicando tutti i dati economici ed energetici frutto della diagnosi energetica effettuata da un termotecnico, per consentire un formale controllo all’ENEA sulla correttezza e veridicità dei dati comunicati.
Infine la normativa prevede il controllo, da parte di un Commercialista abilitato, sulla regolarità di tutta la pratica (categoria catastale corretta, uso dei prezzari regionali o nazionali, rispetto dei massimali di spesa, regolarità delle fatture, ecc.) per apporre il visto fiscale prima di trasmettere la pratica ad AdE.
A garanzia di tutte le attività svolte in una pratica superbonus 110% i professionisti sono tenuti a stipulare apposita polizza assicurativa, a garanzia dell’intero importo progettuale, per il cantiere specifico.
Ed invece il messaggio falso, fatto passare nel servizio, è che nei progetti di superbonus 110% si possano applicare i prezzi che si vogliono, anche triplicati, quando per come sopra esposto il Progettista è tenuto ad applicare il prezzo del prezzario e comunque il prezzo può solo diminuirlo per rispettare il massimale del capitolo e non mai aumentarlo.
Ma ahimè anche queste regole stringenti e vincolanti sono sfuggite alla attenta redazione di Report.
In merito poi all’impiego dei lavoratori in nero, menzionati nel servizio, pur certamente non escludendo che anche nei cantieri superbonus ci siano Imprese che utilizzano lavoratori non regolarmente assunti, vi è però da precisare che, a differenza di tutti gli altri cantieri edili, solo nei cantieri incentivati con il superbonus 110% viene alle Imprese richiesto sia il DURC (documento di regolarità contributiva) sia la congruità del DURC: deve esserci cioè congruità della forza lavoro regolarmente assunta con l’importo dei lavori di quel specifico cantiere.
Per quanto riguarda invece gli interventi di sismabonus 110%, essi andranno a migliorare la capacità resistente dei fabbricati interessati (riduzione del rischio sismico) che, in caso di eventi sismici purtroppo non infrequenti, potranno garantire minori perdite di vite umane e minori danni alle strutture con conseguenti economie da parte dello Stato nelle ricostruzioni.
Infine, gli interventi previsti nel superbonus 110% (ecobonus e sismabonus) andranno a riqualificare il patrimonio edilizio residenziale italiano con conseguente riduzione di nuove costruzioni e limitazione al consumo di suolo (risorsa esauribile) e preservazione del verde.
Sicuro della sua buona fede ed onestà intellettuale, caro Dott. Ranucci, La invito pertanto, previa attenta verifica di quanto da me esposto, a voler ritornare sull’argomento con altro apposito servizio televisivo sul superbonus 110%, raccontando tutta la verità sulla misura e magari cercando di capire le reali motivazioni che hanno spinto il governo Draghi a bloccare questa straordinaria misura con la complicità della politica, ritenendola una misura non valida, in barba al plauso ricevuto dal governo italiano dalla Commissione Europea per l’attuazione della misura del superbonus 110% e dai fondi concessi all’Italia specificatamente per la transizione ecologica.
E qualora decidesse di dar voce ulteriore a quanto sopra, non sarebbe male, a mio avviso, cercare di spiegare alle persone, ammesso che una spiegazione logica e corretta ci sia, l’iniquità, quella sì, di una misura che penalizza fortemente, in termini di tempistica concessa per l’esecuzione degli interventi, le case unifamiliari rispetto ai condomini nonché la possibilità data oggi esclusivamente ai cittadini facoltosi di poter accedere a tale misura.
Dott. Sigfrido Ranucci questa volta, “110 senza lode” a Lei…..… con la stima di sempre
Ing. Domenico Biamonte
Una relazione completa, da ingegnere. Ovviamente Ranucci non risponderà: dovrebbe spiegare il perché del suo servizietto ad uso e consumo di Draghi. Speriamo invece che rispondano numerosi i tecnici onesti e capaci, la stragrande maggioranza, che evidenzino come una misura utile sia stata quasi cancellata e convertita in uno strumento per far saltare il settore edile.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.