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I produttori di gas e petrolio britannico temono le nuove tasse dei laburisti

L’aumento delle tasse si ripercuoterebbe sui prezzi dei prodotti energetici e quindi sull’inflazione

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Piattaforma offshore nel mare del Nord

La clamorosa vittoria dei laburisti è fonte di preoccupazione per l’industria petrolifera e del gas del Regno Unito, in quanto il nuovo Governo Starmer potrebbe dare seguito alle promesse elettorali di aumentare ulteriormente la già elevata imposta sui profitti del petrolio e del gas nel Mare del Nord e di eliminare gli sgravi fiscali per gli operatori per una parte degli investimenti in attività petrolifere e del gas che hanno effettuato.

Gli operatori del Mare del Nord britannico stanno consolidando le operazioni in vista del regime fiscale dell’UKCS, dove i conservatori hanno introdotto un’imposta sulle perdite nel 2022. All’inizio di quest’anno, l’imposta è stata prorogata di un anno, fino al marzo 2029.

Alla vigilia delle elezioni, David Whitehouse, CEO del principale organismo di categoria Offshore Energies UK (OEUK), ha dichiarato: “Il governo entrante deve ascoltare le preoccupazioni dell’industria energetica sul regime fiscale del Regno Unito e sulle licenze per la produzione nazionale di petrolio e gas, se vuole realizzare una transizione energetica di successo”.

“I dettagli sono importanti. Le politiche del Partito Laburista, mal gestite e realizzate senza il contributo dell’industria, potrebbero portare al caos per l’occupazione in questo settore, in un momento in cui ci sono già preoccupazioni per l’economia”, ha aggiunto Whitehouse.
La leadership laburista deve mantenere le sue promesse di impegnarsi con l’industria su come gestire la transizione energetica del Regno Unito, ha osservato.

Il mese scorso, Whitehouse di OEUK ha commentato il manifesto del Partito Laburista, affermando che “siamo preoccupati per le proposte di porre fine alle nuove licenze di petrolio e gas nelle acque del Regno Unito”.

“Stiamo spiegando a tutti i partiti che abbiamo bisogno di un flusso di nuove licenze per una transizione energetica interna di successo, per salvaguardare i posti di lavoro e la nostra sicurezza energetica e per creare le condizioni di investimento di cui le aziende hanno bisogno per rimanere qui nel Regno Unito”.

L’eliminazione delle esenzioni fiscali avrebbe però come effetto anche l’aumento nel costo dei prodotti petroliferi ed energetici, con una fiammata inflazionistica che sarebbe ben poco gradita agli inglesi.


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