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I pompieri incendiari dei mercati: le perniciose profezie autoavveranti

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Chi legge la stampa internazionale può constatare come i commenti sulla manovra italiana e più in generale sulla nostra situazione siano classificabili grosso modo in due categorie.

Quella degli osservatori economici anglosassoni con il Wall Street Journal in testa giudica in maniera pragmatica l’azione del governo e relativizza la manovra del 2,4% di deficit: finché l’Italia resta in euro-zona, e non c’è motivo per prevederne l’uscita, il debito italiano resterà sostenibile e i BTP un’ottima occasione di spuntare buoni rendimenti.

La seconda categoria, rappresentata da commentatori italiani che scrivono in inglese nonché da qualche economista tedesco ultrà ordo-liberista, prevede sfracelli e scenari di volta in volta argentini, venezuelani, greci e via gufando. Tracciare la storia personale e i moventi dei commentatori italiani è piuttosto facile come vedremo.

Un ottimo esempio dei danni prodotti dall’opera dei secondi lo avemmo nel maggio scorso, quando la fake news “made in PD” del nostro Piano B come “programma di governo” e “piano segreto di uscita dall’euro” provocò un’ondata speculativa sui nostri titoli di Stato con aumento di spread e spesa per interessi. L’azione di disinformazione, un po’ cialtronesca ma martellante, aveva obiettivi politici precisi e fece danni collaterali importanti, con aggravio della nostra spesa per interessi di qualche miliardo.

Il Sole24Ore ha ben descritto gli eventi citati:

“È stato il caso (…) del balzo dei rendimenti sui BTp lo scorso maggio, quando filtrò la bozza del contratto di governo in cui era ventilato un possibile piano B di uscita dalla moneta unica”

È quanto in sociologia si definisce profezia autoavverante:

“In sociologia una profezia che si autoadempie, o che si autoavvera, o che si autodetermina, o che si autorealizza, è una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stata espressa. Predizione ed evento sono in un rapporto circolare, secondo il quale la predizione genera l’evento e l’evento verifica la predizione. Ad esempio nel mercato finanziario, ad una convinzione diffusa dell’imminente crollo di un’azienda, gli investitori possono perdere fiducia e mettere in atto una serie di reazioni che possono causare proprio il crollo della stessa.”

Negli ultimi giorni abbiamo letto una serie impressionante di aspiranti profezie autoavveranti ad opera di commentatori italiani che scrivono in lingua inglese: il messaggio che vogliono veicolare non è destinato tanto al pubblico italiano quanto a quegli stessi mercati che devono decidere se comprare il nostro debito. Non sono opinioni ma consigli per gli acquisti. Se il WSJ consiglia di comprare BTP infatti costoro sparano a palle incatenate contro il governo, magari con contraddizioni palesi: i classici due pesi e due misure.

Prendiamo un rispettabile commentatore che scrive sia per Repubblica che per Bloomberg. Nella sezione delle opinioni di Bloomberg è apparso un suo commento dal titolo “Italy’s Extraordinary Act of Self-Harm – The great escape from Italian assets is bound to get worse”. Quale meraviglioso esempio di tentativo di self-fulfilling prophecy: Lo straordinario atto di autolesionismo dell’Italia – La grande fuga dai titoli italiani è destinata a peggiorare. Se foste un pensionato norvegese cosa fareste dei vostri BTP?

Per ironia del fato il pezzo precedente su Bloomberg del medesimo commentatore era “Emmanuel Macron’s Revolution Is a Long Time Coming – France’s 2019 budget goes in the right direction, but too slowly. The left-behind need more attention as well”, dove elogia come “rivoluzionaria” la manovra in deficit di Emmanuel Macron che “va nella giusta direzione” lamentando solo che “è troppo lenta” e “non fa ancora abbastanza per le classi più sfavorite

Quindi la manovra in deficit di Macron va bene, quella italiana che fa di più per le classi svantaggiate no, anzi è autolesionista e provocherà la fuga di capitali. Dov’è la logica?

Ancora poco rispetto a un pezzo su politico.eu del direttore del’Istituto Bruno Leoni: Italy’s not the new Greece. It’s the new Argentina. L’Italia sarebbe la nuova Argentina? Un’occhiata ai fondamentali rispettivi lascia capire che l’enormità del paragone cela probabilmente un’altra profezia autoavverante.

E di esempi simili potete trovarne parecchi: commentatori italiani che sparano a zero sull’Italia in lingua inglese evocando fughe di capitali, spread alle stelle, irresponsabili spendaccioni al governo che cercano la lite con Bruxelles, incuranti dei mercati e del futuro degli italiani. E soprattutto che se ne fottono dei pensionati norvegesi.

Quali conclusioni trarre ricorrendo al sempre utile cui prodest? A nostro parere è in atto una strategia del “tanto peggio tanto meglio” che muove da agende diverse. Si cerca da un lato di scatenare la speculazione per abbattere il governo populista e dare agli italiani una lezione definitiva su chi comanda. Dall’altro si mira a stroncare la maggioranza sovranista e resuscitare per vie traverse politici e partiti sonoramente sconfitti dal voto democratico. In entrambi i casi si scherza col fuoco della speculazione per servire interessi di parte: sono i proverbiali pompieri incendiari che stanno occupando la scena, e quanto preparano non porterà nulla di buono alla Nazione italiana e ai suoi cittadini.

Qualunque sia l’agenda di costoro sarebbe opportuno che considerassero gli effetti nefasti dei loro scritti e usassero un po’ di buonsenso ed equilibrio nel commentare una manovra con un deficit inferiore a quello degli ultimi 10 anni come mostra il grafico, nell’interesse della nostra Nazione, delle sue industrie, dei lavoratori e dei giovani che vorrebbero un futuro qui e non in un altro paese.


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