I Paesi Bassi chiuderanno il più grande campo di gas naturale nell’Europa continentale, nonostante la crisi

Il governo olandese prevede di chiudere il giacimento di gas di Groningen quest’anno, nonostante la precaria posizione di approvvigionamento dell’Europa. Groningen è il più grande giacimento di gas in Europa. Il giacimento è pericoloso, ha dichiarato un funzionario del governo dell’Aia al Financial Times, e il governo non ha intenzione di aumentarne la produzione, anzi lo vuole estinguere.

“Non ne apriremo altri a causa dei problemi di sicurezza”, ha dichiarato Hans Vijbrief al FT. “È politicamente del tutto impraticabile. Ma a parte questo, non lo farò perché significa aumentare le possibilità di terremoti, di cui non voglio essere responsabile”.

La produzione di Groningen è stata ridotta in modo sostanziale e, a causa dell’aumento dell’attività sismica nelle vicinanze del giacimento, era già in atto un piano per eliminarla del tutto già prima dell’inizio della crisi energetica nel 2021. Quando i prezzi del gas hanno iniziato a salire nell’autunno del 2021 e poi sono decollati nella primavera del 2022, alcuni hanno iniziato a ipotizzare che i Paesi Bassi potessero mantenere in funzione il giacimento per contribuire a colmare il vuoto di approvvigionamento di gas lasciato dalle forniture dei gasdotti russi.

Il governo olandese si è mostrato fin dall’inizio scettico al riguardo al suo mantenimento in funzione e ha invece suggerito di estendere la produzione, anche se a un tasso minimo di circa 2,8 miliardi di metri cubi. “È molto, molto semplice: tutti coloro che hanno una certa conoscenza del pericolo sismico mi dicono che è davvero molto pericoloso continuare a produrre lì. Sono convinto che sia saggio chiudere”, ha dichiarato Vijbrief al FT.

Dagli anni ’80, osserva il FT, si sono verificati circa 100 terremoti all’anno nei dintorni di Groninga, che hanno provocato più di 150.000 richieste di risarcimento per danni alle cose. All’operatore del giacimento, una joint venture Shell-Exxon, è stato ordinato di iniziare a ridurre la produzione nel 2013, in vista della chiusura definitiva del giacimento.