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I nostri giovani sono dei fannulloni?

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Ciclicamente appaiono articoli che riportano a galla un tema: “I nostri giovani sono dei fannulloni?”.

Ricordate l’uscita di un ministro sui “Bamboccioni”? L’argomento e’ sempre lo stesso: “i figli sono viziati, non hanno voglia di fare lavori tosti, vogliono il piatto servito e non sono degni dei loro padri e nonni, che tanto faticarono per portare l’Italia ad un livello di ricchezza avanzato“.

Personalmente ritengo che effettivamente qualcosa che non vada senza dubbio c’e’ tra i nostri ragazzi, ma non credo per niente che tutti i giovani siano incurabili lavativi privi di spina dorsale. C’e’ caso e caso. Detto questo credo ancor meno alla contrapposizione demenziale tra “figli invertebrati” e “padri e nonni virtuosi”: BALLE.

A parte il fatto che qualcuno ha educato quei ragazzi (e fino a prova contraria non sono stati i marziani, ma padri e nonni), la generazione di coloro che nel 1968 avevano 20 anni o giu’ di li’, ha a mio sommesso avviso sostanzialmente commesso una rapina epocale proprio ai danni dei loro figli. In nessuna nazione al mondo c’e’ una sproporzione come in Italia tra spese a favore degli anziani (in primis le pensioni, le piu’ alte del mondo) e per le politiche a favore di giovani lavoratori e famiglie. Anche le leggi sul lavoro rendono inattaccabili molti sessantenni, mentre molti 20-enni e 30-enni devono espatriare o sono obbligati a lavori in nero per 4 soldi o a lavori a tempo determinato per lustri.

I disastri dell’Italia che viviamo oggi, nascono proprio da una serie di scelte, politiche e decisioni prese tra il 1968 ed il 1995: il resto e’ consequenziale.

Qui sotto riporto un articolo che pubblicammo il 24 Giugno che riporta l’epocale impoverimento avvenuto in Italia degli Under 50 a vantaggio degli Over 65: non esiste Nazione al Mondo dove questo fenomeno sia altrettanto evidente.

I Giovani Bamboccioni?  Puo’ anche darsi molti lo siano. Ma evitino lezioncine “generazionali” gli appartenenti alla generazione degli “Arseni Lupin” post sessantottini.

 

 

Scandaloso: In 20 anni gli “Over 65” hanno sottratto 950 miliardi agli “Under 50” in Italia

 

Sul Sole 24 Ore  e’ apparso un articolo sulle disuguaglianze che trovate QUI, che riprende uno studio della Banca d’Italia che trovate QUI.

Estremamente interessante e’ il grafico sottostante, che sinteticamente dice che (fatta 100 la ricchezza media):

– Le persone fino a 50 anni sono passate da una ricchezza media complessiva pari a 100 nel 1987 ad 80 nel 2008

– Le persone oltre i 65 anni sono passate da una ricchezza media complessiva pari a 63 nel 1987 ad 100 nel 2008

La distribuzione della ricchezza tra le classi di età ha subito una profonda trasformazione mentre nel 1987 le famiglie di giovani erano su livelli medi non lontani dal totale della popolazione, a partire dal 2000 queste famiglie vedono peggiorare decisamente la loro condizione; il contrario accade per gli anziani, che nel periodo considerato vedono migliorare nettamente la loro posizione relativa. Le classi di età intermedie riflettono lo stesso andamento delle classi più estreme, anche se in misura meno marcata; le famiglie con capofamiglia tra i 50 e i 65 anni migliorano le loro condizioni relative mentre quelle tra i 30 e i 50 le peggiorano

 

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Proviamo a tradurre spannometricamente:

– La ricchezza delle famiglie e’ passata, a prezzi 2010, da circa 4,200 miliardi a 8,800 dal 1987 al 2008

La ricchezza procapite e’ passata, a prezzi 2010, da circa 75,000 euro nel 1987 a 146,000 nel 2008

Proiettando le distribuzioni di ricchezza del 1987 al 2008, si scopre che:

– La Generazione di chi ha oltre 65 anni ha di fatto sottratto circa 950 miliardi di ricchezza alle generazioni sotto i 50 anni

– A livello procapite gli apparteneti alla Generazione di chi ha oltre 65 anni hanno guadagnato 54,000 euro di patrimonio a testa, mentre coloro sotto i 50 anni ne hanno persi circa 29,000 rispetto alle distribuzioni di ricchezza del 1987.

Una nazione che massacra ed impoverisce in modo cosi’ marcato i giovani ed i lavoratori, ed avvantaggia pensionati ed anziani, ovviamente perde drammaticamente in dinamismo e competitivita’ economica.

La ragione essenziale di questo trasferimento epocale di ricchezza da giovani ad anziani, sta nell’appesantimento fiscale operato sui lavoratori e sulla perdita di competitivita’ dell’economia reale, mentre dall’altro lato le riforme delle Pensioni hanno sempre e solo taccato significativamente i futuri pensionati e non coloro che erano gia’ in pensione o che erano prossimi ad andarci.

 

 

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By GPG Imperatrice

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