Attualità
I due Draghi: quello contro i salari bassi, e quello che li voleva tagliare
Mario Draghi ora vuole più investimenti , salari più alti, più debito pubblico. Quello che assolutamente vietava all’Italia nel 2011. A quale Mario Draghi possiamo credere, se c’è da credere a qualcuno
Mario Draghi nel suo intervento al Simposio Annuale del Centre for Economic Policy Research a Parigi ha fatto una dichiarazione di guerra all’Europa che ha optato per una bassa crescita salariale come mezzo per aumentare la competitività esterna, aggravando il debole ciclo reddito-consumo.
Secondo l’ex governatore della BCE, ex Presidente del Consiglio e Santo Europeo, almeno fino alla pandemia:
«tutti i governi avevano lo spazio fiscale per contrastare la debole domanda interna» ma hanno deliberatamente scelto «di non utilizzare questo spazio». Preferendo «una particolare costellazione economica: una basata sullo sfruttamento della domanda estera e sull’esportazione di capitale con bassi livelli salariali». Ma «questa costellazione non è più sostenibile»
Bene , bravo, bis. Chi legge Scenari Economici sa che pensiamo che il livello basso dei consumi e dei redditi interni sia alla base della crisi economica interna, che bisognerebbe investire di più, pagare stipendi più alti, stomolare la domanda itnerna, che poi è il benessere di ciascuno di noi.
Però ci chiediamo se questo Mario Draghi sia lo stesso che nel 2011 mandava questa lettera al Governo Italiano, Berlusconi, con la “Finalità di ristabilire la fiducia degli investori nel governo” insieme al governatore della banca Centrale Europea Trichet:
La Lettera, ovviamente resa pubblica, e ovviamente ripresa da Repubblica, affermava che:
3) Andrebbe valutata una riduzione dei costi del pubblico impiego, “rafforzando le regole per il turn over e, se necessario, riducendo gli stipendi”.
4) C’è l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e “rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione.
Ma come nel 2011 il nemico della BCE , in cui stava subentrando Draghi era lo stipendio europeo troppo altro, soprattutto nel pubblic Impiego, ma anche in quello privato, e ora invece il problema è che gli stipendi sono troppo bassi?
Il governo italia applicò alla lettera le indicazioni della BCE. I risultati sono i seguenti:
Tasso di crescita del PIL
PIL reale 2011-2019
Chi sbagliava? Quello del 2011 o quello del 2024? Intanto i problemi europei sono sempre qui e la UE ha perso qualsiasi centralità, ma le persone che pensano di poter dare le soluzioni, dopo aver creato dolorosi disastri sono sempre li e sono sempre le stesse.
Questa è la grande disgrazia del Vecchio Continente: l’impossibilità di uscire dal circolo vizioso delle solite persone con le solite idee, senza nessuna capacità innovativa e con pochissima autocritica. In questo modo non c’è fuga dalla decadenza. Non c’è speranza.
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