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I disastri dei Sindaci verdi in Francia: quando poca esperienza si fondono col fondamentalismo ecologista

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Le ultime elezioni comunali in Francia hanno visto la vittoria di numerosi sindaci Verdi, complice anche la bassissima partecipazione popolare al voto. Il Covid-19 unito alla sfiducia nella politica, complice un Macron sempre più lontano dai francesi, hanno fatto si che solo una minoranza si sia recata alle urne, facilitando la vittoria dei più radicali.

Così  Lione, Bordeaux, Strasburgo o Besançon, hanno sindaci EELV, mentre  Marsiglia e Rennes hanno sindaci ecologicamente compatibili. Questi eletti dal primo minuto hanno “Iniziato il cambio di modello”, nonostante la crisi economica, il covid ed il closedown abbiamo già colpito duramente molte città. Del resto questi sindaci sono ambizioni d ogni secondo perso è tempo sprecato. Meglio mostrare subito la loro natura. Del resto con obiettivi come , ad esempio, l’autosufficienza energetica e alimentare , l’obiettivo di Anne Vignot per Besançon, sei anni potrebbero non essere sufficienti.

Un sindaco  Verde mette la Politica davanti a tutto. Il sindaco di Parigi aveva dichiarato lo “stato di emergenza climatica”  nel 2019. Pierre Hurmic, a Bordeaux, e Jeanne Barseghian, a Strasburgo, l’hanno imitata non appena sono entrati in carica, e la maggior parte dei loro colleghi verdi lo sta per fare. Il concetto non ha base giuridica e neppure logica . Ha semplicemente lo scopo di legittimare una restrizione alle libertà individuali in nome di un preteso interesse superiore, che poi neppure è tanto chiaro. del resto “Difendere una limitazione delle libertà in nome del cambiamento climatico non è liberticida“, ha sintetizzato, a fine agosto, davanti ai Verdi, Manon Aubry, ex capo della lista europea di una Francia ribelle che compete in zelo ambientale con EELV . Il segretario nazionale del partito verde David Cormand ha approvato, per cui tutti a casa felici e contenti.

Però se veramente volete far arrabbiare i sindaci verdi chiamateli ” Khmer verdi”, come i Khmer Rossi di Pol Pot in Cambogia. , Anne Vignot metterà creerà a  Besançon un consiglio di scienziati ed esperti, sul modello dell’IPCC (Intergovernmental Group of Experts on Climate Change), chiamato a dare il proprio parere su “tutti i progetti di la città”. Conta su di lui in particolare per la realizzazione del progetto di eco-distretto che sostituirà i giardini di Vaîtes, progetto contestato dai più Verdi de i Verdi In questo caso gli esperti sono usati per tacitare le opposizioni interne, un po’ come il CTS in Italia

In generale i sindaci verdi possono affermare di essere i campioni del “pluralismo”, ma sono riluttanti a condividere le vere leve del potere, e se lo fanno lo fanno solo con congregazioni ed assemblee di selezionati ecologisti. Così la democrazia è servita di barba e capelli-

A Tours, Emmanuel Denis non ha consultato nessuno quando ha vietato le auto a metà agosto il transito sul ponte Wilson, che attraversa la Loira nel centro della città. Proteste dell’opposizione, che il nuovo sindaco ha trattato con disprezzo: “È il vecchio mondo che resiste!” Il decreto è stato adottato per tre mesi, su base sperimentale, ma Emmanuel Denis sta già progettando di allestire lì i villaggi dei mercatini di Natale quest’inverno. Misure comparabili sono state prese quest’estate in tutte le città verdi, senza una vera consultazione e neppure ragione. Come hanno detto, il principio verde giustifica ogni restrizione della libertà.

Quando i commercianti hanno protestato, è stato detto loro “sperimentazione”! E l’esperienza non finisce mai, come ad Annecy, dove il sindaco verde non iscritto François Astorg ha appena prolungato il periodo di prova per le piste ciclabili, con disappunto delle ambulanze che denunciano rallentamenti dannosi per i loro pazienti. Si segue il metodo Piolle. L’unico sindaco verde di una città di oltre 120.000 abitanti eletto nel 2014, Éric Piolle ha schierato “autostrade ciclabili” a Grenoble  anche contro il buon senso.. Intanto nel 2020, secondo Le Figarò, i crimini a Grenoble sono aumentati del 53% dal 2018. I malviventi fuggiranno meglio in bicicletta soiprattutto dopo  7 sparatorie avvenute in una città relativamente piccola.

I sindaci verdi possono ben dire di essere paladini del “pluralismo”, sono riluttanti a condividere le vere leve del potere, quando sono in maggioranza. Pierre Hurmic a Bordeaux, Grégory Doucet a Lione o, ancora, Jeanne Barseghian a Strasburgo, hanno assegnato incarichi decisionali strategici solo ai parenti, in particolare alle delegazioni delle comunità intercomunitarie. Hanno anche rivisitato le attribuzioni dei loro assistenti e, soprattutto, i loro titoli.

A Lione, dove un agente di polizia municipale è stato picchiato da una banda all’inizio di luglio, Grégory Doucet prevede di aumentare il personale a soli 20 agenti (attualmente sono 335) durante il suo mandato. Durante la campagna, ha considerato che “la prima sicurezza per Lione ed i Lionesi  è essere in buona salute, avere accesso all’assistenza sanitaria, ma anche non ammalarsi a causa delle condizioni ambientali” perché ” l’inciviltà non è l’unico tema che condiziona la pace in città ”. Per migliorare la “tranquillità pubblica per tutti”, ha parlato di creare un “bilancio sensibile al genere”. Poi se vai in ospedale perchè ti hanno pestato a sangue comunque ti cureranno.

A Bordeaux, anche a Bordeaux  “La sicurezza è ovviamente una preoccupazione per noi, ma non una priorità”, per cui i cittadini sono sempre pià insicuri ed i “Mediatori sociali” assunti non risolvono i problemi legati alla droga. ” Si utilizzerà un po’pià di videosorveglianza , ma con moderazione.

La vicepresidente di Jeanne Barseghian, sindaco di Strasburgo, ha tenuto il velo nella sala del consiglio. alla faccia della laicità dello stato. Del resto i verdi han tentato di utilizzarl0 come argomento in alcune città, ma sono stati trombati.

Però vediamo alcune delle cose più interessanti e divertenti per noi, meno i loro dipendenti:

  • “Bisogna Degenerare” i parchi giochi. Questo è uno dei grandi progetti lanciati quest’estate da Éric Piolle a Grenoble. Crede che i cortili delle scuole siano “troppo riservati agli studi”. Ma a proposito, non sarebbe uno stereotipo sessista affermare che i giochi con la palla sono giochi da ragazzi?
  • Vietare l’auto in città. Tutti lo sognano, ma Pierre Hurmic ha commesso l’errore di dirlo ad alta voce. La sua tatticà sarà esasperare l’automobilista  finchè non abbandonerà l’auto. O non andrà più a Bordeaux….
  • Requisizione  degli alloggi vuoti. Anche su questo argomento Pierre Hurmic è stato il più direttivo, puntando il dito contro gli odiosi speculatori: “Quando sei un investitore, anche le case vuote portano soldi”, ha detto. Il prossimo passo la requisizione?
  • L’indesiderabile Tour de France. Ufficialmente, è per ragioni economiche che il sindaco del PS di Rennes ha rifiutato di ospitare la partenza  del Tour, ma ha fatto contenti i suoi alleati verdi. Benvenuta è invece la naturista ed ecologa Cyclonudista prevista per il 13 settembre.
  • Lione zona vietata per la Patrouille de France, le “Freccie tricolori” d’oltralpe. Gli Alpha Jet dovevano sorvolare Lione il 13 luglio prima di prendere parte alla parata del giorno successivo a Parigi, ma Grégory Doucet ha deciso di privare i lionesi dello spettacolo, per non provocare folle in tempi di crisi sanitaria. Alzare la testa poteva far infettare…..
  • Diffusione della scrittura inclusiva: questo nuovo francese semplificato ed “Inclusivo” è insegnato in tutte le città verdi francesi, anche se è considerato “Una minaccia” dall’Académie de France

Praticamente mezza  Francia è in mano a estremisti e barbari. Sembra l’Italia dei Cinque Stelle.


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