Crisi
I DATI SUI REDDITI REALI DEI PAESI DEL SUD EUROPA. LA FOTOGRAFIA DI UNA GUERRA FRA POVERI Di Daniele Della Bona
“I primi e più intransigenti critici della Grecia si sono rivelati i suoi vecchi compagni di sventura, Spagna e Irlanda in testa, Paesi sottoposti a piani di salvataggio che iniziano a vedere, nella ritrovata crescita, il frutto dei sacrifici imposti dai creditori.”
Così riportava ieri Il sole 24ore, sottolineando come ad apporsi alle proposte di aiuto alla Grecia siano stati non solo gli abituali ed intransigenti governi del nord Europa capitanati dalla Germania, ma anche gli stessi paesi del sud Europa maggiormente colpiti dalla crisi. Inoltre, lo stesso articolo sottolinea che: “Le ultime settimane hanno dimostrato che alcuni governi come quelli di Spagna e Portogallo non possono permettersi di concedere troppo alla Grecia quando i loro cittadini hanno subìto gli effetti di misure molto pesanti”.
Insomma, i governi dei paesi del sud Europa, definiti spesso in tono spregiativo PIIGS (acronimo composto dalle iniziali di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna – in inglese pigs significa “maiali”), si ritrovano oggi impossibilitati a fare concessioni più morbide alla Grecia. Avendo raccontato ai propri elettori che non c’era abbastanza da mangiare e bisognava inevitabilmente stringere la cinghia e fare sacrifici, questi governi si ritrovano oggi nella scomoda posizione di chi deve seguire quella narrazione e ribadire che se c’è poco cibo allora è necessario toglierne ulteriormente anche a chi già ne a meno di tutti. Infatti, come ha sottolineato il premier spagnolo Mariano Rajoy: “L’Euro non è un club à la carte. Ci sono norme e regole per assicurare la sua sopravvivenza”.
Insomma, la politica pensa solo a salvare la faccia ed è disposta anche a continuare a mentire ai propri elettori e invece di preoccuparsi di trovare una soluzione che riporti i cittadini in salute, i governi si adoperano affinché tutti seguano le regole di una terapia folle, solo perché bisogna rispettare la cura prescritta dal medico chiamato Eurozona.
E già perché a giudicare dal grafico in basso, quello che si vede è che tutto si può dire tranne che gli altri PIIGS se la passino bene. I dati rappresentano l’indice del PIL (Prodotto Interno Lordo) espresso in termini reali pro capite (per abitante). In pratica si tratta di un’immagine che ci dice qual è stato l’andamento del reddito medio per persona in termini reali (quindi in base alla reale capacità d’acquisto di beni e servizi).
Quello che merge è che un cittadino greco ha visto diminuire il proprio reddito reale dal 2007 al 2014 del 24,5 %, un italiano dell’11,9 %, uno spagnolo del 7,4 %, un portoghese del 5,8 % e un irlandese del 6,8 %. Insomma quello che sta emergendo in sede europea è la fotografia di una vera guerra fra poveri dove la strada maestra sembra essere una corsa al ribasso giocata sulla pelle di milioni di cittadini.
Cittadini che non solo hanno visto sparire parte del proprio reddito ma soprattutto fette crescenti del proprio tempo. Come scriveva il filosofo greco Teofrasto nel IV secolo a.c.: “Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere”. E, aggiungeva: “Dobbiamo sacrificare solo ciò che non lede nessuno, perché se vi è un atto che non deve causare alcun torto, questo è il sacrificio”.
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