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House of Hartz – La riforma della riforma sul reddito di cittadinanza tedesco (di Tanja Rancani)

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Vi avevo raccontato il caso di un reddito di cittadinanza che funziona, illustrando l’esempio elvetico, ma, come vedete dal titolo si può sbagliare facilmente in questo tipo di politica sociale. Specialmente quando si pensa ad un reddito universale, anziché ad un infrastruttura che fa parte delle politiche attive per il lavoro. Ma andiamo per ordine.

Il sussidio di disoccupazione esiste anche in Germania da più di mezzo secolo, nel 2002 ci si accorse che il sistema non funzionava. I job center (uffici di collocamento) avevano truccato i dati, tanto che 70% dei collocamenti erano semplicemente farlocche. Quindi Peter Hartz, consigliere al servizio dal governo Schröder, fece la riforma cosiddetta Hartz4, dove il 4 simboleggia appunto la quarta evoluzione di questo reddito di cittadinanza. Purtroppo non funionò bene, perchè ?

Facciamo un esempio, una persona che sa di perdere il lavoro si presenta all’ufficio di collocamento più vicino appena sa del licenziamento, ossia 3 mesi prima della scadenza del contratto di lavoro e quindi si rende disponibile per i colloqui di lavoro. Ora sarà il job center a provvedere per diversi colloqui tramite le aziende e secondo il profilo del nostro campione. Lui prenderà sin dal primo mese di disoccupazione 60% dell’ultimo stipendio per un anno. Quindi se Marco Campione guadagnava 2000€ prenderà 1200€ per 12 mesi in sussidio di disoccupazione(!) e solo dopo subentrerà il vero Harz4, ossia il cosiddetto reddito minimo di sostentamento. E qui arriviamo al problema, se il nostro Marco in 12 mesi non ha trovato lavoro, percepirà un reddito minimo di 400€ più un contributo per l’affitto e se il nostro Marco ha famiglia, oppure è un ammalato cronico (diabete, HIV, ecc-) e/o ha altre responsabilità a carico, allora vi si aggiungono degli ulteriori fondi fino ad un massimo di circa 900€.

Ora il reddito minimo in Germania si aggira attorno ai 1200€ al mese (teoreticamente 8.50€/ora), anche se la questione “mini jobs” ha oppresso questo salario minimo, portandolo sotto al reddito garantito da Harz4. I mini jobs sono piccole occupazioni, promosse dal sistema del reddito di cittadinanza e ci sono vere e proprie agenzie che si occupano di collocare queste mini-occupazioni, le quali coprono un massimo di 5000€/anno, ovvero 450€/mese. Quindi chi percepisce Harz4, può prendere un mini job e il guadagno viene sottratto dal reddito di sostentamento minimo. Questo sistema però ha un grande difetto, ossia mette in concorrenza chi è all’interno del sistema di Harz4 contro chi cerca un lavoro umile nel mercato di lavoro libero e visto il risparmio per l’imprenditore, si tratta di una concorrenza sleale! Da qui nasce quindi la polemica sul price dumping tedesco in riguardo alla scala salariale.

Purtroppo Harz4 ha problemi ben maggiori! Partiamo dal presupposto che è un sistema estremamente complesso e rigido, quindi anche molto burocratico come funzionamento. Diciamo poi che per osservare tutte le regole un iscritto ai job center deve porre veramente tanta attenzione, anche ai piccoli dettagli e diciamolo pure, è raro che qualcuno riesca veramente a starci dentro senza subire delle sanzioni. Esattamente questo è il punto di maggior criticità, queste sanzioni portano ad un abbassamento del (già esiguo) reddito per il disoccupato, tanto che ci si è reso conto che il sistema dev’essere perfezionato. Secondo la SPD (i socialdemocratici), l’unica opzione sarebbe quella dell’introduzione del reddito universale per chi è un disoccupato a lungo termine e verosimilmente è senza speranza di una futura occupazione. Una specie di reddito sociale se lo vogliamo paragonare al sistema Svizzero. Mentre per la CDU (i democristiani di Angela Merkel) le sanzioni contro le violazioni al sistema, sono fondamentali, anzi dovranno essere inasprite.

Un altro grande problema che avevo già accennato, è che spesso chi percepisce il reddito Harz4 viene letteralmente bloccato dentro questo sistema molto macchinoso, quindi passa da un mini job al prossimo senza aver una minima possibilità di integrazione nel mercato occupazionale primario.

Intanto però la scala salariale tedesca è ferma da oltre 15 anni, ovvero esattamente dall’introduzione di Hartz4, mentre sarebbe di grande importanza per la Germania l’innalzamento di tutti i redditi, facendo ripartire la domanda interna, ferma anche grazie alla deflazione salariale degli ultimi anni. Forse questo sarebbe l’unica opzione reale per la locomotiva tedesca, che al momento sembra proprio un po’ arrugginita. Ovviamente il reddito di cittadinanza è solo uno dei motivi per cui la scala salariale è bloccata, in realtà quello meno importante, visto che la Germania sta lottando con ben altri problemi strutturali derivanti dal tagli degli investimenti strutturali, fra cui un invecchiamento delle strutture di servizio o una connettività web che è la peggiore in Europa. Da non sottovalutare sono le crisi bancarie dei colossi tedeschi come Deutsche Bank e Commerzbank, oppure la stagnazione dell’import, che potrebbe essere anche solo un problema marginale e circoscritto al rallentamento della congiuntura globale. Certamente in un prossimo articolo vi parerò anche della locomotiva tedesca e i suoi deficit.

Comunque tornando al reddito di cittadinanza, per noi è utile imparare da queste esperienze, capendone i limiti ma vedendo anche le opportunità. Dobbiamo capire che per avere una situazione win-win, bisogna trovare alleanze soprattutto nell’imprenditoria, anziché mettersi contro tutti. Pensate che Peter Hartz è stato poi un manager della VolksWagen che nel 2007 venne condannato a due anni di prigione e 560 mila euro di multa per corruzione. Quando si dice che il più pulito c’ha la rogna….


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