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Economia

Terremoto ad Harvard: stop ai visti per studenti stranieri. L’Università ha 72 ore per evitare il disastro

Il Segretario alla Sicurezza Interna Kristi Noem revoca ad Harvard la licenza per gli studenti stranieri tra accuse di violenza e antisemitismo. Migliaia di studenti a rischio. L’università ha solo 3 giorni per consegnare i documenti richiesti o affronterà un colpo senza precedenti. Scopri i dettagli della richiesta e cosa succede ora.

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Il segretario alla sicurezza interna, Kristi Noem ha cancellato oggi, con effetto immediato, la  possibilità per l’Università di Harverd di iscrivere e concedere visti agli studenti stranieri. Un colpo durissimo che però giunge non imprevisto.

Questa amministrazione ritiene Harvard responsabile di aver fomentato la violenza, l’antisemitismo e di aver collaborato con il Partito Comunista Cinese nel suo campus. È un privilegio, non un diritto, per le università iscrivere studenti stranieri e beneficiare delle tasse universitarie più elevate, che contribuiscono ad aumentare i loro fondi multimiliardari. Harvard aveva molte opportunità di fare la cosa giusta. Si è rifiutata. Hanno perso la certificazione del Programma per studenti e visitatori di scambio a causa del mancato rispetto della legge. Che questo serva da monito per tutte le università e le istituzioni accademiche del Paese.

Il fatto di aver perso la possibilità di avere degli studenti internazionali viene anche a riguardare gli studenti già iscritti, che devono trasferirsi in altre università quanto prima o perdere il visto studentesco.

Considerando che circa un terzo degli studenti di Harvard viene dall’estero, questo sarebbe un danno enorme per l’Università, in grado, potenzialmente, di condurla al fallimento.

In realtà l’Università ha una via d’uscita. La cancellazione del Exchange Visitor Program certification, cioè la possibilità di emettere visti per gli studenti, è la conseguenza del rifiuto dell’Università di fornire alle autorità federali informazioni su atti violenti o contro la legge compiuti dagli studenti stranieri, soprattutto durante le proteste pro Palestina, entro il 30 aprile.

La Lettera di Kristi Noem, incaricata della Homeland Security, all’università di harvard prima pagina

L’istituzione potrà tornare ad avere studenti stranieri se, entro e non oltre 72 ore, invierà al Dipartimento della Sicurezza Interna (Home Security) la seguente copiosa documentazione:

  •  Tutti i documenti, anche video,  riguardanti attività illegali, sia all’interno che all’esterno del campus, da parte di uno studente non immigrato iscritto all’Università di Harvard negli ultimi cinque anni.
  • Tutti i documenti, riguardanti attività pericolose o violente, sia all’interno che all’esterno del campus, da parte di uno studente non immigrato iscritto all’Università di Harvard negli ultimi cinque anni.
  • Tutti idocumenti, elettronici e filmati audio o video, riguardanti minacce ad altri studenti o al personale universitario, sia all’interno che all’esterno del campus, da parte di uno studente non immigrato iscritto all’Università di Harvard negli ultimi cinque anni.
  • Tutti i documenti  riguardanti la privazione dei diritti di altri compagni di corso o del personale universitario, sia all’interno che all’esterno del campus, da parte di uno studente non immigrato iscritto all’Università di Harvard negli ultimi cinque anni.
  • Tutti  i documenti disciplinari di tutti gli studenti non immigrati iscritti all’Università di Harvard negli ultimi cinque anni.
  • Tutti i filmati audio o video, in possesso dell’Università di Harvard, di qualsiasi attività di protesta che abbia coinvolto uno studente non immigrato pidsicampus dell’Università di Harvard negli ultimi cinque anni.

Appare chiaro che Kristi Noem non ce l’ha per niente con gli studenti stranieri, ma ha come obiettivo le proteste spesso violente che hanno avuto luogo  nell’area dell’università o che hanno coinvolto studenti universitari a partire dal 2020, praticamente dal periodo del Covid, e che quindi vengono anche prevedere le attività del periodo BLM.

Comunque, non a caso, questa comunicazione avviene nel giorno in cui un esaltato ha ucciso due cittadini israeliani a Washington gridando “Free Palestine”.

 


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