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HAP-Alpha: la scommessa tedesca per il dominio della stratosfera (senza pilota)

La Germania completa i test del suo drone solare da 27 metri. Ufficialmente per il clima, strategicamente per la sorveglianza: autonomia infinita e costi ridotti per il dominio dei cieli.

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La Germania punta in alto, letteralmente. Il DLR sta preparando il terreno per l’HAP-alpha, un velivolo solare che promette di essere l’anello mancante tra i satelliti e i droni convenzionali.1 Ma dietro la facciata della “ricerca scientifica”, si nasconde un asset strategico di prim’ordine.

Mentre il mondo si accapiglia su auto elettriche e transizioni energetiche talvolta claudicanti, nei laboratori del DLR (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt, l’agenzia spaziale tedesca), si lavora a qualcosa che utilizza il sole in modo decisamente più interessante. Si chiama HAP-alpha, e rappresenta il tentativo tedesco di conquistare quella fascia di cielo che sta sopra gli aerei di linea, ma sotto i satelliti: la stratosfera.

Dopo una lunga fase di sviluppo, il progetto ha appena superato una serie critica di test a terra. Non stiamo parlando di un giocattolo, ma di un colosso fragile e sofisticato con un’apertura alare di 27 metri, progettato per volare dove l’aria è sottile e il sole picchia forte.

Un gigante dai piedi (e dalle ali) leggeri

Il concetto alla base dell’HAP (High Altitude Platform) è ingegneristicamente affascinante e, al contempo, un incubo logistico. Immaginate un velivolo che ha l’apertura alare quasi pari a quella di un Boeing 737, ma che pesa complessivamente 138 chilogrammi. Sì, avete letto bene: pesa quanto due persone di media corporatura, o una molto grossa.

Il team Hap Alpha

Questa leggerezza estrema è necessaria per una ragione fisica elementare: restare in aria a 20 chilometri di quota (circa 12 miglia), dove la densità dell’aria è minima, richiede ali enormi e un peso piuma.

I recenti test condotti presso il Centro Nazionale Sperimentale per i Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto di Cochstedt hanno confermato che la struttura regge. Non è scontato:

  • Il velivolo è stato sottoposto a test di vibrazione statica.

  • Sono state verificate le risposte ai comandi radio (gli stessi che si useranno in volo).

  • È stata testata la procedura di lancio, che prevede un “carrello” speciale, dato che l’aereo è troppo delicato per avere un carrello d’atterraggio tradizionale pesante.

Il DLR ha annunciato che l’HAP-alpha è pronto per il primo volo, previsto verosimilmente per il 2026, dopo aver completato le verifiche a terra nell’autunno 2025.

La sfida del carico utile: 5 kg per vedere tutto

Qui entra in gioco la miniaturizzazione, vera specialità dell’industria tedesca (quando non si perde in burocrazia). L’aereo può trasportare un carico utile di circa 5 kg. A prima vista sembra ridicolo. Cosa ci fai con 5 kg? Un tempo, nulla. Oggi, tutto.

Grazie all’elettronica moderna, in quei 5 kg il DLR riesce a stipare:

  1. Sistemi di telecamere ad altissima risoluzione.

  2. Radar ad apertura sintetica (SAR).

  3. Sensori multispettrali.

Il tutto alimentato esclusivamente dai pannelli solari che ricoprono le ali, permettendo al velivolo di restare in aria non per ore, ma per settimane o mesi. È il concetto di “pseudo-satellite”: offre la persistenza di un satellite, ma, essendo molto più vicino alla Terra (20 km contro i 400+ km dell’orbita bassa), offre una risoluzione delle immagini nettamente superiore a una frazione del costo.

Implicazioni strategiche e militari: oltre l’osservazione dei ghiacciai

Il comunicato stampa ufficiale del DLR, in perfetto stile istituzionale, parla di “monitoraggio delle rotte marittime”, “soccorso in caso di inondazioni” e “controllo dei ghiacci”. Tutte cause nobilissime, per carità. Tuttavia, chiunque mastichi un po’ di strategia militare sa leggere tra le righe. Una piattaforma che può stazionare mesi sopra un punto fisso (o muoversi lentamente per seguire un bersaglio) è il “Santo Graal” dell’intelligence, della sorveglianza e della ricognizione (ISR).

Ecco perché questo progetto ha una valenza militare enorme:

  1.  Indipendenza dai Satelliti: i satelliti hanno orbite prevedibili. Il nemico sa quando passano e può nascondere i propri asset. Un HAP come l’HAP-alpha può essere posizionato sopra un teatro operativo e rimanerci, osservando in tempo reale, 24 ore su 24. Non c’è “finestra cieca”. Inoltre, in caso di guerra spaziale con abbattimento di satelliti (scenario purtroppo non più fantascientifico), questi droni stratosferici garantiscono la ridondanza delle comunicazioni e dell’osservazione.
  2.  Radar SAR e invisibilità: la capacità di trasportare un radar ad apertura sintetica (SAR) è cruciale. Il SAR vede attraverso le nuvole, la pioggia e, soprattutto, di notte. Con un peso totale di 138 kg e costruito prevalentemente in compositi e materiali plastici, la traccia radar (RCS) di questo velivolo è insignificante. È lento, sì, ma è anche un bersaglio difficilissimo da agganciare per i sistemi di difesa aerea tradizionali tarati su jet veloci o missili.
  3. Costo asimmetrico:  un satellite spia costa centinaia di milioni. Un caccia F-35 costa circa 80-100 milioni.2 Un HAP solare costa una frazione infinitesimale e non mette a rischio la vita di un pilota. Perdere un HAP-alpha in missione è un fastidio contabile, non una tragedia nazionale o un casus belli irreparabile.
  4. Sorveglianza marittima e dei confini. pensiamo al Mar Baltico o al Mediterraneo. Una flotta di questi velivoli potrebbe monitorare costantemente le rotte dei sottomarini, i movimenti di flotte ostili o i flussi migratori illegali con una precisione che i droni attuali (come i Reaper, che hanno un’autonomia di ore, non settimane) non possono eguagliare.

Tabella comparativa: HAP-alpha vs Concorrenza e Satelliti

Per capire meglio il posizionamento di questo mezzo, ecco un rapido confronto:

CaratteristicaHAP-alpha (DLR)Satellite LEO (Low Earth Orbit)Drone MALE (es. MQ-9 Reaper)
Quota operativa20 km (Stratosfera)400-1000 km15 km
PersistenzaSettimane/MesiAnni (ma orbita fissa/mobile)20-30 ore
Risoluzione ImmaginiAltissima (vicinanza)Alta (ma distante)Alta
CostoBassoAltissimoMedio/Alto
FlessibilitàRiorientabile ovunqueVincolato all’orbitaRiorientabile
VulnerabilitàMeteo estremo, intercettazioneArmi anti-satelliteDifesa aerea standard

Hap Alpha ad altissima quota

Il futuro è lento e silenzioso

Il DLR non è solo in questa corsa. Airbus ha il suo programma Zephyr, e gli americani hanno vari progetti classificati e non. Tuttavia, l’approccio tedesco con l’HAP-alpha è interessante per la sua struttura modulare e per il coinvolgimento di ben 16 istituti di ricerca.

Il sistema di decollo è particolarmente ingegnoso: un carrello che lancia l’aereo e lo rilascia solo quando l’angolo di attacco è perfetto, per evitare che le ali si spezzino sulla pista. L’atterraggio avviene su pattini, delicatamente. Sembra un balletto, ma è un balletto che permette di portare sensori militari a 20 km di altezza.

Il progetto, avviato nel 2018, sta entrando nella fase matura. Se i voli del 2026 avranno successo, la Germania si doterà di una capacità sovrana di osservazione persistente che potrebbe rivelarsi fondamentale in un’Europa sempre più instabile, dove sapere cosa succede oltre il confine (o sopra un gasdotto) fa la differenza tra prevenire un problema e subirlo.

In conclusione, l’HAP-alpha è un capolavoro di ingegneria dei materiali e gestione energetica. Ufficialmente è uno strumento per la scienza, ma, come spesso accade nella tecnologia dual-use, è vestito da scienziato ma ha l’anima di una spia. E in un mondo dove l’informazione è potere, questo “gabbiano solare” potrebbe valere molto più del suo peso in oro.

Domande e risposte

Cosa differenzia l’HAP-alpha da un normale drone militare? La differenza principale risiede nell’autonomia e nella quota. Un drone militare classico (come un Reaper) vola per circa 24-30 ore e usa carburante. L’HAP-alpha è alimentato interamente a energia solare e può restare in volo nella stratosfera per settimane o mesi. Funziona più come un satellite “tascabile” e riposizionabile che come un aereo tattico. Inoltre, è molto più lento e fragile, non essendo progettato per manovre evasive o combattimento, ma per l’osservazione persistente.

Perché la Germania sta investendo in questa tecnologia ora? La Germania cerca sovranità tecnologica e indipendenza dai sistemi satellitari extra-UE. In un contesto geopolitico instabile, avere “occhi” nel cielo a basso costo che non dipendono da lanciatori spaziali o da partner esteri è strategico. Inoltre, il progetto unisce le competenze di 16 istituti, mantenendo il know-how aerospaziale all’interno del paese e sviluppando tecnologie (batterie, compositi ultraleggeri, sensori miniaturizzati) che avranno ricadute su tutta l’industria tedesca.

Quali sono i rischi principali per questo tipo di velivolo? Il nemico principale dell’HAP-alpha non è tanto un missile, quanto il meteo e la fisica. Essendo leggerissimo (138 kg su 27 metri di ali), è strutturalmente fragile. Le fasi di decollo e atterraggio sono critiche; basta una folata di vento laterale errata per distruggerlo. In quota, deve gestire cicli di carica/scarica delle batterie estremi (giorno/notte) a temperature bassissime. Infine, sebbene voli sopra il traffico civile, occupa uno spazio aereo che richiede coordinamento internazionale, specialmente in un’Europa dai cieli affollati.

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