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Guida alla guerra monetaria: La Cina attacca (PS la BCE fa politica valutaria, come no…)

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Cari amici,

mentre proseguono le schermaglie commerciali con gli USA, la Cina passa al contrattacco dal punto di vista monetario. Del resto il modo migliore per mantenere, anzi migliorare, la propria posizione competitiva nel breve periodo è quella di svalutare nei confronti dei concorrenti.

Vediamo la quotazione dello yuan verso il dollaro, un mese ad oggi:

Lo yuan si sta svalutando, progressivamente nei confronti del dollaro. La Banca Centrale cinese, zitta zitta, ha pure cambiato la politica monetaria, senza però farsi troppo notare: infatti non ha mosso il tasso di rifinanziamento presso la Banca Centrale, scelta che sarebbe stata un po’ troppo evidente, ma attraverso l’asta per i titoli trimestrali del Tesoro nelle banche commerciali: infatti in questo evento le banche commerciali hanno “Vinto” la gara per ottenere questi titoli  pagando solo il 3,7% contro il 4,73% del mese di giugno. Praticamente la PBOC ha permesso al sistema creditizio di ottenere liquidità con uno sconto dell’1,03%, cioè del 22% rispetto al prezzo di partenza.

Un segnale molto forte che la Banca Centrale ha deciso per un generale abbassamento dei tassi e quindi per permettere di ridurre i tassi di interesse nel sistema.

Questa mossa è poi accompagnata da una sorta di “QE nascosto”, nel quale la Banca centrale sta acquistando dai principali istituti di credito, comuque a partecipazione statale, i titoli in loro possesso a maggior rischio (categoria che in Cina corrisponde a AA-, il che ci spiega come i rating cambino facilmente con i fusi orari).  Questa mossa è stata più pubblicizzata, anche per mostrare come la PBOC lavori per una riduzione della rischiosità del sistema.

Insomma c’è stato un brevissimo momento in cui sembrava che la PBOC volesse effettuare una stretta monetaria, rafforzando anche lo yuan, probabilmente per non irritare eccessivamente Trump.

Però, in considerazione della guerra commerciale inevitabile, la Banca Centrale pare aver cambiato idea, iniziando nuovamente a pompare liquidità nel sistema economico e lasciando il cambio a indebolirsi.

La guerra commerciale è con gli USA, non con l’Europa. Cosa fa la BCE nel frattempo? Vediamo il cambio yuan/euro:

L’Europa non vuole la guerra commerciale, anzi si dice regina del libero commercio. Nello stesso tempo però la BCE segue pedissequamente il dollaro avviato a supportare uno scontro sul piano del trade. Praticamente la BCE lascia che l’industria dell’Unione sia il classico vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro: da un lato si segue il dollaro, ma non si applica la sua politica di carattere commerciale. Libero mercato e rivalutazione, un mix potenzialmente molto pericoloso. Recentemente Bini Smaghi ha vantato la politica attiva dal punto di vista valutario della BCE: la politica sarà attiva, ma anche insensata. C’è qualcuno che ha veramente a cuore gli interessi dei lavoratori europei?

 

 


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