Cultura
Grafite: il materiale strategico che potremmo avere anche in casa
Ad ottobre la grafite, una forma di carbonio amorfo purissimo, era salita all’onore delle cronache perché la Cina aveva deciso di limitare l’esportazione di questo materiale strategico, minacciandone la diposnilibità mondiale. La grafite è importante perché ampiamente utilizzata per la produzione di batterie, celle a combustibile e lubrificanti per i settori della meccanica, petrolchimica, difesa e aerospaziale. La domanda è aumentata negli ultimi anni come materia prima per le batterie dei veicoli elettrici, e attualmente la Cina ne è il principale produttore:
Eppure proprio in Piemonte esistono giacimenti di Grafite che sono stati sfruttati per molti decenni.
Nel comune di Roure, in località Garnier, fra Val Chisone e Val Germinasca, erano state scoperte diverse vene di grafite purissima a fine ottocente che furono sfruttate per molti anni. Vediamo cosa ci dice in materia il sito Valchisone.it:
Le miniere di Garnier furono scoperte da Giovanni Battista Tron, nato a Garnier in borgata Plavan: costui era analfabeta ma sicuramente dotato di ingegno, fu un “copiatore” come tanti altri, nel senso che vedendo altri scavare e vendere questo materiale si mise anch’egli a cercare la grafite e il talco e a differenza di molti li trovò e seppe fare fortunatestimonianza diretta del sig. Elia Tron.
Alla fine dell’Ottocento, insieme ai suoi fratelli Cirillo e Giuseppe, Giovanni Battista Tron fondò una compagnia e fece costruire dei mulini, uno dei quali è quello in località Rocchetta. Successivamente le miniere passarono agli eredi dei fratelli e poi, nel 1920, furono assorbite dalla Società Talco e Grafite Val Chisone ad esclusione di quelle di Garnier che furono cedute alla ditta A. Cesana di Pero (Mi). Questa ditta, tutt’ora esistente, non detiene più le concessioni sulle miniere da anni abbandonate, ma è ancora proprietaria del mulino della Rocchetta, del magazzino per la cernita, ora diroccato, e dei terreni in cui sono ubicate le miniere.Le miniere di grafite si trovano in località Garnier, nel comune di Roure, ad una quota compresa fra 860 e 970 metri circa sul livello del mare.
Il lungo inverno delle Alpi e le nevi non procuravano nessuna interruzione ai lavori in miniera che duravano tutto l’anno.Le gallerie scavate complessivamente furono quattro ma solo tre produttive: la quarta, chiamata “galleria di ricerca”, fu realizzata negli anni 1947-48, a quota più bassa rispetto alle altre gallerie (863 m. s.l.m.) proprio per verificare se la grafite poteva giacere a quote inferiori. È profonda una quarantina di metri, si sviluppa in verticale e non in orizzontale come le altre miniere: è una galleria a pozzo.
La località è del Piemonte alpino, area della valle del Chisone, ora forse più nota da chi si reca nelle località sciistiche, ma un tempo ricca di miniere anche di altri minerali.
Questa non è l’unica miniera di grafite nota in Italia: nello stesso periodo erano attive altre estrazioni nel savonese e sulla Sila. Attualmente è attivo un permesso di ricerca nel Verbano Cusio Ossola, ma le concessioni della Val Chisone Val Germinasca sono libere, e sarebbe utile riavviarle se non altro per scopi esplorativi e valutare se vi siano altri filoni, come è probabile. Le tecniche di estrazione moderne potrebbero permettere di utilizzare, in modo non eccessivamente intrusivo, giacimenti che all’epoca non erano sfruttabili.
Si parla spesso di crisi economica, ma quello che appare evidente è la progressiva e continua deindustrializzazione del nostro apese dal punto di vista estrattivo. Magari poi siamo bravissimi ad invidiare chi sfrutta le proprie risorse, quando noi non riusciamo più a sfruttare le nostre
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