Attualità
Gli “Zero euro” ci salveranno
Un giorno proposi ai miei figli di fare un gioco, per educarli a mettere in ordine la loro camera.
“Da oggi, se mettete in ordine la camera, vi dò un biglietto di carta verde, con sopra scritto il numero 50”.
“Dopo di che, se volete che mamma vi prepari il pranzo, le dovrete pagare il biglietto da 50”.
I miei figli accettarono. Non avevano alternative, non potendo stare senza mangiare.
Dopo di che ne parlai con mia moglie, che aveva studiato economia alla Bocconi di Milano, la quale mi ha disse che “Non è possibile creare valore dal nulla. Se vuoi creare un biglietto di credito da 50, è necessario creare anche un pari debito da 50, in modo che la somma sia 0”.
A quel punto, in accordo con mia moglie, decidemmo di tenere segnato su di un quaderno ogni emissione di biglietti da 50, riducendo il debito di 50 ogni volta che un figlio pagava alla mamma 50 per mangiare.
Un giorno ci rese visita un ex professore di mia moglie, il quale, prendendo conoscenza del nostro sistema famigliare basato sui biglietti da 50, fece notare che sarebbe stato bene, dal punto di vista educativo, responsabilizzare i nostri figli. Lo si poteva fare dicendo che i genitori non “danno” i biglietti da 50 ai figli, ma li prestano”, in modo che dovessero essere responsabilmente restituiti in cambio dei pasti preparati dalla mamma. Ed esistendo il rischio di non restituzione, educativamente parlando era opportuno che i biglietti venissero prestati con un modesto tasso di interesse dello 0,2% al giorno. Solo 10 centesimi al giorno in rapporto al valore di 50 di ogni biglietto, poca cosa.
Dopo avere proposto questa “riforma monetaria” ai nostri figli, iniziammo a tenere segnato sul quaderno non solo i debiti generati dai “prestiti” dei biglietti da 50, ma anche il piccolo debito generato dagli interessi.
Il sistema continuò a funzionare bene come prima, con i ragazzi che tenevano in ordine la camera, se non che, dopo un anno, ci rendemmo conto che ogni figlio aveva maturato ben 36,50 di debito generato dagli interessi. Ma, dicevamo fra noi, “E’ solo una nota su di un pezzo di carta, non è importante”.
Dopo un altro anno ricevemmo una sera a cena un altro ex professore di mia moglie, il quale, interessato alla nostra organizzazione monetaria familiare, ci faceva notare che il debito di ogni nostro figlio era già salito a 73, pari al 146% del valore del biglietto giornaliero. Ci fece notare come un debito così alto era qualcosa di insostenibile e di diseducativo: “state insegnando loro a sprecare troppo denaro per mangiare rispetto a quello che voi prestate loro ogni giorno”.
Per educarli ed insegnare loro la “disciplina di bilancio”, dovete aumentare il tasso di interesse dallo 0,2% allo 0,4% in modo che, in un anno, il debito venga ridotto al 60% dei 50 giornalieri ovvero a 30.
Facendo i conti: 73-30 = 43.
43:365 = 0,12 al giorno di rata.
A quel punto presentammo le nuove regole contabili ai nostri figli.
“Da ora in poi vi daremo al giorno solo più 49,88, dato che avete un piano di riduzione del vostro debito. In pratica continueremo a darvi i 50 al giorno, che voi pagherete a mamma per i pasti, ma segneremo anche il vostro debito aggiuntivo 0,12 al giorno, necessario per ridurre gradualmente il vostro debito complessivo da 73 a 30”.
In sostanza “se ogni 43/0,12 = 358 giorni rinunciate a mangiare, riuscite senza problemi a ridurre il vostro debito da 73 a 30 e a renderlo più sostenibile”.
Dopo 358 giorni la situazione fu la seguente: i miei figli avevano mangiato per 357 giorni e poi fatto un giorno di digiuno.
Il debito si era teoricamente ridotto a 30, ma nel contempo si erano aggiunti gli interessi dello 0,2% sul prestito giornaliero di 50 per 357 giorni, pari a 35,70, per un debito totale di 65,70, pari al 131% di 50.
A quel punto non sapevamo più come uscire dalla situazione: aumentare i giorni di digiuno, cancellare il debito o lasciarlo aumentare senza problemi (in fondo era solo una nota sul quaderno), lasciando i biglietti da 50 in circolazione senza più riguardi per le note contabili sul quaderno?
Se non ci fossero stati gli interessi, il bilancio monetario sarebbe sempre stato pari a 0. Avremmo anche potuto emettere biglietti con sopra scritto “0” e chiederne la restituzione in cambio dei pasti. In quel modo non si sarebbero potuti applicare interessi.
In fin dei conti, la cosa importante era insegnare ai nostri figli a tenere in ordine la camera e dar loro da mangiare per farli crescere in salute.
Voi, cosa ne pensate?
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