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Gli USA lo sanno: la Turchia sta facendo una pulizia etnica

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I piani trapelati ufficiosamente dalla Turchia alla vigilia dell’invasione della Siria sono stati confermati da un report filtrato al New York Times da fonti diplomatiche USA. La Turchia sta effettuando una pulizia etnica sistematica dei villaggi abitati da curdi o da arabi nelle aree da lei occupate durante la recente missione “Primavera di Pace”.  L’operazione non è ovviamente compiuta direttamente da militari turchi, ma avviene attraverso l’uso di milizie armate ed organizzate da Ankara che terrorizzano e scacciano gli abitanti dei villaggi di confine che non siano di nazionalità turca, lasciando quindi spazio a nuovi insediamenti di quell’etnia.

Paradossalmente sono stati proprio gli USA, secondo lo stesso report, a far si che le milizie curde del SDF venissero viste come una minaccia e quindi a spingere all’azione in Siria le milizie e l’esercito di Erdogan: infatti traspare che fino al 2015, cioè sino alla battaglia di Kobane, le milizie curde, poco organizzate ed armate e strettamente collegate alla difesa territoriale, non fossero mai avvertite come una seria minaccia, nonostante l’ala più politicizzata del PYG fosse conosciuta per avere dei contatti con il PKK. Al contrario è stato poi l’intervento massiccio di Washington nell’area con anche un flusso di rifornimenti e di armi a queste milizie a  farle ritenere più pericolose e quindi a far decidere l’intervento turco, contro il quale sinora, sempre secondo il report, gli Stati Uniti sono stati fin troppo timidi.

Il report fornisce anche alcune indicazioni circa le azioni che gli USA dovrebbero prendere nella regione per non far finire tutto in  un disastro a carico delle popolazioni locali e dell’autorevolezza di Washington:

  • rendere ben chiaro ad Ankara che pagherà tutto il peso politico, militare ed economico del proprio intervento, questo senza timidezze, anche perchè la Turchia di questi problemi non ne ha;
  • utilizzare il tempo rimasto e valutare i tempi di uscita, proprio sulla possibilità di organizzare in modo adeguato il SDF affinchè possa essere un elemento di stabilizzazione locale.Insomma gli USA dovrebbero ritirarsi definitivamente solo quando i crudi si trovassero in una situazione tale da potersi difendere;
  • rendersi conto che comunque qualsiasi situazione transita per Mosca e che attraverso mosca si pul trovare una soluzione adeguata nella regione.

 


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