Energia
Gli USA finanziano un grande progetto petrolifero in Bahrein, nonostante gli impegni ambientali dell’amministrazione Biden
Gli USA finanziano un importante progetto petrolifero nel Bahrain, il tutto nonostante l’impegno alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla cessazione del finanziamento alle fonti fossili del presidente Biden. Però si può fare un’eccezione per il Golfo
La U.S. Export-Import Bank ha approvato una garanzia di prestito di 500 milioni di dollari per un progetto petrolifero del Bahrein, nonostante l’opposizione dei Democratici che hanno notato che la mossa avrebbe compromesso la linea dura dell’amministrazione Biden sul cambiamento climatico.
Il mese scorso, la Export-Import Bank ha votato per notificare al Congresso l’intenzione di sottoscrivere un prestito di oltre 100 milioni di dollari al mutuatario, la società statale del Bahrain Bapco Energies. Il denaro sarà utilizzato per la perforazione di oltre 400 pozzi di petrolio e gas nel Paese mediorientale. Il progetto vedrà il coinvolgimento di SLB, il più grande fornitore di servizi petroliferi al mondo.
Il piano di sostenere l’espansione dei combustibili fossili, tuttavia, è in contrasto con l’impegno del Governo federale degli Stati Uniti in materia di clima di interrompere il finanziamento di progetti di petrolio e gas, da cui l’opposizione del Partito Democratico, che ha sostenuto che la decisione di EXIM avrebbe influenzato negativamente la credibilità degli Stati Uniti sulle questioni relative al cambiamento climatico.
In seguito alla decisione di fornire la garanzia di prestito, un oppositore dichiarato, il Senatore Jeff Merkley, ha definito la Export-Import Bank “un’agenzia canaglia”. La presidente di EXIM, Reta Jo Lewis, ha dichiarato che il prestito aiuterà il Bahrain a migliorare il lavoro della sua rete elettrica e ad investire nell’efficienza energetica e nell’energia solare.
“Questa approvazione rappresenta un’altra battuta d’arresto per gli impegni di Biden in materia di clima e consolida ancora una volta gli Stati Uniti come il peggiore dei Paesi ritardatari, in violazione della promessa di porre fine ai finanziamenti pubblici internazionali per i combustibili fossili”, ha dichiarato Nina Pusic, stratega del finanziamento delle esportazioni di Oil Change International, citata da Bloomberg.
Prima del voto, anche altre organizzazioni ambientaliste hanno criticato l’EXIM per il suo lavoro con l’industria del petrolio e del gas, notando che ha fornito garanzie di prestito a molti progetti stranieri negli ultimi tre anni, nonostante le politiche energetiche anti-petrolio e gas dell’Amministrazione. Un’organizzazione ha affermato che la banca ha persino violato un ordine esecutivo presidenziale dello scorso anno, fornendo quasi 1 miliardo di dollari per progetti petroliferi e di gas all’estero.
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