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Gli USA “copiano” l’Iran: schierati in Medio Oriente i droni LUCAS, cloni dello Shahed. Chi la fa, l’aspetti?

Washington risponde alla guerra asimmetrica copiando il nemico. I nuovi droni low-cost americani sono già in Medio Oriente: costano poco, colpiscono in sciame e sfidano Teheran.

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Siamo abituati alla narrazione standard: gli Stati Uniti innovano, la Cina (o chi per essa) copia. Eppure, in un interessante ribaltamento dei ruoli che ha il sapore amaro del pragmatismo bellico, Washington ha deciso di fare “reverse engineering” su uno dei simboli più efficaci della guerra asimmetrica recente.

Il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha annunciato il dispiegamento della sua prima squadriglia di droni d’attacco “one-way” (leggi: kamikaze, o munizioni circuitanti) direttamente in Medio Oriente, come riportato da TWZ.

Il messaggio a Teheran è tutt’altro che sottile: ora anche noi abbiamo i vostri “Shahed”, e funzionano meglio.

Task Force Scorpion Strike: la risposta low-cost

La nuova unità, denominata Task Force Scorpion Strike (TFSS), nasce con un obiettivo preciso: accelerare l’acquisizione e l’impiego di tecnologia drone a basso costo. L’impulso arriva direttamente dal Segretario Pete Hegseth, che ha spinto per portare capacità “spendibili” ed efficaci nelle mani dei militari USA nel minor tempo possibile.

Il protagonista di questa svolta è il drone LUCAS (Low-cost Unmanned Combat Attack System). Non lasciatevi ingannare dall’acronimo elaborato: un funzionario della difesa USA ha ammesso candidamente che il velivolo è stato sviluppato dopo aver dissezionato e ingegnerizzato al contrario uno Shahed-136 catturato anni fa.

LUCAS vs Shahed: Analisi Tecnica

Il LUCAS, sviluppato dal contractor SpektreWorks in Arizona, mantiene la forma iconica a delta del cugino iraniano, ottimizzata per il vagabondaggio a lungo raggio (loitering), ma introduce migliorie sostanziali dovute alla superiore capacità industriale americana.2

Ecco le caratteristiche principali del sistema LUCAS:

  • Dimensioni: Circa 3 metri di lunghezza per 2,4 metri di apertura alare.

  • Propulsione: Motore bicilindrico DA-215 (215 cm³). A differenza del motore “Limbach clone” a quattro cilindri dello Shahed, questo garantisce una firma acustica ridotta (meno rumore, meno rilevabilità) e una migliore efficienza nei consumi.

    DA-215

  • Costo: Circa 35.000 dollari al pezzo. Una cifra irrisoria per gli standard del Pentagono, che rende il sistema scalabile e sacrificabile. Si può tranquillamente prevedere la costruzione di migliaia di questi droni, anche per scopi di test e di addestramento. Al costo di un F-35 se ne producono un paio di migliaia.

  • Lancio: Versatile. Può partire tramite rampa su camion, decollo assistito da razzi (RATO) o catapulta, ed è dispiegabile anche da navi.

La vera differenza strategica risiede tuttavia nell’elettronica. Mentre lo Shahed è uno strumento “stupido” a perdere, il LUCAS vanta un’architettura aperta e modulare.

Tabella comparativa: Shahed-136 (Originale) vs LUCAS (Clone USA)

CaratteristicaShahed-136 (Iran/Russia)LUCAS (USA)
UtilizzoEsclusivamente attacco “suicida”Attacco, Ricognizione, Guerra Elettronica
RecuperabilitàNessuna (Monouso)Riutilizzabile in configurazioni ricognitive
NetworkLimitatoSistema MUSIC (rete mesh per sciami autonomi)
MotoreClone Limbach (rumoroso)DA-215 (ottimizzato e più silenzioso)

L’importanza della rete “MUSIC”

Il salto di qualità è rappresentato dal sistema di comunicazione MUSIC (Multi-domain Unmanned Systems Communications). Questa tecnologia permette ai droni LUCAS di operare in sciami autonomi, scambiandosi dati in tempo reale. In ambienti “contesi”, dove le comunicazioni satellitari o radio tradizionali vengono disturbate (jamming), ogni drone funge da ponte radio per gli altri, mantenendo operativa la squadriglia.

Un messaggio geopolitico chiaro

Il dispiegamento in una base non rivelata del Medio Oriente è una mossa di deterrenza diretta. L’Iran, insieme ai suoi proxy, ha utilizzato gli Shahed per colpire basi americane (come nel tragico attacco in Giordania) e ha fornito alla Russia i progetti per i famigerati Geran-2 che martellano l’Ucraina.

La Cina (con il LOONG M9) e la Corea del Nord hanno già i loro cloni. Persino l’US Air Force aveva emesso un bando per acquistare copie esatte degli Shahed per testare le proprie difese. Ora, con il LUCAS, gli USA passano dalla difesa all’attacco asimmetrico.

Loong M-9

Ironia della sorte, l’America sta dicendo al mondo: “Possiamo giocare al vostro stesso gioco, ma con motori migliori e software più intelligente”. Resta da vedere se la saturazione dei cieli con droni low-cost sarà la panacea o l’inizio di una nuova, caotica era della guerra aerea.

Domande e risposte

Perché gli Stati Uniti hanno deciso di copiare un drone iraniano invece di progettarne uno nuovo?

È una questione di pragmatismo economico e operativo. Lo Shahed-136 si è dimostrato una piattaforma estremamente efficiente in termini di costi-benefici: difficile da rilevare, economico da produrre e letale. Invece di spendere anni e miliardi in ricerca e sviluppo per “reinventare la ruota”, il Pentagono ha scelto di prendere un design che funziona, migliorarne la componentistica (motore ed elettronica) e produrlo rapidamente a un prezzo (35.000 dollari) che permette di utilizzarlo in grandi numeri, saturando le difese avversarie.

Quali sono le differenze principali tra il LUCAS americano e l’originale Shahed iraniano?

Sebbene la forma aerodinamica a delta sia quasi identica, il LUCAS è tecnologicamente superiore. Utilizza un motore bicilindrico più efficiente e silenzioso, riducendo la tracciabilità acustica. La differenza cruciale è nel software: il LUCAS opera su una rete “mesh” che permette il volo a sciame coordinato e può essere equipaggiato con moduli per la guerra elettronica o la ricognizione. Inoltre, in alcune configurazioni non esplosive, il drone americano è recuperabile e riutilizzabile, a differenza dello Shahed che è esclusivamente monouso.

Che significato ha il dispiegamento della Task Force Scorpion Strike in Medio Oriente?

Si tratta di un messaggio di deterrenza rivolto direttamente all’Iran. Finora, Teheran e i suoi alleati hanno goduto di un vantaggio asimmetrico utilizzando droni economici per minacciare asset occidentali molto costosi. Schierando i LUCAS “nel cortile di casa” dell’Iran, gli USA dimostrano di aver colmato quel divario asimmetrico. Non dipendono più solo da missili da crociera milionari; ora possono rispondere colpo su colpo con sciami di droni low-cost, complicando enormemente i calcoli difensivi della Repubblica Islamica.

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