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Gli ucraini ritirano i carri americani M1A1 Abrams dal fronte: troppo vulnerabili

L’Ucraina ritira dal fronte tutti i rimanenti carri armati americani M1A1 Abrams dal fronte, dopo averne perso almeno cinque, perché sono diventsati un bersaglio preferenziale per i droni russi

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L’Ucraina ha ritirato i carri armati Abrams M1A1 degli Stati Uniti dalla linea del fronte, soprattutto a causa delle tattiche dei droni russi, hanno detto i funzionari del Pentagono. La proliferazione dei droni significa che “non c’è un terreno aperto che si possa attraversare senza paura di essere scoperti”, ha detto giovedì un alto funzionario della difesa.

Mantenendo la promessa di annientamento totale degli M1 Abrams (MBT) di origine statunitense, le forze russe sono riuscite a distruggere cinque dei carri armati schierati dall’Ucraina nella zona di guerra in meno di due mesi.

Quando è stata riportata la notizia della prima uccisione dell’Abrams, alcuni blogger militari filo-russi hanno fatto notare che l’MBT, il cui costo varia approssimativamente tra i 5 e i 9 milioni di dollari, è stato colpito da un drone da 30.000 dollari.

Non è una sorpresa che i russi abbiano usato un FPV (First-Person View Drone) per distruggere un carro armato, una pratica diffusa da entrambe le parti del combattimento. Infatti, ieri è emerso sui social media un video che mostra un Abrams MBT in fiamme dopo essere stato colpito dal Lancet UAV nella regione di Avdiivka.

 

Il Ministero della Difesa russo ha recentemente fornito i dettagli di un’elaborata operazione intrapresa da una delle sue unità alla fine di marzo per distruggere l’Abrams da qualche parte in direzione di Avdiivka, dove si combatte intensamente da diversi mesi. Questo è stato riportato dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti.

I militari del gruppo di truppe “Centro” hanno trascorso tre giorni alla fine di marzo inseguendo il carro armato Abrams di fabbricazione americana, che alla fine hanno distrutto utilizzando il loro economico e popolare drone suicida Lancet, in quella che chiamano “zona di operazioni speciali”, ha osservato il rapporto.

Il Ministero della Difesa russo cita il comandante di un plotone speciale con il nome di battaglia “Igla”: “Abbiamo seguito l’Abrams per tre giorni. Il primo giorno, lo abbiamo rintracciato e volevamo colpirlo, ma il nemico ha difeso il carro armato molto seriamente e il nostro drone è stato disturbato dai sistemi di guerra elettronica (EW) ucraini”.

Il comandante ha proseguito dicendo che ha dovuto far volare il drone frequentemente e vigilare costantemente. Gli Abrams non rimangono nello stesso posto e potevano essere visti cambiare costantemente la loro posizione di tiro, “oppure i carri armati andavano nella zona posteriore per il rifornimento”, ha aggiunto.

Abrams isolato prima dell’attacco da parte di un drone russo

Avdiivka il cimitero degli Abrams

Secondo i rapporti, la ricognizione aerea della situazione in direzione di Avdiivka è stata effettuata dagli operatori ZALA UAV. Dopo aver individuato il carro armato di origine americana, i soldati hanno studiato la procedura operativa dell’equipaggio del carro armato nemico, nonché le condizioni aeree e radioelettroniche nell’area di applicazione.

Poi, gli operatori hanno scelto meticolosamente la finestra meteorologica e il momento migliore per colpire con precisione la macchina da guerra americana con le munizioni di sbarramento “Lancet”. Il giorno del combattimento, siamo partiti molto presto e alla fine abbiamo trovato il bersaglio. Abbiamo colpito il bersaglio. Il nostro lavoro, anche se lungo e minuzioso, ha portato dei risultati”, ha detto il comandante.

Questa operazione, come dettagliato dal Ministero della Difesa russo, ha probabilmente portato alla distruzione del quinto carro armato Abrams. Se i rapporti dei media locali e l’intelligence open-source sono attendibili, i carri armati sono stati dispiegati per la prima volta ad Avdiivka nel gennaio di quest’anno, prima di essere ritirati a febbraio a seguito di un’offensiva russa.

La Russia prende di mira gli Abrams

Citando alti funzionari statunitensi senza nome, il New York Times ha riferito di recente che cinque carri armati sono stati distrutti e altri tre sono stati moderatamente danneggiati dall’inizio di quest’anno. Gli Abrams sono stati consegnati all’Ucraina dagli Stati Uniti nell’ottobre dello scorso anno.

Carro Abrams distrutto nell’area di Andiivka

Il giornale ha riferito che la guerra con i droni ha “iniziato a prendere un tributo mortale su uno dei simboli più potenti della potenza militare americana” e che gli attacchi russi hanno preso di mira anche i carri armati tedeschi Leopard, distruggendone almeno 30. “A seconda delle loro dimensioni e della loro tecnologia, i carri armati sono stati distrutti.

“A seconda delle dimensioni e della sofisticazione tecnologica, i droni possono costare anche solo 500 dollari – un investimento misero per distruggere un carro armato Abrams da 10 milioni di dollari”, ha affermato il NYT.

Mentre gli ucraini si ritiravano dalle macerie di Avdiivka e formavano una nuova linea difensiva a pochi chilometri a ovest, gli M-1 erano proprio nel mezzo del combattimento. La 47esima Brigata e le unità vicine dell’Esercito ucraino fermarono l’attacco russo in quel punto.

Il 26 febbraio o prima, un drone russo con visuale in prima persona ‘Piranha’ ha colpito il compartimento delle munizioni del carro armato Abrams, innescando un incendio che alla fine lo ha distrutto e ha causato la prima perdita di M1 Abram dell’unità.

I carri armati americani, inviati per la fase offensiva, alla fine si soono rivelati mediocri nelle operazioni difensive, se non integrati con tutto il sistema bellico degli USA. La loro qualità non è stata all’altezza della fama in un campo di battaglia in cui non c’è la supremazia assoluta dai cieli.

Un errore clamoroso

A questo punto si può tranquillamente affermare che l’invio di un numero limitato di m1A1 Abrams, tra l’altro nellle versioni più vecchie, senza corazze potenziate e senza sistemi di guerra elettronica o di protezione anti droni, in Ucraina, sia stato un errore, se non un clamoroso errore.

Il mezzo si è rivelato una vera e prorpia calamita per  i droni russi, diventando un bersaglio di pregio, probabilmente non all’altezza dell’efficienza operativa del mezzo. Volendo fare una comparazione curiosa è come aver mandato una Cadillac rosa sul campo di battaglai: qualcosa di pregiato, molto ricercato, ma non particolarmente efficiente.

L’invio su numeri molto superiori del M2 Bradley si è rivelata una scelta molto migliore e molto meno costosa, anche perché il gran numero inviato ha permesso un uso molto più ampio e il mezzo, mobile e ben protetto per il suo ruolo, ha dimostrato le sue qualità. Gli USA avrebbero fatto meglio a comprare in giro per il mondo carri magari più vecchi, ma testati, rinforzati e , soprattutto, in numero adeguato.

Ovviamente gli equipaggi di questi mezzi sono diventati degli obiettivi preferenziali per i sistemi anticarro russo, di qualsiasi genere, e senza la copertura aerea di cui godono sono risultati molto vulnerabili. Tra l’altro  gli ucraini non hanno applicato le curiose, ma evidentemente efficaci , proterzioni antidrone usate dai russi.

Curiose, ma efficaci, protezioni anti drone russe

L’uso sul campo comunque è stato sicuramente utile per i militari USA, che hanno roa un’idea ben chiara delle vulnerabilità dell’Abrams in un campo di battaglia reale contro un vero avversario non raccogliticcio. Una prova fatta sulla pelle dei soldati ucraini . Che senso ha avuto mandare delle versioni superate del carro, in numero limitato, su un campo di battaglia tanto pericoloso?


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