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Crisi

Gli sforzi del Governo per negare l’austerity rischiano di schiantarsi sui numeri: l’economia italiana sta implodendo, il tempo gioca contro ed il QE della BCE è inutile. Che fare?

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I numeri sono impietosi. Pur apprezzando i tentativi di Renzi per dare credibilità all’Italia e fiducia ai consumatori – il vero problema dell’Italia di oggi è che i consumi sono letteralmente crollati – ancora non ci si riesce a scrollare di dosso l’atteggiamento montiano della colpa e dei compiti a casa. Ieri mattina ad Agora il senatore a vita Monti – vediamo quanto passerà prima che si dimetta – di nuovo giustificava ed auto-approvava il suo operato, non riconoscendo per orgoglio o per semplice arroganza il danno causato al Paese (vedasi oltre).

FireShot Screen Capture #044 - 'Italy Consumer Spending I 1991-2014 I Data I Chart I Calendar I Forecast' - www_tradingeconomics_com_italy_consumer-spendingI numeri economici fanno paura e non c’è verso di migliorarli soprattutto per mancanza di fiducia dei consumatori e per assenza di credito alle imprese. La fiducia dipende moltissimo dal fatto che oggi, mai come negli ultimi 70 anni, i cittadini non si fidano delle promesse e degli impegni dello stato, il caso esodati ha fatto da immortale insegnamento (state certi che Monti sicuramente approva anche questo aspetto del suo inaccettabile operato). Il credito continua invece ad essere indisponibile ai cittadini ed alle PMI, le banche usano il denaro della BCE per comprare titoli di Stato e speculare sullo spread tra tassi BCE e i BTP. E per chi aspetta il QE di Draghi rispondo che NON SERVE A NULLA: ha ragione Schauble, il credito non è insufficiente, il problema è che o chi ne ha bisogna non riesce ad averlo o semplicemente la gente non lo chiede preferendo nell’incertezza ridurre i consumi e risparmiare per un futuro incerto… senza dimenticare che i tassi passivi in Italia sono tra i più alti in Europa, le banche devono pur essere remunerate.

Così non si va da nessuna parte. Il risultato? Più passa il tempo e più il sistema si impoverisce ed i risparmi di una vita dilapidati.

FireShot Screen Capture #043 - 'Italy Personal Savings I 1995-2014 I Data I Chart I Calendar I Forecast' - www_tradingeconomics_com_italy_personal-savingsEffettivamente un tasso BCE negativo obbligherebbe le banche a dare in prestito soldi ma certamente solo alle aziende solide. Leggasi, chi ha una filiale in Germania li darà ai clienti tedeschi (Unicredit, Intesa etc.) chi è attiva solo in Italia darà credito solo alle aziende solide: le piccole PMI, oggi in media difficoltà, che sostengono il paese con tasse pagate in Italia e occupazione di massa continueranno a soffrire – escludendo le multinazionali di Stato, tutte le altre grandi aziende cercano di pagare le tasse all’estero dove sono più basse, FIAT insegna –. Molte PMI non passeranno l’anno.

FireShot Screen Capture #045 - 'Italy Business Confidence I 1991-2014 I Data I Chart I Calendar I Forecast' - www_tradingeconomics_com_italy_business-confidenceCi vuole uno shock, soprattutto fiscale e di fiducia. Che fare? Le strade sono poche. Se non ci si vuole (PER ORA) imbarcare in una sfida aperta alla Germania sull’austerity uscendo/minacciando seriamente di uscire dalla moneta unica ritengo sia comunque assolutamente necessario dire fin d’ora che tutta l’architettura del Fiscal Compact deve essere rinegoziata a causa della crisi, incluso il Redemption Fund ed in particolare che dal prossimo anno non ci sarà nessun parziale rientro dal debito come invece previsto dai trattati. Punto.

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Poi, a livello più operativo la mia semplice proposta (keep it simple) è di fare un contratto con le aziende/PMI non quotate di “cap fiscale”: in pratica si dovrebbe permettere a tali aziende di pagare come tassazione totale aziendale annuale espressa in euro per gli anni fiscali 2014 e 2015 il massimo dell’importo di IRES+IRAP pagato nell’anno più fiscalmente dispendioso tra i due anni 2012 e 2013. Ossia, chi ha del business marginale da fare (leggasi, business in più rispetto a quanto fatto nel migliore anno degli ultimi due) lo potrà fare senza pagarci tasse sopra per gli anni 2014 e 2015, fatta salva la possibilità di invocare una tassazione inferiore in caso di non superamento di detto limite di tasse pagate (IRES+IRAP). Questo obbligherebbe tutte le aziende a tirare fuori dal cassetto opportunità lasciate da parte perché non sufficientemente redditizie o semplicemente perché borderline, contribuendo ad incentivare l’atteggiamento del “darsi da fare”.

Questa sarebbe una proposta per dare almeno una chance a chi vuole per lo meno provarci, magari fosse anche l’ultima volta. Parimenti l’atteggiamento dell’Agenzia delle Entrate deve essere cambiata, oggi è inaccettabile: credetemi, chiunque subisca un controllo formale stile Agenzia delle Entrate in questo periodo, l’anno dopo se può chiude e se ne va. E’ incomprensibile che l’amministrazione fiscale invece di aiutare dia la sensazione di perseguitare l’utente/cittadino – questo è quello che viene percepito! –. Lo Stato deve imparare ad essere un coadiutore e non un vessatore, se i cittadini diventassero tutti imprenditori di se stessi lo Stato ci guadagnerebbe: questa è una lezione che nessuno ha fatto ai tassatori, o sbaglio? A forza di mungere la vacca muore ed oggi dobbiamo renderci conto che è già in coma. Se il sistema crolla, leggasi se le aziende chiudono, se chi è capace emigra, se i dipendenti vengono licenziati, se i consumi si azzerano, chi pagherà per le pensioni e per la macchina dello Stato? Chi chiede risparmi della struttura amministrativa statale non chiede solo un po’ di giustizia ma la sopravvivenza del sistema. Il rischio è l’implosione, avendo per altro degli stranieri al confine anch’essi in crisi nera che ci osservano e stanno aspettando il cadavere italico per spolparlo, possibilmente utilizzandone le risorse per aiutare le proprie economie ed i propri cittadini (le privatizzazioni alla Saccomanni…)!

Ma davvero pensiamo che qualcuno voglia ancora aprire un’azienda in Italia pagando il 50% e più di tasse, per altro con un’enorme incertezza fiscale, non sai quando finisci di pagare (leggasi, dopo qualche anno ti arriva un controllo e ti dicono che pur rispettando le leggi hai fatto un “abuso del diritto” risparmiando impropriamente ma a norma di legge sulle tasse e devi pagarci ancora qualcosa….. diabolico, folle, stupido! Pensateci come se foste dei marziani venuti sulla terra per la prima volta, è una situazione insostenibile). Ma per favore…. Ad esempio, avete capito perchè le aziende di moda nazionali sono portate a “vendersi” ai grandi gruppi stranieri? Una delle ragioni è perchè le multinazionali acquirenti applicano già un modello di trasfer price e di remunerazione dei marchi con cessione dello sfruttamento commerciale dei beni/dei marchi in un paese a bassa imposizione tipo Lussemburgo e poi da lì vendono ai vari canali concentrando l’utile nei paesi che garantiscono tasse minori: visto che questa è pratica comune già applicata in altri paesi EU secondo il diritto comunitario da altre aziende del gruppo, l’Agenzia delle Entrate italiana non può contestare qualcosa già accettato in un altro paese membro. Morale: se lo fa un’azienda italiana a se stante l’imprenditore rischia la galera, se lo fa uno straniero appartenente ad un gruppo multinazionale che è uso applicare lo stesso modello in altri paesi è inattaccabile. Quanto può andare avanti l’Italia prima che tutti gli imprenditori di successo se ne vadano o “si vendano”?

Cari politici, restate coi piedi per terra: il sistema attuale è insostenibile, se continuate così rischiate che qualcuno – magari un esodato – Vi prenda a calci nel deretano quando fra qualche anno Vi vedrà passeggiare per strada senza scorta…. Ed è per questa vostra paura che temo Voi farete finire questa triste commedia – o semplice tragedia – in qualcosa di simile ad una dittatura o peggio con un salvifico colpo di Stato che Vi permetterà di imporre misure antidemocratiche….

Che enorme tristezza.

Jetlag per Mitt Dolcino


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