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Gli amici si rispettano, i sudditi no. Ecco perchè Macron, nel panico, attacca il governo

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Parliamoci chiaro e fuori dai denti: nella vicenda dei rapporti italo-francesi chi avrebbe dovuto, da tempo, richiamare l’ambasciatore era Roma, non Parigi. Ricordiamo che Macron mosse offese dirette e fortissime al governo italiano fin dal suo insediamento:

Vomitevole

Populisti lebbrosi

A questi insulti verbali, fortissimi ed oggettivamente inauditi nella diplomazia internazionale, soprattutto da un paese che si dovrebbe ritenere amico, si sono poi aggiunte delle mosse oggettive di carattere anti-italiano, come ad esempio sul caso dell’acquisizione dei Chantiers de l’Atlantique (ex STX) da parte di Fincantieri:

Notiamo che dopo che la Commissaria alla Concorrenza ha bloccato la fusione Alstom Siemens, curiosamente, Berlino e Parigi vogliono modificare la normativa antitrust europea. Naturalmente è solo un caso.

Ora l’Italia è stata veramente paziente in tutte queste vicende. Se domani Lemaire, Macron o Castaner incontrassero gli oppositori di +Europa, o si recassero ad una manifestazione ProTav a Torino, o fossero sabato in piazza al fianco del duo Confindustria-CGIL dovremmo forse dichiarare guerra alla Francia? Il governo invece , anche perchè preso da una serie di problemi interni, ha previsto rispondere solo verbalmente alle accuse, vergognose, mosse direttamente dal presidente francese.

Il richiamo dell’ambasciatore rivela  alcuni tratti piuttosto chiari riguardo alla situazione:

  • non può esserci amicizia, ma solo sottomissione, con Macron e questo è visibile anche sul piano interno. Se la protesta dei Gilet Gialli non si spegne, nonostante la repressione para-venezuelana, ci sarà un motivo. La tecnocrazia poco illuminata dell’ex ministro delle finanze, tutto efficienza apparente e zero socialità, non ammette che obbedienza. Lo si è visto nel suo modo di rapportarsi anche con il pubblico. Ora questo è sicuramnte gradito in Italia a quelle parti politiche che, essendo prive di spina dorsale, bramano internamente il controllo esterno, ottenendo quindi la perfetta simbiosi fra servilismo e prepotenza;
  • Macron è nel panico. Esternamente la Brexit, soprattutto nella forma “Hard” da lui cercata per “Punire” il Regno Unito, rischia di rivelarsi un grandissimo boomerang per l’economia d’oltralpe. Internamente non riesce a rispondere, e francamente neppure ci prova, alle domande di maggiore democrazia e di maggiore socialità. L’opposizione populista, di destra e di sinistra,  è sempre forte ogni giorno che passa e viene ffiancata da nuove forme di protesta, come i Gilet Gialli. Con un tasso di approvazione del 21% non si va da nessuna parte.

Il richiamo dell’ambasciatore rivela solo la totale inadeguatezza di Macron, anche perchè la mossa, priva di risvolti pratici essendo il commercio regolato per via comunitaria e fatta solo per “Aiutare” la sottomessa opposizione italiana, rischia di rivelarsi l’ennesimo boomerang. Il governo italiano gode di un ampio appoggio popolare che è sconosciuto a Macron. I Foulard rossi si sono rivelati un flop, e diversi intellettuali francesi ritengono assurdo il richiamo dell’ambasciatore:

Qualche dubbio lo hanno anche i media, ad esempio Le Monde pubblica un’intervista a Di Maio:

Nello stesso tempo gli altri giornali mettono la questione italiana in secondo o terzo piano perchè, anche giustamente, sanno benissimo che cnon ci sarà nessuna ricaduta pratica di quest’inutile atto di forza francese. Certo Di Maio poteva muoversi con più attenzione mandare Dibattista, privo di cariche di governo , ad incontrare la lista RIC.  Certo i cinque stelle non sono stati ancora in grado di costruirsi quel sistema mediatico di appoggio che fa ceva il “Lavoro sporco” del precedente PD. Però la risposta di Macron mostra tutta la sua debolezza. Se oggi, coem annunciato, bloccherà con il suo voto la realizzazione di Nord Stream 2 si troverà ancora più isolato.

 


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