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Giovani che scappano, ovvero come regalare risorse e miliardi ad altri Stati

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L’anagrafe dell’albo degli italiani all’estero (AIRE) al 1 gennaio 2015 segna un aumento a 4.636.647 di iscritti, tenendo presente che tanti sono via ormai da decenni, si sono fatti una famiglia sul posto, praticamente con i figli si arriva a un paio di regioni come la Toscana di cittadini di alto livello culturale e spirito imprenditoriale (inteso in senso esteso come capacità, competenze e voglia di fare e di realizzarsi nel proprio settore).

Questi cittadini, di alto livello produttivo persi, sono stati sostituiti da un numero superiore di immigrati mediamente di bassissimo livello culturale e che sono serviti semplicemente ad abbattere il costo del lavoro medio nel settore privato a livelli ormai quasi cinesi.

Questa è stata l’azione prospettica dei governi italiani che si sono succeduti dalla caduta del muro di Berlino in poi, peccato che svalutando il lavoro si sia distrutta la domanda interna, perché manca il reddito, quindi a medio termine si tratta di una politica suicida. E l’esito è purtroppo sotto i nostri occhi tutti i giorni, a prescindere dalle favole meravigliose che i media italiani (quasi tutti) allineati come tanti piccoli pifferai magici suonano col direttore d’orchestra Renzi e conducono le masse italiane docili e ignare verso il burrone!!!

Ma torniamo agli emigranti italiani: una buona metà di chi ha lasciato l’Italia nell’ultimo decennio ha un titolo di laurea o un diploma, quindi il nostro Paese ha investito grandi risorse economiche, insieme alle famiglie di provenienza, per farli crescere in salute e formarli, ma nessuno fa mai bene i conti!

Formare un laureato con specializzazione arriva a costare 125.000 euro e per un diplomato di 75.000, fra famiglia e stato, quindi questa enorme massa di italiani, la nostra migliore gioventù che da decenni scappa schifata altrove, porta con se il proprio valore di risorsa umana. Si calcola che negli ultimi dieci anni si siano trasferiti all’estero complessivamente 1.500.000 di italiani, essendo la quota ufficiale passata da poco più di 3 agli attuali 4,6 milioni.

Facendo una media di 100.000 euro a persona, si tratta di un valore secco perso dal paese di più di 75.000.000.000 di euro REGALATI (e senza tener conto di quanto plusvalore questi giovani producono all’estero calcolato nell’ordine di diverse decine di miliardi di euro sempre nell’ultimo decennio). Guarda caso le mete più ambite Germania e Gran Bretagna, che casualmente sono anche coloro i quali “vanno” meglio in Europa! Infatti quest’ultime stanno attirando risorse umane da tutto il Sud Europa, esattamente come il Nord Italia ha attirato il risparmio e le risorse umane dal Sud Italia per almeno un secolo.

Peccato che ora il processo si sta ripetendo in Europa e l’intera Italia è passata a far la parte del meridione e badate bene che fior di studi hanno dimostrato che il collasso del Sud dopo l’Unità, fu dovuto ad un unione monetaria sbagliata, in quanto la moneta adottata risultava per loro troppo FORTE!

Della serie la storia si ripete sempre, come il neoliberismo in atto che nella prima metà del XX secolo ha portato a due GUERRE MONDIALI, ma nessuno collega economia, storia e dinamiche sociali in modo fruibile per le masse!

Un inciso, ritengo rilevante riflettere su un aspetto: o riusciamo a far “fruttare” i nostri giovani preparati in Italia (e magari a farne rientrare almeno la metà di quelli scappati), altrimenti tanto varrebbe (ovviamente è una provocazione) chiudere metà delle Università italiane, visto che devono solo lavorare per produrre giovani in gamba da regalare a D e GB!!!

Marco Santero


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