Analisi e studi
Giappone: negativi gli indici previsionali, ma positiva la borsa. Una contraddizione?
Il Giappone mostra un’apparente contraddizione: indici previsionali deboli, borsa ai masimi dal 1989. Questo è l’effetto di indubbie difficltà attuali interne, legate però a buoni utili aziendali e all’investimento in settori strategici
Il Giappone mostra due tratti contrastanti: da un lato gli indicatori previsionali mostrano una situazione economica non positiva, dall’altro però l’indice di borsa viene ad essere ai massimi storici, superando perfino le quotazioni, fortemente supervalutare, della famosa bolla giapponese scoppiata nel 1989.
Prima di tutto vediamo l’indice previsionale manifatturiero PMI: l’indice, calcolato in giappone da Au Jibun Bank Japan, è sceso inaspettatamente a 47,2 nel mese di febbraio 2024 da 48,0 nel mese di gennaio, mancando la previsione del mercato di 48,2, secondo i dati flash. Quindi c’è più pessimismo di quanto previsto.
Si tratta del nono mese consecutivo di deterioramento dell’attività delle fabbriche, che indica il calo più profondo dall’agosto 2020, in quanto la produzione ha subito la contrazione maggiore da un anno a questa parte, mentre i nuovi ordini e le vendite all’estero sono diminuiti a tassi più elevati.
Anche i livelli di acquisto sono diminuiti bruscamente, con il più rapido calo dell’occupazione da gennaio 2021. Detto questo, il calo degli arretrati di lavoro si è moderato. I tempi di consegna, invece, si sono fortemente allungati. Per quanto riguarda i prezzi, l’inflazione dei costi dei fattori produttivi è scesa a un minimo di sette mesi, contribuendo all’aumento più contenuto dei costi di produzione da giugno 2021. Infine, il sentiment si è rafforzato.
Ecco l’indice in una prospettiva di medio periodo:
Le prospettive economiche non sono positive, ma la borsa cresce, come abbiamo detto, e ha superato i livelli del 1989, cioè della bolla giapponese. Ci sono voluti 35 anni per mettersi alle spalle quell’evento. Ecco un grafico che mostra bene la situazione
Come fa un’economia a essere pessimista, ma avere un massimo di borsa? Abbiamo una seire di fattori che spiegano il fenomeno:
- l’esplosione di settori industriali, come high tech e AI, in cui il Giappone è un attore forte in modo diretto o come fornitore di attrezzature;
- una politica monetaria rilassata e che non ha comportato aumenti dai tassi. La conseguenza è stata anche un indebilimento del cambio che ha avvantaggiato le aziende giapponesi;
- una politica industriale un po’ divergente rispetto agli altri paesi occidentali, con il riavvio progressivo di centrali nucleari già esistente, accoompagnato però allo sfruttamento di investimenti energetici in Russia;
- l’indebolimento del partito liiberaldemocratico di Kirida rende meno probabile delle strette fiscali prima di un’elezione;
- l’inflazione, comunque, è sotto controllo;
- le prospettive di utile delle aziende sono abbastanza buone, anche perché le conglomerate giapponesi sono anche dei gruppi mondiali che investono fuori dal Paese e quindi importano utili rivalutati rispetto allo Yen
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